Inquinamento termico: cause, conseguenze e soluzioni

L’inquinamento ambientale è caratterizzato da varie tipologie di inquinamento a seconda dell’agente inquinante che viene immesso nell’ambiente, in seguito alle attività umane. Che sia inquinamento da plastica, acustico, atmosferico o elettromagnetico, tutti i insieme vanno a comporre il quadro di un degrado ambientale preoccupante.

In questa guida ci occupiamo dell’inquinamento termico. Scopriamo cos’è, quali ne sono le principali fonti, le conseguenze ed i possibili rimedi. La salubrità dell’ambiente è legata al benessere e alla salute degli esseri umani e di tutte le forme viventi che popolano il pianeta.

Inquinamento termico: che cos’è?

L’inquinamento termico è un’anomalia della temperatura in un dato ambiente o in diversi ambienti. Consiste infatti nell’immissione di sostanze inquinanti che hanno come effetto quello del cambiamento di temperatura di un dato ambiente.

Esistono due tipi di inquinamento termico: uno diretto e uno indiretto. Nel primo caso immettendo energia termica nell’ecosistema scaturisce un importante innalzamento di temperatura istantaneo. Pensiamo per esempio all’acqua ad alte temperature riversata dalle industrie nei fiumi e nei piccoli corsi d’acqua.

Nel secondo caso gli effetti delle sorgenti inquinanti si ripercuotono invece indirettamente su scala globale. In questo caso le sorgenti inquinanti sono costituite da gas come l’anidride carbonica, il metano e gli idrocarburi alogenati. Esse causano inquinamento atmosferico ed insieme inquinamento termico. Il riscaldamento globale infatti altro non è che una gravissima forma di inquinamento termico.

Gli studiosi sono concordi nell’affermare che la stragrande maggioranza delle cause del cambiamento climatico sia in effetti indotta dall’inquinamento causato dalle attività antropiche che accelera a dismisura e aggrava una tendenza al riscaldamento propria di questo nostro tempo.

Un’altra causa non trascurabile di inquinamento termico, che influisce sulle temperature dell’ambiente è l’isola di calore urbana. Nei centri urbani, infatti, la temperatura risulta essere maggiore di 3,5-8 °C rispetto alle periferie o alla campagna a causa della cementificazione, dell’uso massiccio del riscaldamento e della densità abitativa e del traffico congestionato.

Cause dell’inquinamento termico

Tra le cause dell’inquinamento termico sono quindi rintracciabili cause dirette ed indirette. Tra le prime citiamo le immissioni nell’ambiente e negli ecosistemi di acqua e altre sostanze a temperature che alterano la normale temperatura di quegli ambienti. Questo tipo di inquinamento è causato da industrie e fabbriche in primis.

Fra le fonti indirette ci sono i gas, come l’anidride carbonica e gli inquinanti derivanti dai processi di combustione, che attraverso modalità indirette, come l’effetto serra, aumentano la temperatura dell’intero globo. Ad esse si aggiunge il calore generato dalle isole urbane, sempre più grandi e cementificate.

Le cause dell’inquinamento termico sono quindi sempre legate all’attività dell’uomo e dei paesi industrializzati o in fase di industrializzazione. Anche i vulcani, le sorgenti geotemiche e termali producono calore, ma lo fanno in misura più ridotta e sempre localizzata.

Inquinamento termico: quali sono le conseguenze?

Le conseguenze dell’inquinamento termico sull’ambiente e sulla salute dell’uomo hanno una portata che, senza rischio di esagerare, possiamo definire catastrofica. Qui di seguito analizziamo le conseguenze ambientali e sulla salute delle specie viventi nei vari ambienti de pianeta e nel dettaglio, senza tralasciare le conseguenze sulla salute dell’uomo.

Iniziamo parlando del mare e degli effetti dell’inquinamento termico su fauna e flora marina e sulla salute degli Oceani. Proseguiamo parlando di inquinamento termico in ambienti di acqua dolce e delle conseguenze indirette, ovvero dell’effetto serra e del cambiamento climatico.

Inquinamento termico nell’ambiente marino

La temperatura dell’acqua nei mari e negli oceani cambia molto lentamente, grazie alle enormi masse di acqua che possono ricevere grandi quantità di calore senza registrare grandi variazioni termiche.

La variazione però esiste e varia a seconda delle correnti che interessano oceani e mari ed è particolarmente evidente nei mari chiusi. Queste variazioni di temperatura mettono a repentaglio la biodiversità degli ecosistemi marini.

