Il tumore al polmone è una neoplasia localizzata nei bronchi, nei bronchioli e negli alveoli polmonari. Come tutti i tumori consiste nella crescita incontrollata di cellule che sono in grado di formare masse tumorali e metastasi, diffondendosi quindi anche in altri organi e parti del corpo.
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Negli ultimi decenni, il numero dei casi di neoplasie polmonari ha subito una crescita esponenziale dovuta alle abitudini tabagiche, ma anche alle esposizioni a diversi cancerogeni in ambiente lavorativo. Tra le cause tumore polmone ci sono l’amianto, il benzene, le radiazioni ionizzanti, l’uranio impoverito e altri agenti cancerogeni.
Purtroppo, questa neoplasia ha un elevato indice di mortalità. Per questo motivo è fondamentale, oltre alla diagnosi precoce, anche la prevenzione delle esposizioni ai cancerogeni e la salubrità dei luoghi di vita e di lavoro. Subentra poi la prevenzione attraverso la sorveglianza sanitaria ai sensi dell’art. 259 del D. Lgs 81/08 delle persone a rischio, tra cui i fumatori.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avvocato Bonanni su tutto il territorio nazionale svolgono gratuitamente un servizio di assistenza medica e assistenza legale, per la salvaguardia non solo della salute ma anche dei propri diritti.
I tumori polmonari, come tutte le neoplasie, originano dalla trasformazione neoplastica di cellule che hanno subito delle mutazioni nel DNA. Il processo cancerogeno è sempre multistadio e dose dipendente. Diversi agenti cancerogeni agiscono in sinergia. Perciò tutte le esposizioni hanno una loro rilevanza, anche a bassa dose.
Il processo cancerogeno presuppone una prima fase displasica e infiammatoria, cui fa seguito la proliferazione cellulare. Quindi, dal nodulo iniziale, la massa, inizia la proliferazione cellulare. Anche tumore maligno al polmone provoca metastasi, ovvero la crescita incontrollata di cellule tumorali anche in altre sedi dell’organismo, a partire dalla sede polmonare primaria.
I polmoni sono due organi simmetrici e spugnosi, che si trovano nel torace. Sono divisi in lobi: quello sinistro, più piccolo ne ha due, mentre quello destro, più grande è formato da tre lobi. La loro funzione è quella di trasferire l’ossigeno respirato nel circolo sanguigno e di depurare il sangue dall’anidride carbonica.
Con l’ispirazione, l’aria entra nell’organismo attraverso naso e bocca e raggiunge i polmoni passando dalla trachea, che si divide a sua volta in bronchi e bronchioli. In fondo ai bronchioli si trovano gli alveoli, nei quali avvengono gli scambi gassosi. Grazie ai molti capillari presenti negli alveoli, infatti, l’ossigeno introdotto con la respirazione entra nel circolo sanguigno per raggiungere tutte le cellule, mentre l’anidride carbonica entra negli alveoli e viene espulsa con l’espirazione.
Come si manifesta il tumore ai polmoni? Quali sono i sintomi di un tumore ai polmoni? Il tumore dei polmoni è una patologia subdola e spesso asintomatica. Quando i sintomi si fanno evidenti, nella maggior parte dei casi ci si trova già davanti a un cancro di stadio avanzato.
Per tumore al polmone sintomi iniziali negli stadi non ancora avanzati della malattia sono spesso riconducibili anche ad altre malattie, meno gravi, e per questo sono definiti subdoli. Per esempio i primi sintomi del tumore ai polmoni sono:
Nello stadio avanzato, il tumore ai polmoni come si manifesta? quali sono i sintomi di tumore ai polmoni in questo caso? In fase avanzata sono di solito presenti sintomi del tumore maligno ai polmoni, tra i quali dalle metastasi e dai tumori secondari. Nella sintomatologia tumore ai polmoni, i più comuni sintomi sono:
Quali sono le tipologie di tumore al polmone? I tumori del polmone si suddividono in due tipi principali:
Tra questi due tipi di tumore al polmone, quest’ultimo, definito anche carcinoma bronchiale, origina dalle cellule neuroendocrine dell’epitelio di rivestimento bronchiale e colpisce quasi esclusivamente le zone centrali del polmone, cioè i bronchi.
Il tumore polmonare, e in generale tutte le neoplasie, si suddividono in base alla stadiazione, che definisce la gravità di una neoplasia.
