Mesotelioma: prevenzione secondaria

È fondamentale l’importanza della prevenzione secondaria e della sorveglianza sanitaria nella lotta all’amianto. Per questo il lavoro dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e del presidente, l’Avvocato Bonanni, mira alla promozione e all’applicazione dei principi della prevenzione secondaria per i lavoratori esposti a cancerogeni.

Uno di questi è l’amianto. Detto anche asbesto provoca ogni anno migliaia di morti. Si tratta di una vera e propria strage silenziosa, come evidenziato nella pubblicazione dell’Avv. Ezio Bonanni “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia -Ed.2022“.

Tra le malattie asbesto correlate il mesotelioma è la più aggressiva. È un vero e proprio marcatore sociale che evidenzia la presenza di amianto. Infatti l’unica causa del mesotelioma è l’esposizione all’asbesto. Inoltre non c’è una dose al di sotto della quale il rischio di ammalarsi si annulla.

La prevenzione secondaria: che cos’è?

L’unico modo per sconfiggere il rischio amianto ed evitare ogni possibile danno alla salute è la prevenzione primaria, ovvero la bonifica dei siti contaminati che permette di ridurre il rischio a zero. Non essendoci infatti una dose di esposizione al di sotto della quale il rischio si azzera, l’unica possibilità è quella di evitare l’esposizione a 360°.

Per questo l’ONA ha creato l’App Amianto, che favorisce la segnalazione dei siti per la bonifica. Attraverso l’applicazione i cittadini hanno uno strumento valido per contribuire alla mappatura delle aree a rischio sul territorio.

Quando però la prevenzione primaria risulta insufficiente e inadeguata e avviene l’esposizione entra in campo la prevenzione secondaria. La prevenzione secondaria si occupa proprio di garantire una diagnosi precoce e di promuovere le migliori cure a disposizione per il trattamento della malattia.

Prevenzione secondaria in caso di mesotelioma

Nel caso del mesotelioma, l’esito della malattia è spesso infausto. Infatti le possibilità di sopravvivenza sono ancora piuttosto basse. Solo il 10% dei pazienti sopravvivono a 5 anni dalla diagnosi. Perciò la diagnosi precoce è fondamentale per un migliore e tempestivo trattamento terapeutico. Per questo è importante la prevenzione mesotelioma.

Il mesotelioma colpisce le cellule del mesotelio, la membrana sierosa che riveste la parete interna del torace, dell’addome, del cuore e del testicolo. A seconda della membrana sierosa coinvolta esistono diversi tipi di mesotelioma: il mesotelioma pleurico, il mesotelioma peritoneale, quello pericardico e della tunica vaginale del testicolo.

Il numero dei casi di mesotelioma è in costante aumento, come dimostra il VII rapporto RENAM, ed è preceduto da fenomeni infiammatori, come placche pleuricheasbestosiispessimenti pleurici. Infatti l’esposizione all’amianto prima causa infiammazioni e poi causa lo sviluppo di gravi neoplasie. Questo processo cancerogeno è illustrato anche nell’ultima monografia IARC.

Il mesotelioma non è facile da diagnosticare. In molti casi, infatti, avvengono diagnosi errate che portano a un ritardo delle terapie. Il motivo è che spesso i sintomi del mesotelioma sono aspecifici e simili a quelli di altre patologie polmonari. La diagnosi tempestiva di asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici aiuta il team medico a diagnosticare il mesotelioma, che di solito insorge dopo il manifestarsi di queste gravi infiammazioni con una latenza molto ampia.

Prevenzione secondaria e esami per una corretta diagnosi

Per giungere a una diagnosi il medico dovrebbe accuratamente informarsi sull’eventuale esposizione all’amianto del paziente. Successivamente verranno effettuati degli esami di diagnostica per immagini.

Tra gli esami c’è la tomografia computerizzata (TC) che, oltre ad individuare la presenza del tumore, permette di valutare la diffusione ad altri organi e quindi la stadiazione.

Per confermare la diagnosi però è sempre necessaria la biopsia. Per distinguere con certezza il mesotelioma da altri tipi di tumore, i campioni prelevati con la biopsia possono essere sottoposti ad analisi immunoistochimiche, utili a sapere quali proteine sono presenti sulla superficie della cellula. In alternativa si possono effettuare analisi genetiche per individuare i geni tipicamente espressi dal mesotelioma.

Il Consensus Report di Helsinki raccoglie tutte le indicazioni aggiornate per la sorveglianza sanitaria agli esposti ad amianto, per la diagnosi efficace e per il trattamento e cura del mesotelioma. Per esempio, secondo il Consensus, la TC è utile quando:

  • siamo al cospetto di una fibrosi polmonare dubbia;
  • se la funzione polmonare è indicativa di una restrizione, ma la radiografia è valutata come normale;
  • se ci sono alterazioni pleuriche diffuse che ostacolano gravemente la visibilità radiografica del parenchima polmonare.

La TC dovrebbe essere effettuata impiegando la migliore tecnologia scanner multi slice e algoritmi di ricostruzione ad alta risoluzione. L’esposizione a radiazioni ionizzanti deve essere mantenuta al più basso livello possibile.

