Immunoterapia e mesotelioma: nuovi farmaci e ricerca

L’immunoterapia è diventata una modalità di trattamento sempre più prominente in oncologia, incluso il mesotelioma, un tipo di cancro che colpisce le sierose. Esistono diversi tipi di mesotelioma: dei tessuti che rivestono i polmoni (mesotelioma pleurico), l’addome (mesotelioma peritoneale), il cuore (pericardico) o i testicoli (testicolare).

Questo approccio terapeutico sfrutta il sistema immunitario del corpo per combattere le cellule tumorali in modo più mirato ed efficace rispetto ad altre terapie convenzionali.

In questa guida ci occupiamo di capirecome funziona l’immunoterapia nella cura del mesotelioma, quali sono le percentuali di sopravvivenza e guarigione, gli studi in merito e la ricerca in corso.

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Come funziona l’immunoterapia nel trattamento del mesotelioma?

L’immunoterapia si basa sulla stimolazione del sistema immunitario del paziente per riconoscere e attaccare le cellule tumorali. I farmaci immunoterapici possono agire in diversi modi:

  1. Inibizione dei checkpoint immunitari: alcuni farmaci agiscono bloccando i “checkpoint” immunologici, proteine che normalmente impediscono al sistema immunitario di attaccare le cellule normali del corpo. Inibendo questi checkpoint, l’immunoterapia può migliorare la risposta immunitaria contro le cellule tumorali.
  2. Terapie basate su cellule: alcune forme di immunoterapia coinvolgono la manipolazione delle cellule immunitarie del paziente, come i linfociti T, in laboratorio per migliorarne l’efficacia nel riconoscere e distruggere le cellule tumorali quando vengono reinserite nel corpo.
  3. Vaccini contro il cancro: sviluppare vaccini specifici per il mesotelioma è un’altra strategia in fase di ricerca, mirata a stimolare il sistema immunitario a riconoscere e attaccare le cellule tumorali.

Solo in Italia, ogni anno, sono diagnosticati quasi 2000 nuovi casi di mesotelioma pleurico. Nella maggior parte dei casi, si tratta di pazienti che ricevono una diagnosi infausta con coinvolgimento di organi differenti da quello della neoplasia. La maggior parte delle persone con mesotelioma pleurico maligno ha un’aspettativa di vita che non supera i 14 mesi. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi, invece, è inferiore al 10%.

Gli anticorpi monoclonali presentano l’esatto profilo molecolare delle cellule mutate e vi si legano con elevata affinità. In questo modo, la neoplasia è riconosciuta e debellata dalle cellule del sistema immunitario.

I vantaggi dell’immunoterapia contro il cancro

La novità del trattamento immunologico risiede nella precisione con cui i farmaci raggiungono le mutazioni o prodotti delle mutazioni neoplastiche.

Dato il carattere mirato di questo tipo di cure si evitano gli effetti avversi dei farmaci tradizionali, come chemioterapia e radioterapia, che non distruggono solo le cellule cancerose ma colpiscono indiscriminatamente tutte le cellule.

Inoltre, con l’immunoterapia, indipendentemente dalle anormalità genetiche o metaboliche, le persone affette da neoplasia potranno ricevere una cura personalizzata.

Immunoterapia attiva e passiva: qual è la differenza?

Basandosi sul meccanismo d’azione dei farmaci che mirano a sbloccare o potenziare il sistema immunitario, l’immunoterapia può essere suddivisa in due categorie: immunoterapia passiva e immunoterapia attiva.

L’immunoterapia attiva coinvolge farmaci che agiscono sui meccanismi di regolazione della risposta immunitaria. L’immunoterapia passiva invece utilizza farmaci che rendono le cellule tumorali più visibili e suscettibili all’attacco del sistema immunitario.

Quali sono i farmaci immunoterapici utilizzati nel mesotelioma?

  1. Inibitori dei checkpoint immunitari: farmaci come pembrolizumab e nivolumab sono stati studiati nel contesto del mesotelioma. Questi agenti mirano a bloccare le proteine che impediscono al sistema immunitario di attaccare le cellule tumorali.
  2. Terapie basate su cellule: alcuni studi hanno esaminato l’uso di terapie basate su cellule, inclusi linfociti T modificati, per trattare il mesotelioma. Altre tecniche immunoterapiche includono la terapia con le cellule Car T e l’uso di vaccini a mRNA.

Uso degli anticorpi monoclonali nella cura del mesotelioma

Una delle metodologie più efficaci di immunoterapia nel controllo e nella gestione della diffusione del mesotelioma pleurico maligno è rappresentata dall’immunoterapia mediante l’utilizzo di anticorpi monoclonali.

Questi farmaci, altamente specifici per determinati profili molecolari, si legano con elevata precisione a molecole espresse dalle cellule tumorali, rendendo così il cancro più riconoscibile per il sistema immunitario.

Gli anticorpi monoclonali, prodotti in laboratorio mediante tecniche di ingegneria genetica, sono particolarmente promettenti. Oltre 100 di essi sono attualmente in fase sperimentale per diverse patologie, compresi il melanoma, il tumore del polmone, del fegato, della vescica e dello stomaco.

Risultati degli studi su anticorpi monoclonali e mesotelioma

Alcuni di questi anticorpi monoclonali sono stati testati su pazienti con mesotelioma pleurico metastatico.

Diversi studi condotti su pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno hanno riportato risultati significativi.

Uno studio rilevante è il CheckMate-743, il primo e unico studio di fase 3 positivo sull’immunoterapia testato su 605 pazienti con mesotelioma pleurico metastatico non trattato in precedenza. Durante lo studio, l’uso combinato di due anticorpi monoclonali, Nivolumab e Ipilimumab, ha dimostrato un tasso di sopravvivenza globale superiore rispetto alle terapie convenzionali come chemioterapia e radioterapia.

Inoltre, è stata osservata una riduzione del rischio di morte del 26% nei pazienti trattati con gli anticorpi monoclonali rispetto ai protocolli di cura tradizionali.

Nel 2021, la Commissione Europea ha approvato l’utilizzo di questi nuovi farmaci per il trattamento di prima linea del mesotelioma pleurico maligno non operabile.

Risultati e percentuale di sopravvivenza:

I risultati della immunoterapia nel mesotelioma variano. La percentuale di sopravvivenza dipende infatti da molti fattori, come lo stadio della malattia, la salute generale del paziente e la risposta individuale al trattamento.

Una ricerca clinica indipendente, nota come IND.227, condotta da tre gruppi collaborativi e coordinata dall’Istituto Nazionale Tumori di Napoli IRCCS Fondazione Pascale, dal Canadian Cancer Trials Group (CCTG) e dall’Intergruppo cooperativo toracico francese (IFCT), è stata pubblicata sulla rivista scientifica “The Lancet”.

Essa evidenzia che l’impiego dell’immunoterapia con pembrolizumab associata alla chemioterapia a base di platino e pemetrexed come trattamento di prima linea ha portato a un significativo miglioramento della sopravvivenza complessiva, riducendo il rischio di decesso del 21%.

A tre anni, il 25% dei pazienti trattati con questa combinazione è rimasto in vita, rispetto al 17% trattato solo con chemioterapia. Anche la sopravvivenza senza progressione ha mostrato un miglioramento significativo.

La comunità scientifica è ottimista sul potenziale dell’immunoterapia nel trattamento del mesotelioma, ma ulteriori ricerche e studi sono necessari per migliorare la comprensione della sua efficacia e per sviluppare terapie più personalizzate e mirate.

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