Pericardite: cos’è, cause, sintomi e cura

In questa guida vediamo quali sono le cause della pericardite, i sintomi, per pericardite cura possibile e quali sono i tumori che possono scatenarla.

Tutele per le vittime di pericardite

La pericardite è un’infiammazione che coinvolge il cuore, più precisamente la membrana sottile che avvolge questo organo: il pericardio.

Una volta determinata la causa della pericardite è possibile accedere alla tutela legale. Se dovuta infatti all’esposizione ad amianto o ad altri cancerogeni sul posto di lavoro, si ha infatti diritto a una serie di benefici previdenziali, assistenziali e risarcitori.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, grazie all’azione del suo presidente, l’Avv. Bonanni, offre assistenza medica e assistenza legale agli esposti a patogeni che abbiano contratto malattia, compresa la pericardite. Si occupa anche di prevenzione a 360° rispetto al rischio di esposizione.

Pericardite: cos’è e le diverse tipologie

pericardite

Cos’è la pericardite? Si tratta di un’infiammazione del pericardio, la membrana che avvolge, sostiene e protegge il cuore. Tra i due sottili foglietti che compongono questa membrana è presente del liquido che consente al cuore di espandersi senza che ci siano degli attriti. Quando si sviluppa la patologia, le due membrane si infiammano e la quantità di liquido nel pericardio presente può aumentare (versamento pericardico). In altri casi provoca invece un irrigidimento del pericardio che non permette al cuore di espandersi come dovrebbe.

Il classico sintomo della pericardite è il dolore toracico, che ricorda un attacco di cuore. Per questo motivo, anche se l’infiammazione al pericardio non è una grave patologia, necessita di attenzione. Tra le sue cause pericardite potrebbero infatti esserci malattie ben più gravi, come tumori pericardici e mesoteliomi. Per pericardite cause possono essere diverse e di difficile riconoscimento, a volte anche dopo una diagnosi accurata.

Esistono tre tipi di pericardite:

  • pericardite acuta, in cui i sintomi durano meno di tre mesi e, con una cura appropriata, si risolve in poche settimane;
  • ricorrente, cioè più pericarditi acute consecutive;
  • cronica, in cui i sintomi durano più di tre mesi e si tratta di una complicanza di quella acuta.

Per quest’ultima tipologia ne esistono due varianti: la pericardite essudativa e quella costrittiva. La prima si manifesta con il versamento pericardico e la seconda con l’irrigidimento della membrana.

Cos’è il pericardio e qual è la sua funzione?

Cos’è il pericardio? Si tratta della membrana che avvolge il cuore e la radice dei principali vasi sanguigni che da esso dipartono (aorta, arterie polmonari, vene cave e vene polmonari). Il pericardio è costituito da due strati, separati l’uno dall’altro dal liquido pericardico. Lo strato più esterno è il cosiddetto pericardio fibroso. Lo strato più interno, invece, è il pericardio sieroso. Quest’ultimo aderisce perfettamente al cuore e a tutte le sue insenature. È costituito da due foglietti di tessuto cellulare, chiamati foglietto parietale e foglietto viscerale.

Oltre a fungere da lubrificante, il pericardio ha diverse altre funzioni. È fondamentale per fissare e mantenere nella posizione corretta, all’interno del mediastino, il cuore. Funge da barriera difensiva contro le infezioni, virali o batteriche. Inoltre evita l’eccessiva dilatazione del cuore, quando questo è colpito da particolari patologie.

Le cause più comuni della pericardite

Le cause più comuni dell’infiammazione del pericardio sono le infezioni virali, mentre più raramente sono batteri o altri patogeni.

Le infezioni virali più comuni che possono causare la pericardite sono quelle sostenute dagli enterovirus. Spesso, questi virus si manifestano, dapprima, con raffreddore o con meningite e, successivamente, con una pericardite.
Accanto agli enterovirus, ci sono gli adenovirus, che causano anche polmonite, bronchite e alcune forme di miocardite, e il virus di Epstein-Barr, i citomegalovirus, virus dell’Epatite C e dell’HIV. La terapia della pericardite da infezione virale varia a seconda del virus che l’ha causata.

La comparsa può essere correlata anche a insufficienza renale e patologie autoimmuni, come l’artrite reumatoide, la sclerodermia e il lupus eritematoso sistemico (LES). Vi sono poi diversi farmaci che possono provocare la pericardite, tra cui antineoplastici e antibiotici, e i trattamenti di radioterapia che coinvolgono  il cuore. La pericardite, inoltre, può manifestarsi in conseguenza a interventi chirurgici in cui viene tagliato il pericardio, comuni in cardiochirurgia. Infatti la lesione del pericardio può innescare una reazione autoimmune. 

Anche alcuni tumori, come le neoplasie correlate all’esposizione ad amianto, possono provocare la pericardite. Tra questi c’è il raro e aggressivo mesotelioma pericardico.

Cause meno frequenti della pericardite

Esistono poi per pericardite cause e sintomi meno frequenti. Queste sono:

  • infezioni batteriche, come la tubercolosi;
  • ipotiroidismo;
  • attacco di cuore, che può provocare infiammazione del pericardio al momento della sua insorgenza o anche a distanza di mesi (sindrome di Dressler);
  • embolia polmonare;
  • incidente automobilistico con trauma toracico;
  • assunzione di farmaci come penicillina e fenitoina (anticonvulsivante) oppure il warfarin (anticoagulante), la procainamide (antiaritmico).