Le specie evolutesi per vivere in ambienti di mare caldo. E’ quello che sta succedendo nel Mediterraneo, il Mare Nostrum, dove assistiamo a due processi: la tropicalizzazione e la meridionalizzazione. Nell’ultimo caso fauna e flora un tempo presenti solo nelle aree più meridionali e calde del Mediterraneo si stanno spostando sempre più a nord. Chi fa snorkeling vede abitualmente pesci colorati come la donzella pavonina e il pesce pappagallo che in un passato molto recente non andavano più in là delle coste di Lampedusa. La tropicalizzazione riguarda invece specie tropicali che arrivano nel Mediterraneo per caso attraverso i trasporti o attraverso il Canale di Suez. Queste specie abituate ai mari tropicali riesco a sopravvivere grazie al riscaldamento del Mediterraneo e interagiscono con gli ecosistemi con stravolgimenti sull’intera catena alimentare.

La mancanza di ossigeno inoltre (derivante dal calore) e dall’innalzamento delle temperature determina la sofferenza di molte specie acquatiche. Cambia così la biosfera acquatica, le fonti di cibo, i periodi di riproduzione delle specie, si diffondono parassiti e nuove malattie.

Inquinamento termico in acqua dolce o salmastra

La stessa cosa succede negli ambienti acquatici di acqua dolce e salmastra (nei fiumi laghi e torrenti) dove vengono distrutti interi habitat. Ad essere minacciati non sono solo gli organismi che ci vivono ma anche le specie come uccelli, anfibi e invertebrati che si cibano di quelle specie o svolgono l’importante funzione riproduttiva in quelle acque.

La direttiva Habitat delle Comunità Europea dà le indicazioni a cui gli stati membri devono adattarsi per la protezione degli habitat delle specie a rischio ed in particolare degli uccelli. Molti di questi animali sono infatti molto specializzati e la distruzione degli habitat mette a repentaglio la loro sopravvivenza.

Riscaldamento globale: inquinamento ed effetto serra

Come già detto, l’inquinamento termico genera quello che notoriamente è conosciuto come effetto serra e riscaldamento globale. L’elevazione preoccupante delle temperature del pianeta è legata all’effetto dell’azione dei cosiddetti gas serra. Questi particolari gas permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera, nello stesso tempo però ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle radiazioni infrarosse che dovrebbero fuoriuscire dall’atmosfera terrestre, proprio come farebbe una serra.

Le conseguenze del cambiamento climatico sono devastanti: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento delle acque, fenomeni atmosferici estremi e stravolgimento dell’intero ciclo dell’acqua e dei venti che comporta la scomparsa della vita sulla Terra così come la conosciamo oggi.

Conseguenze sulla salute

Gli ultimi dodici anni sono stati tra i più caldi mai registrati. Da qui derivano svariate problematiche di salute che coinvolgono l’essere umano e che aggravano patologie pregresse. Pensiamo per esempio ai problemi cardiovascolari: le temperature alte provocano un maggior lavoro a carico del sistema respiratorio, e una maggiore attività per il mantenimento costante della temperatura corporea.

A lungo termine invece il benessere e la salute dell’uomo potrebbe essere minacciato da un completo stravolgimento delle risorse idriche e alimentari e degli equilibri degli ecosistemi, con proliferazione di nuove malattie e pandemie, carenza di acqua, desertificazione e carenza dei raccolti.

Quali sono i rimedi all’inquinamento termico?

Le forze politiche in gioco hanno emanato normative a livello nazionale e locale per fronteggiare il fenomeno dell’inquinamento termico.

Per gli scarichi idrici, le vigenti leggi in materia impongono il rispetto dei seguenti termini:

  • nel punto di immissione nelle acque la temperatura non deve essere superiore ai 35 °C;
  • entro i mille metri dal punto di immissione dello scarico, la variazione di sovralzo termico deve essere al massimo di 3 °C rispetto alla temperatura del corpo naturale.

L’utilizzo di impianti di raffreddamento è essenziale al mantenimento delle temperature, connesso all’utilizzo di energie rinnovabili. Gli incentivi e le politiche nazionali in Europa si stanno muovendo nella direzione dell’utilizzo delle rinnovabili a scapito delle non rinnovabili e dei combustibili fossili. La strada da fare però nella riduzione del traffico e nel passaggio a una mobilità sostenibile, degli scarichi, dell’inquinamento da combustione e nella diminuzione della produzione industriale a favore di un’industria etica centrata sul riutilizzo e la manutenzione sono ancora molti.

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