La rimozione amianto è una tecnica di bonifica amianto che permette di ridurre a zero il rischio di ammalarsi di malattie amianto correlate. Consiste infatti nella rimozione e smaltimento dei materiali di amianto in discarica. Non è l’unica forma di bonifica amianto prevista dalla normativa vigente, ma è parte di 3 tecniche da scegliere in base al caso specifico: rimozione, confinamento e incapsulamento.
In questa guida scopriamo quali sono i pro e i contro di questo tipo di bonifica e perché e in quali casi sceglierla. Anche la rimozione amianto ha in effetti degli svantaggi connessi al pericolo relativo alla rimozione stessa e al trasporto dell’amianto.
L’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, raccomanda questa tecnica di bonifica consapevole che è l’unica possibilità per una prevenzione primaria efficace e per vivere e lavorare in un ambiente salubre. Attraverso l’app amianto, uno strumento di segnalazione dei materiali di asbesto che permette il contributo dei cittadini, è possibile segnalare la presenza di amianto. Questo è utile, non solo per una mappatura completa dei siti contaminati in Italia, ma anche per realizzare la tutela della salute e il diritto risarcitorio.
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La rimozione amianto, come detto più su, è la tecnica di bonifica amianto che consiste nella rimozione dei materiali di asbesto dai siti contaminati e nello smaltimento degli stessi in apposita discarica. Come già accennato, tra le tecniche di bonifica dell’amianto previste dalla normativa vigente, è l’unica che permette l’eliminazione definitiva dei materiali di amianto. Essendo l’unica in grado di ridurre il rischio di ammalarsi a zero, evitando tout court l’esposizione, è quella raccomandata dall’ONA.
L’ONA è impegnata da decenni nella lotta all’amianto e in particolare nelle attività di prevenzione (primaria, secondaria e terziaria) e nella difesa delle vittime delle malattie causate dall’amianto e in particolare di mesotelioma. Tra le malattie amianto questa è la più insidiosa e troppo spesso conduce alla morte. La tutela legale passa così quasi sempre dalla vittima ai familiari eredi.
L’amianto è un minerale, o meglio un insieme di minerali (i minerali di amianto) con caratteristiche asbestiformi. Significa che le loro fibre si suddividono longitudinalmente in fibrille via via più piccole che si disperdono nell’ambiente. Vengono facilmente inalate e danno avvio a gravi processi infiammatori. Questi, attraverso il processo della cancerogenesi, possono evolvere in malattie ancora più gravi e spesso fatali. Tra queste ci sono tumori maligni che coinvolgono diversi distretti corporei, non solo quello respiratorio, e i mesoteliomi.
Il meccanismo della cancerogenesi è descritto da Linton, van Zandwijk, Reid, Clarke, Cao, Kao (Inflammation in malignant mesothelioma – friend or foe?. Ann Cardiothorac Surg. 2012;1(4):516–522).
L’OMS nelle diverse pubblicazioni e/o nelle linee guida evidenzia le capacità cancerogene di qualsiasi tipo di amianto:
“All types of asbestos cause lung cancer, mesothelioma, cancer of the larynx and ovary, and asbestosis (fibrosis of the lungs). Exposure to asbestos occurs through inhalation of fibres in air in the working environment, ambient air in the vicinity of point sources such as factories handling asbestos, or indoor air in housing and buildings containing friable (crumbly) asbestos materials”.
La Corte di Cassazione, IV Sez. Penale, n. 45935/2019, ha chiarito che l’infiammazione è il terreno fertile per la degenerazione neoplastica. Specialmente per quanto riguarda l’insorgenza del mesotelioma e di altre malattie tumorali, anche le esposizioni a basse dosi sono dannose e rischiose.
Approfondisci su: Report Consensus di Helsinki
Sulle monografie dello IARC è possibile approfondire la relazione tra patologie asbesto correlate e minerali di amianto.
Per ulteriori approfondimenti >> VII Rapporto RENAM sui mesoteliomi e i risultati della Commissione d’Inchiesta uranio impoverito e amianto e altri rischi.
L’Italia ha utilizzato asbesto più degli altri paesi europei, ad eccezione dell’ex Unione Sovietica. Infatti, ne sono state estratte, importate e lavorate 3.748.550, in più di 40mln di tonnellate di prodotti finiti.
Questi materiali in asbesto purtroppo sono in moltissimi casi ancora presenti nel nostro territorio. La legge 257/1992, infatti, ha vietato l’estrazione e la lavorazione dell’amianto, senza un cogente obbligo di bonifica.
Solo l’amianto friabile fu accompagnato dall’obbligo di rimozione e bonifica. Per la rimozione dell’amianto compatto è stato invece approvato, solo in seguito, il protocollo di manutenzione con incapsulamento o confinamento. Così come affermato dall’OMS non esistono modalità di azzeramento del rischio amianto “controllate”. Tutti gli approcci che si basano sulla manutenzione possono infatti essere messi in pericolo da eventi traumatici e incontrollabili, come per esempio i terremoti. La rimozione e lo smaltimento in discarica rappresentano l’unica tecnica che permette di ridurre a zero il rischio di ammalarsi.