Allo stadio 1 il tumore è localizzato all’interno del polmone, non interessa ancora i linfonodi ai polmoni e non presenta metastasi. Si divide in:
Poi c’è lo stadio 2, suddiviso anch’esso in stadio 2 A, quando il tumore è compreso tra i 5 e i 7 cm, oppure è inferiore ai 5 cm ma è esteso ai linfonodi, e stadio 2-B, quando il tumore è più grande di 7 cm o è compreso tra 5 e 7 cm ed è diffuso ai linfonodi vicini o ai muscoli circostanti o nei bronchi.
Allo stadio 3 il cancro è diffuso, oltre che nel polmone, nei tessuti circostanti e nei linfonodi. Anche questo stadio si divide in due sottostadi:
Lo stadio più avanzato del carcinoma è lo stadio 4. In questo caso il cancro interessa organi importanti, come fegato, cervello e ossa.
Invece, nel caso di tumore a piccole cellule si riconoscono solo due fasi:
La neoplasia ai polmoni è riscontrata soprattutto nelle persone anziane e in particolare tra i 70 e i 74 anni. Questo non vuole dire che i giovani siano esenti, ma la loro percentuale è più bassa.
Il fumo è il fattore principale di formazione neoplastica polmonare. Esiste un chiaro rapporto tra l’abitudine al fumo di sigaretta e la malattia, compresa l’esposizione al fumo passivo. Secondo gli esperti, contano sia la quantità di tempo in cui si è fumato sia il numero di sigarette fumate. Tuttavia chi ha iniziato a fumare da giovane e ha proseguito per tutta la sua vita ha più probabilità di ammalarsi rispetto a chi ha fumato di più ma per un periodo più breve. Il rischio dei fumatori di ammalarsi di carcinoma al polmone aumenta di circa 14 volte rispetto ai non fumatori e fino a 20 volte se si fumano più di 20 sigarette al giorno.
Aumentano il rischio di ammalarsi anche l’inquinamento atmosferico, casi di tumore del polmone in famiglia e precedenti malattie polmonari o trattamenti di radioterapia che hanno colpito i polmoni.
L’asbesto, il radon e i metalli pesanti sono fattori di rischio per questa malattia che si aggiungono all’abitudine al fumo di sigaretta e all’età. Anche l’OMS conferma la pericolosità dell’amianto e la sua comprovata capacità di causare il cancro polmonare. Dello stesso parere è la monografia IARC:
“Esistono prove sufficienti per la cancerogenicità di tutte le forme di amianto per l’uomo. Provoca il mesotelioma, il cancro del polmone, della laringe e dell’ovaio. Inoltre sono state osservate associazioni positive tra l’esposizione a tutte le forme di amianto e cancro della faringe, stomaco, colon-retto. Esistono prove sufficienti negli animali per la cancerogenicità di tutte le forme di amianto. Tutte le forme di amianto sono cancerogeni per l’uomo (gruppo 1). L’ingestione di amianto è considerata “esposizione primaria” al pari dell’inalazione“.
Infatti questa epidemia causata dall’amianto è denunciata dallo stesso Avvocato Bonanni in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed 2022“.
Infine un recente studio del 2020, “Characteristics of asbestos fibers in lung tissue from occupational and environmental asbestos exposure of lung cancer patients in Busan, Korea“, ha valutato la relazione tra esposizione all’amianto professionale e ambientale e cancro ai polmoni in Corea.
Tra le altre cause tumore ai polmoni, c’è il Radon, un gas naturale radioattivo naturalmente presente in natura. Fuoriesce quando si creano delle spaccature della crosta terrestre, noto per risalire dal terreno nel corso di costruzioni edili. Da alcune ricerche è emerso che una sola esposizione è in grado di provocare un tumore polmonare. Compito delle autorità è quello di monitorare la quantità di radon presente e, all’occorrenza, adoperarsi per limitarne e contenerne la fuoriuscita. Oltre al radon, ci sono altri agenti dannosi come arsenico, berillio, cadmio, fumo di carbone, silice.
Ad avere un elevato rischio di contrarre la grave patologia, oltre ai lavoratori edili, sono anche anche altri settori occupazionali, tra cui l’agricoltura, il settore minerario, la metallurgia, i cantieri navali, i conducenti di autocarri e taxi.
Come avviene la diagnosi di tumore al polmone? In caso di sintomi cancro polmoni persistenti che includono tosse, dolore al petto e affanno è opportuno recarsi dal proprio medico curante, soprattutto se sono trascorse due settimane senza ottenere miglioramenti.