Sintomi e diagnosi della pericardite

Il dolore toracico è il sintomo più comune della pericardite acuta. La zona in cui si scatena il dolore è in parte la stessa che si associa all’infarto, ma i due dolori hanno caratteristiche diverse. Il dolore causato dalla pericardite, infatti, tende a modificarsi con la respirazione o tossendo e a peggiorare in posizione supina. Si tratta di un dolore acuto e lancinante, oltre che improvviso. Solitamente, lo si avverte dietro allo sterno, sul lato sinistro. In certi casi, può diramarsi fino alla spalla destra e al collo.

Al dolore toracico possono associarsi altri sintomi pericardite, come febbre alta, fiato corto, fatica e senso di debolezza, nausea, tosse secca e gonfiore alle gambe o all’addome.

L’anamnesi è il primo passo per una corretta diagnosi ed include domande precise su possibili cause della pericardite. Si prosegue con l’auscultazione cardiaca alla ricerca di un rumore aspro che potrebbe denunciare la presenza del liquido. Poi si procede con per pericardite esami del sangue e campione di liquido pericardico.

Dopo l’identificazione dei sintomi della pericardite, si passa poi agli esami strumentali, fondamentali per confermare la pre-diagnosi e stabilire la correlazione tra pericardite sintomi e cure:

  • elettrocardiogramma per riconoscere eventuali anomalie del battito cardiaco connesse alle pericardite;
  • radiografia del torace, che permette di valutare la forma e le dimensioni del cuore;
  • ecocardiogramma, il quale fornisce un’immagine anatomica del cuore e delle sue strutture, pericardio compreso;
  • tomografia assiale computerizzata (TAC) per ottenere immagini molto dettagliate del cuore e del pericardio;
  • risonanza magnetica, la quale fornisce immagini dettagliate ma a differenza della TAC non include radiazioni ionizzanti.

Quanto è pericolosa la pericardite?

L’infiammazione del pericardio non è di per sé una patologia che mette a rischio la vita del paziente. Se il cuore però viene oppresso dall’eccesso di liquido pericardico nel sacco pericardico può verificarsi il cosiddetto tamponamento cardiaco. In questa caso siamo di fronte a una vera e propria urgenza medica e quindi anche la pleurite è pericolosa.

Quindi la prognosi per pericardite è strettamente connessa alla causa scatenante dell’infiammazione. Se la causa è un tumore, la prognosi sarà relativa ai tassi di sopravvivenza per quella neoplasia, influenzati dallo stadio del tumore al momento della diagnosi. Mentre una pericardite virale, di solito, si risolve in modo positivo in poche settimane, specialmente se si applicano i giusti trattamenti farmacologici come pericardite virale terapia. Al contrario, una pericardite dovuta a qualche disturbo cardiaco più serio, come una miocardite o un attacco di cuore, ha una prognosi meno positiva.

Trattamenti, terapie e cura per la pericardite

Una volta stabilita la causa della pericardite è possibile procedere con i trattamenti e cure idonei a curare la pericardite. L’infiammazione del pericardio è infatti una complicanza di un’altra specifica malattia e in quanto tale passerà in secondo piano. Per questo è importante approfondire la correlazione tra pericardite sintomi e cura.

Nei casi di pericardite virale vengono solitamente prescritti antinfiammatori non steroidei (FANS), tra cui il più comune è l’acido acetilsalicilico o ibuprofene, somministrati per 2-4 settimane. Si associa la colchicina, utile a ridurre il rischio di recidiva, da assumere per 3 mesi. Abitualmente i pazienti hanno una pronta risposta alla terapia e i sintomi di pericardite si risolvono in pochi giorni. In caso, invece, di mancata risposta all’associazione di FANS e colchicina oppure di controindicazioni, la terapia di seconda linea è rappresentata dai corticosteroidi associati alla colchicina. I corticosteroidi possono favorire recidive e cronicizzazione della malattia, per questo motivo sono considerati farmaci di seconda scelta.

Ai soggetti con pericardite è consigliato astenersi dalle attività sportive non agonistiche, fino alla risoluzione dei sintomi e alla normalizzazione degli indici infiammatori, e dalle attività sportive agonistiche per 3 mesi dall’esordio dei sintomi.

In alcuni casi, quelli più gravi, si ricorre alla chirurgia come cura pericardite con:

  • pericardiocentesi, l’aspirazione del liquido pericardico attraverso un catetere sterile, in anestesia locale;
  • pericardiectomia, cioè la rimozione del pericardio che, irrigidito, non permette più al cuore di pompare sangue in modo normale. Si tratta di un’operazione delicata e in un caso su 20 può determinare la morte del paziente.

Assistenza medica e legale ONA per le vittime

Se la pericardite è la complicanza di un tumore o di altra malattia causata dall’esposizione ad amianto e ad altri cancerogeni, le vittime possono richiedere l’assistenza dell’ONA. In questo modo si può tutelare la loro salute e i loro diritti.

Il primo passo è ottenere il riconoscimento della malattia professionale, per poi ottenere l’accredito delle prestazioni INAIL, in base al grado invalidante della patologia. Se si fa invece parte delle Forze Armate o Comparto Sicurezza, si deve richiedere il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere. In aggiunta a queste prestazioni ci sono il Fondo Vittime Amianto, i benefici contributivi con cui avere accesso al prepensionamento, la pensione d’inabilità e l’integrale risarcimento dei danni (patrimoniali e non patrimoniali).

Si può avere una consulenza gratuita chiamando il numero verde o compilando il form.

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