Nonostante la circolare del Ministero della Salute n. 45/1986, le scuole e gli ospedali non sono stati a tutt’oggi bonificati. Questo allarme è stato lanciato dall’Avv. Ezio Bonanni fin dai primi anni 2000 e, ancora, dall’ONA a partire dal 2008.
Le fibre di asbesto sono molto pericolose per la salute dell’uomo e l’asbesto, ha provocato, ancora nel 2020, altri 6.000 decessi nel nostro paese. Il mesotelioma costituisce la malattia più letale causata dalle fibre.
L’Avv. Ezio Bonanni, nella sua pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed.2022”, traccia il quadro della situazione attuale, anche in ordine alle tutele legali.
La rimozione bonifica amianto è una procedura molto delicata. Le procedure per la rimozione amianto, per svolgersi in tutta sicurezza, devono prevedere l’utilizzo di mano d’opera specializzata e attrezzata con le necessarie protezioni. Così da rimuovere le lastre di amianto senza disperderne le fibre nell’aria. Durante le attività di rimozione può verificarsi infatti l’aero dispersione delle fibre di amianto.
Secondo la normativa amianto vigente, non c’è l’obbligo bonifica amianto o eternit, a meno che questo non sia allo stato friabile. La bonifica delle coperture in cemento-amianto va effettuata in modo diverso in base allo stato di conservazione del manufatto. Si deve quindi valutare la percentuale di rischio che le fibre killer possano contaminare l’ambiente circostante.
Esistono, infatti, due tipologie di asbesto:
In tutti quei casi in cui l’amianto non è frabile ma esiste la possibilità di danneggiamenti, anche lievi, alla superficie in amianto, e la possibilità quindi di rilascio delle fibre killer, la bonifica non è d’obbligo. Essa però è l’unico modo per scongiurare danni gravissimi alla salute.
Approfondisci su: Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime in cui l’ONA ha insistito con il Ministro del Lavoro per la bonifica.
L’art. 12, L. 257/1992 stabilisce le norme sulla “Rimozione dell’amianto e tutela dell’ambiente”. Assegna alle ASL il compito di analizzare i manufatti e identificare la presenza di asbesto. Le ASL, inoltre, devono anche istituire e mantenere un registro delle strutture contenenti asbesto.
Le stesse ASL hanno l’obbligo di imporre ai proprietari di fare la denuncia della presenza di asbesto. Poi, i rifiuti dovranno essere classificati come tossico-nocivi.
Per quanto riguarda la bonifica, l’art.12 stabilisce che l’asbesto deve essere rimosso da aziende specializzate. Queste ultime, hanno l’obbligo di iscriversi in un apposito registro.
I professionisti addetti alle operazioni di bonifica devono essere regolarmente iscritti all’Albo Gestori Ambientali nella Categoria 10A o 10 B secondo quanto regolamentato dall’articolo 212 del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152.
Il trasporto in discarica, in particolare, consistendo nel conferimento in discarica di rifiuti speciali prevede l’accesso al sistema SISTRI.
Le ditte autorizzate predisporranno un apposito Piano di Lavoro (ai sensi dei cc. 2 e 5) che preveda le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro e la protezione dell’ambiente esterno.
La bonifica inizia con l’incapsulamento dei materiali, allo scopo di impedire la aero dispersione di fibre di asbesto durante le fasi di rimozione e trasporto delle lastre. Avviene mediante l’utilizzo di un incapsulante fissativo in dispersione acquosa ad alta penetrazione sull’intera superficie.
Dopo l’incapsulamento, le singole lastre vengono smontate e accatastate in un’area delimitata del cantiere. Nella fase di smontaggio si devono anche aspirare le eventuali polveri causate dalla rimozione di viti o rivetti di fissaggio delle lastre, così come quelle presenti sull’eventuale intelaiatura del tetto.
Le lastre di amianto rimosse vanno poi inviate ad una discarica autorizzata. Al termine dei lavori, si devono rilevare i valori di asbesto presente e, solo se questi risulteranno essere a norma, un incaricato della ASL potrà rilasciare la certificazione di restituibilità dell’area.
Come rimuovere amianto? Prima di procedere con la bonifica smaltimento amianto è fondamentale rivolgersi ad un tecnico che si occupi di fare un’attenta valutazione. In base a dei parametri stabiliti, questo potrà consigliare quale tecnica di bonifica amianto scegliere. La legge infatti, come già detto, prevede 3 tecniche distinte, oguna con i suoi pro e i contro.
La rimozione è da preferirsi quando il rischio di esposizione è molto elevato: questo, ad esempio, nei casi in cui l’asbesto è logorato e quindi può rilasciare facilmente fibre.
Elenchiamo qui di seguito i principali vantaggi della rimozione amianto:
Tra gli svantaggi:
Come smaltire l’amianto? Esistono tre possibili tecniche di bonifica, vediamo quali sono nel dettaglio.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni combattono quotidianamente contro l’amianto. Offrono assistenza legale ai lavoratori cui è stata riconosciuta una malattia professionale causata dall’amianto e da altri cancerogeni. Le vittime di malattia professionale hanno infatti diritto a una serie di risarcimenti, indennizzi e benefici. In caso di decesso saranno tutelati i diritti dei familiari superstiti. ONA mette a disposizione anche l’assistenza medica e psicologica.