Sarà il medico curante a predisporre gli esami specialistici per una corretta diagnosi. Per esempio la radiografia toracica mostra la presenza del cancro al polmone se evidenzia una massa bianco che interessa uno o più lobi, ma non sempre è in grado di identificare quelle di piccole dimensioni.
Inoltre, spesso potrebbe trattarsi di un ascesso polmonare. In questo caso si fa riferimento ad altri esami, come la PET o la TAC, che permette di individuare la presenza di masse tumorali e di calcolarne l’estensione e la presenza in altri distretti corporali.
La broncoscopia è un altro esame diagnostico che consiste nel prelevare del tessuto polmonare tramite via orale. Invece l‘esame dell’espettorato analizza il muco per accertare la presenza di cellule tumorali.
Procedure diagnostiche più invasive sono l’ago biopsia torace, cioè il prelievo di liquido nei polmoni attraverso un ago inserito nel torace, e la toracoscopia, in cui il medico pratica dei fori per prelevare materiale polmonare e verificare la presenza di liquido nel polmone.
Le aspettative di vita del tumore al polmone sono differenti in base alla tipologia. Per il carcinoma a piccole cellule la prognosi è spesso infausta. Le aspettative di vita di chi riceve la diagnosi di microcitoma è di circa 20 mesi, mentre soltanto il 20% dei pazienti con cancro polmonare a piccole cellule (CPPC) sopravvive a 5 anni. Nel caso in cui, invece, il cancro è già metastatizzato, il tasso di sopravvivenza a 5 anni. Inoltre per metastasi al polmone sopravvivenza è inferiore all’1%.
Al contrario, il carcinoma del polmone non a piccole cellule ha un indice di sopravvivenza, a 5 anni, del 60-70%, se al I stadio. Per adenocarcinoma polmonare aspettative di vita sono invece inferiori al 1%, se al IV stadio. Nel caso di carcinoma del polmone non a piccole cellule con metastasi, la sopravvivenza è di 6 mesi, se non trattato. Mentre, se si viene sottoposti a terapie, la sopravvivenza tumore al polmone media è di 9 mesi.
Recentemente, però, anche grazie agli ultimi studi e a migliori terapie, le chance di sopravvivenza tumore polmone sono migliori per i primi stadi della malattia. In particolare, per migliorare cancro al polmone aspettative di vita, giova sottoporre il paziente alla chemioterapia con platino, successiva alla resezione chirurgica. Inoltre, sono state introdotte le terapie mirate (targeted therapy). In questo modo sono aumentate le chance di sopravvivenza, in particolare per i pazienti con la una mutazione di EGFR, la traslocazione di EML-4-ALK e ROS-1. Del tema riguardo tumore al polmone con metastasi aspettativa di vita ne tratta anche la ricerca del 2022 “Budget Impact di afatinib per il trattamento in prima linea del Non Small Cell Lung Cancer (NSCLC) con mutazioni non comuni EGFR“.
Come si affronta un carcinoma polmonare? Si può guarire da un tumore ai polmoni? Quale trattamento è più idoneo per aumentare la speranza di vita tumore polmone? Il tumore ai polmoni è curabile. Tuttavia la neoplasia del polmone è una malattia che richiede la collaborazione di diversi specialisti. Infatti, l’approccio non può che essere multimodale per garantire, in caso di carcinoma polmonare aspettative di vita maggiori. Quindi, debbono intervenire prima di tutto il chirurgo toracico, l’oncologo, un patologo, un radiologo, un assistente sociale e un’infermiera specializzata. Con queste figure professionali e a seconda delle condizioni del paziente e dello stadio della neoplasia, possono essere esaminate le diverse opzioni.
I protocolli sono standardizzati. Il trattamento di elezione per la neoplasia al polmone è la chirurgia. Essa però è possibile solo negli stadi iniziali della malattia e a seconda della localizzazione precisa del cancro e dello stato di salute generale del paziente. La resezione a cuneo prevede l’asportazione di un piccolo pezzo di tumore e si pratica quando il tumore non è esteso. La lobectomia si pratica quando viene asportato un lobo oppure solo una parte di esso. La pneumonectomia si ha quando tutto il polmone è asportato, perché il cancro si è esteso in tutta la superficie.
Qualunque tipo di intervento è preceduto da tutta una serie di test che comprendono:
Una volta appurato che il paziente, malgrado il tumore, è in buone condizioni fisiche per affrontare l’intervento chirurgico, viene sottoposto a intervento.