Prevenzione secondaria: scelta del trattamento terapeutico

Le aspettative di vita in caso di mesotelioma sono ancora piuttosto basse e toccano percentuali del 10% di sopravvissuti a 5 anni dalla diagnosi. A seconda dello stadio del tumore le probabilità di efficacia dei trattamenti a disposizione aumentano considerevolmente. Inoltre aumentano anche le possibilità di migliorare la qualità di vita del paziente.

Per questo è importante giungere presto alla diagnosi. Purtroppo l’Osservatorio Nazionale Amianto ha dovuto constatare dei ritardi diagnostici, specialmente per casi di mesotelioma, originariamente curati come se fossero delle fibrosi. Così l’associazione ha diffuso un protocollo di trattamenti multimodali del mesotelioma. Inoltre indica alle vittime i centri specializzati e le terapie più innovative, come il trattamento di chemioterapia intrapleurica ad alta temperatura.

Mesotelioma e l’importanza della sorveglianza sanitaria

 introduzione- prevenzione secondaria

La prevenzione secondaria prevede la sorveglianza sanitaria delle persone per le quali non si è riusciti a evitare l’esposizione all’amianto. Consiste nell’offrire screening e esami adeguati a coloro che sono stati esposti alle fibre killer, allo scopo di ottenere una diagnosi precoce delle malattie amianto.

Purtroppo la sorveglianza sanitaria di chi è stato esposto ad amianto, soprattutto dopo il pensionamento, è ancora sviluppata a macchia di leopardo in Italia, nonostante l’articolo 259 del D.L.vo 81/2008 che ne fa una imposizione a carico delle ASL.

Tutti coloro che sono stati esposti a cancerogeni hanno diritto alla sorveglianza sanitaria, che troppo spesso è sottovalutata” ribadisce l’Avv. Bonanni durante l’incontro del 16.01.2023 con i membri del Comitato tecnico-scientifico.

Cosa dice il Consensus Report di Helsinki?

Il Consensus Report di Helsinki  è il report scaturito dall’incontro di esperti sul tema dell’amianto convocato ad Helsinki nel 1997. Hanno partecipato 19 partecipanti provenienti da 8 Paesi con l’obiettivo di “discutere le patologie associate all’amianto e raggiungere un consenso sui migliori criteri per diagnosi e attribuzione in rapporto all’amianto“. Esso viene poi periodicamente aggiornato in base ai nuovi dati e alle nuove frontiere diagnostiche. Rappresenta una sorta di protocollo, imprescindibile nella prevenzione e nella diagnosi delle malattie correlate all’amianto.

Il Consensus Report di Helsinki consiglia che ai lavoratori esposti ad amianto venga offerta una sorveglianza medico-legale che segua le normative o i criteri di indennizzo nazionali.

Lo schema generale di follow-up dei lavoratori esposti ad amianto dovrebbe essere stratificato in funzione di intensità, latenza e durata dell’esposizione. Forte priorità dovrebbe essere data ai gruppi ad alto rischio, comprendendo i lavoratori in pensione. Il follow-up dei lavoratori fortemente esposti all’amianto dovrebbe proseguire fino a 30 anni dopo la cessazione dell’esposizione.

Secondo il Consensus Report di Helsinki, ai fini clinici e medico-legali, è utile un regolare follow-up con spirometria a intervalli di 3-5 anni, a seconda del livello pregresso di esposizione e del tempo trascorso dalla cessazione dell’esposizione e dell’età dell’individuo. Si consiglia inoltre vaccinazione antinfluenzale e pneumococcica dei pazienti con asbestosi.

Ai test raccomandati si associano questionari atti a documentare la storia lavorativa del paziente e specifici test e trattamenti a seconda della malattia amianto diagnosticata.

Il ruolo della prevenzione terziaria

Un lavoratore esposto all’amianto, che ha subito danni alla salute, ha determinati diritti che devono essere salvaguardati. Attraverso la prevenzione terziaria, l’ONA si batte per far sì che la vittima ottenga l’indennizzo INAIL e il totale risarcimento dei danni a carico del datore di lavoro. Inoltre le vittime, anche quelle di esposizione ambientale, possono richiedere il Fondo Vittime Amianto.

I lavoratori malati a cui è stata riconosciuta la malattia professionale hanno diritto anche ai benefici contributivi, con cui accedere al prepensionamento, o possono fare richiesta per la pensione d’invalidità amianto.

Nel caso di lavoratori appartenenti alle Forze Armate o al Comparto Sicurezza, va riconosciuta la causa di servizio e lo status di vittima del dovere, così da ottenere prestazioni aggiuntive come l’equo indennizzo e la pensione privilegiata.

In caso di decesso, i familiari superstiti delle vittime hanno diritto alla reversibilità di tutti i benefici e le prestazioni previste per la vittima e al risarcimento danni, oltre a quelli previsti iure proprio.

Servizio di assistenza medica e legale

L’ONA ha ottenuto importanti conquiste in ambito di prevenzione e di difesa dei diritti delle vittime, grazie al lavoro dell’Avv. Ezio Bonanni e del suo pool di avvocati.

Rivolgendosi all’associazione, chiamando il numero verde o compilando il form, è possibile ottenere gratuitamente l’assistenza medica e psicologica, nonché l’assistenza legale per gli esposti e per i loro familiari.

numero-prevenzione secondaria
WhatsApp-prevenzione secondaria