Alla chirurgia viene fatta solitamente seguire la chemioterapia per limitare le possibilità di recidiva. L’approccio chirurgico, unito alla chemioterapia, è quello che rende maggiori chance di guarigione. Offre una più elevata aspettativa di vita tumore al polmone, a migliori condizioni.
Negli ultimi anni sono stati sviluppati molti farmaci che hanno una maggiore efficacia per contrastare le neoplasie polmonari. Nonostante i progressi a livello farmacologico, solo il 18% di coloro che riceve la diagnosi di tumore al polmone ha una sopravvivenza superiore ai 5 anni dalla diagnosi.
L’approccio terapeutico migliore resta l’unione di una serie di tecniche, tra le quali la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia:
Le vittime di tumore del polmone di origine professionale hanno una serie di diritti. Se la malattia è infatti causata dalla presenza sul posto di lavoro di un cancerogeno in grado di provocare questo tipo di neoplasia si ha diritto all’indennizzo o rendita INAIL, a seconda dell’entità del danno subito. Se il danno biologico viene quantificato come superiore al 16% si ha diritto alla rendita INAIL. Invece se è tra il 6% e il 15%, si ottiene l’indennizzo.
Avviare il percorso INAIL significa in primo luogo verificare che sul posto di lavoro è avvenuta l’esposizione professionale a uno dei cancerogeni responsabili della neoplasia, dopo di che viene emesso il certificato di malattia professionale. Questo deve poi essere inoltrato all’INAIL. Una volta attivata la procedura amministrativa, l’INAIL fisserà la visita collegiale, durante la quale il paziente può farsi assistere dal proprio medico di fiducia. Successivamente, se ci sarà il rigetto della domanda, si potrà decidere se presentare o meno il ricorso giudiziario.
Per alcuni cancerogeni, tra cui l’amianto, vi è la presunzione legale di origine. Questo perchè il tumore al polmone è inserito nella lista I. Ciò significa che basta dimostrare la presenza della malattia e del cancerogeno per avere diritto all’indennizzo.
In caso di decesso, si ha la rendita di reversibilità in favore del familiari superstiti, se si è fatta domanda amministrativa. In caso sia stata già percepita la rendita dalla vittima, la domanda di reversibilità del coniuge va fatta entro 90 giorni da quando si riceve la lettera INAIL. Si ha tempo, invece, fino a 3 anni se è il coniuge a presentare la domanda.
In caso di patologia asbesto correlata di origine professionale si ha anche diritto all’accesso al Fondo Vittime Amianto a seguito al riconoscimento, da parte dell’INAIL, dell’origine professionale del tumore polmonare. Questo è stabilito dall’art.1 co. 241/246 L.244/2017
Tale prestazione è erogata direttamente dall’INAIL e viene sommata alla rendita mensile. Qualora si verifichi la morte della vittima, queste prestazioni aggiuntive del fondo sono sommate alla rendita in reversibilità in favore degli eredi legittimi.
In caso di neoplasia polmonare causata dall’esposizione all’asbesto si ha anche diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto. Questi contributi sono pari ad una maggiorazione del 50% del periodo di esposizione professionale. Tale misura consente l’accesso al prepensionamento. Per le vittime già in pensione si ottiene invece la rivalutazione dei contributi, sempre utilizzando il coefficiente 1,5.
Infine se, pur con l’accredito dei contributi, il lavoratore non matura il diritto alla pensione, può chiedere la pensione d’invalidità amianto (art.1, comma 250, L.232/2016). Tutte le misure riguardo i benefici contributivi per l’esposizione ad amianto sono riportate nell’art.13, co.7, L. 257/92.
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni si sono battuti per far sì che le vittime ottenessero il diritto alla pensione anticipata, che è una forma di prevenzione rispetto a ulteriori esposizioni.
Sono stati riscontrati molti casi di tumore polmonare di origine professionale in coloro che hanno prestato servizio nelle Forze Armate e nel Comparto Sicurezza, come personale civile o militare.
Questi lavoratori, che, a causa dell’esposizione all’amianto, hanno subito lesioni o danni fisici in servizio presso Esercito, Aeronautica, Carabinieri, hanno il diritto alle prestazioni di vittima del dovere, con il riconoscimento della causa del servizio (art.20 L.183/2010). Inoltre uno dei settori in cui si riscontrano diversi casi di patologie asbesto correlate, tra cui il tumore dei polmoni, è la Marina Militare. Questo perché c’è stato un uso diffuso di amianto sia nelle basi a terra sia nelle unità navali.
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni sono in prima linea nella difesa dei dipendenti delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza e hanno ottenuto importanti traguardi nella difesa delle vittime e per l’ottenimento dello status di vittima del dovere. Ha difeso non solo le vittime di tumore al polmone causato dall’esposizione ad amianto durante l’espletazione del servizio lavorativo, ma anche quelle per esposizioni a gas radon e radiazioni ionizzanti.
Le vittime di malattia professionale hanno diritto anche al risarcimento del danno. L’INAIL, infatti, indennizza soltanto il danno biologico e quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro. Per ottenere, invece, l’integrale ristoro dei danni dei carcinomi polmonari, compresi il danno morale e quello esistenziale, si deve far valere la responsabilità contrattuale ed extracontrattuale. La vittima ha quindi diritto al risarcimento integrale dei danni che include i danni non patrimoniali.
Per stabilire l’entità del danno non patrimoniale, si deve tener conto del valore della lesione biologica e applicare la Tabella del Tribunale di Milano. In ogni caso il criterio si fonda sul principio dell’integrale ristoro, con personalizzazione che deve tener conto anche dei pregiudizi morali ed esistenziali. Il sistema permette quindi la “monetizzazione” personalizzata, con rideterminazione del quantum delle singole poste in relazione alle caratteristiche individuali del danneggiato, di cui all’art. 1226 c.c., per la responsabilità contrattuale, e dell’art. 2056 c.c., per la responsabilità extracontrattuale, sempre ex art. 432 c.p.c..
Anche i familiari superstiti, eredi legittimi della vittima, hanno diritto al risarcimento integrale del danno, oltre al risarcimento dei danni subiti iure proprio.
L’indennizzo INAIL deve essere scorporato per poste omogenee dal danno biologico e da quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro. Tutti gli altri pregiudizi, invece, devono essere integralmente risarciti.
La vittima ha diritto ai danni differenziali con scomputo della rendita per poste omogenee. Questo è stabilito dall’art. 1, comma 1126, lettera a), L. 145/2018, per effetto dell’art. 3-sexies, comma 1, D.L. 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla L. 28 giugno 2019, n. 58, che ha abrogato la lettera a) del comma 1126 della ultima legge di bilancio. Anche per le malattie verificate in precedenza si deve applicare lo stesso principio dello scorporo per poste omogenee, come ribadito dalla Corte di Cassazione sentenza n. 8580/2019.
L’indennizzo del danno biologico è defalcato dal quantum del danno biologico, con integrale ristoro di tutti gli altri danni non patrimoniali. In caso di rendita, lo scorporo è circoscritto al danno biologico, piuttosto che al danno patrimoniale per diminuite capacità lavorative.
Il tumore del polmone è una neoplasia multifattoriale dose dipendente. Quindi origina per effetto di esposizioni ambientali e lavorative a diversi cancerogeni. Oltre al fumo e all’amianto ci sono altre sostanze che lo provocano, tra cui l’inquinamento, il benzene e i residui della combustione.
Nel caso dell’amianto trova applicazione il principio della presunzione legale di origine, ma per quanto riguarda gli altri agenti patogeni l’onere della prova è a carico della vittima. Quindi, occorre raccogliere tutte le prove delle esposizioni.
Anche nel caso in cui ci sia una esposizione extraprofessionale, il nesso causale non è escluso. Il caso classico è quello della esposizione contemporanea a fumo di sigaretta e ad amianto. In questi casi vi è una concausa e si applica il principio di equivalenza causale (art. 41 c.p.). Lo ribadisce la Corte di Cassazione, Sez. Lav. 644/2005, per il caso di un operaio delle Ferrovie, che è deceduto per tumore del polmone per amianto e fumo di sigaretta
L’ONA fornisce assistenza legale gratuita alle vittime di tumore al polmone e di altre malattie di origine professionale. Ma fornisce anche assistenza medica e psicologica alle vittime, salvaguardandole a 360°. A tal proposito l’ONA si batte per la prevenzione primaria, cioè fermare ogni forma di esposizione grazie alla bonifica dei siti contaminati e vincere la lotta all’amianto e ad altri cancerogeni. Per questo ha anche istituito l’App Amianto, per facilitare la segnalazione di aree contaminate da parte dei cittadini.
Per avere maggiori informazioni e chiedere una consulenza gratuita basta chiamare il numero verde o compilare il form.