Prepensionamento amianto e mesotelioma

In questa guida scopriamo quali sono i diritti delle vittime di questa malattia e in particolare come e chi ha diritto al prepensionamento amianto. In cosa consiste? Come si ottiene per amianto prepensionamento?

Prepensionamento amianto per le vittime di esposizione

L’esposizione ad amianto sul luogo di lavoro causa gravi patologie asbesto correlate, perciò chi ne è vittima ha diritto a determinate prestazione assistenziali e può richiedere il prepensionamento amianto.

Tra le malattie da amianto la più grave è il mesotelioma, un tumore maligno molto aggressivo che, purtroppo, ha spesso esito infausto. L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avvocato Ezio Bonanni assistono le vittime di tutti i mesoteliomi e di tutte le malattie causate dall’esposizione all’asbesto e ad altri cancerogeni, sia dal punto di vista medico sia da quello legale.

Diritti delle vittime di mesotelioma

Il mesotelioma è un cancro che colpisce le cellule del mesotelio, un tessuto che riveste la superficie delle membrane sierose che avvolgono la parete interna del torace (pleura), dell’addome (peritoneo), del cuore (pericardio) e del testicolo (tunica vaginale). A seconda della membrana sierosa coinvolta esistono diversi tipi di mesotelioma:

Il mesotelioma è causato esclusivamente dall’amianto. L’inalazione o l’ingerimento delle fibre di asbesto possono infatti causare prima fenomeni infiammatori (asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici). Poi, aggravandosi, può far sviluppare neoplasie, come il mesotelioma. L’effetto cancerogeno dell’asbesto è confermato anche dalla monografia IARC.

Data l’aggressività del tumore del mesotelio è fondamentale ottenere una diagnosi precoce, che permetta la tempestività delle terapie. Infatti, purtroppo, la strage di amianto non sta arrestando, nonostante la sua messa al bando con la L.257/92, e con essa continuano a salire il numero di vittime di mesotelioma. Gli ultimi dati riguardanti l’Italia sono riportati dal VII rapporto RENAM e da “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-Ed.2022” dell’Avv. Bonanni.

Al fine di rendere note le migliori cure per questa patologia, l’ONA ha creato uno specifico protocollo per la diagnosi e il trattamento.

Quali sono le prestazioni assistenziali per le vittime?

L’ONA assiste le vittime di malattie amianto, come il mesotelioma, per il riconoscimento della malattia professionale. Infatti l’esposizione ai minerali di amianto avviene quasi sempre sul luogo di lavoro.

Una volta ottenuto questo riconoscimento, si ha diritto alle prestazioni INAIL, al Fondo Vittime Amianto, ai benefici contributivi e al risarcimenti danni. Infatti il risarcimento dei danni deve essere totale e comprendere, oltre all’indennizzo del danno biologico e di quello patrimoniale, anche tutti gli altri pregiudizi non patrimoniali, come i danni morali ed esistenziali.

Se si è, invece, appartenenti alle Forze Armate e al Comparto Sicurezza, è possibile richiedere il riconoscimento della causa di servizio e lo status di vittima del dovere.

Possono richiedere queste prestazioni anche gli eredi della vittima, in caso di decesso. Purtroppo, infatti, le aspettative di vita in caso di mesotelioma sono ancora basse.

Patologie asbesto correlate e prepensionamento amianto

I lavoratori malati di asbestosi, cancro polmonare, mesotelioma o altra patologia amianto correlata hanno diritto all’immediato pensionamento, senza limite di grado invalidante e di contributi maturati. I criteri per il riconoscimento e l’accesso al prepensionamento amianto sono stati disciplinati dal decreto 31 maggio 2017.

L’articolo 1, comma 250, della Legge 11 dicembre 2016, n. 232, ha accolto le richieste dell’Osservatorio Nazionale Amianto e del suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni. Ha sancito infatti il diritto all’immediato pensionamento per quei lavoratori sprovvisti dei requisiti per il pensionamento al momento dell’insorgenza e del riconoscimento della malattia di origine professionale.

Che cosa sono i benefici contributivi?

Le patologie professionali causate dall’amianto danno diritto alle vittime di ottenere i benefici contributivi amianto (ex art. 13 comma 7 Legge 257/92). Sono delle maggiorazioni contributive con il coefficiente 1,5, applicato al periodo di esposizione ad amianto. In questo modo, quindi, i lavoratori esposti possono ottenere una maggiore anzianità contributiva pari al 50%, utile per il prepensionamento.

Per esempio, se si ha lavorato per 20 anni, di cui 12 anni in esposizione ad asbesto, il periodo utile ai fini del diritto alla pensione sarà di 26 anni (12 x 1,5 + 8 anni). In altre parole, ogni anno di esposizione vale un anno e mezzo ai fini della rivalutazione della prestazione pensionistica in godimento.

Per coloro che sono già in pensione, i benefici contributivi permettono la ricostituzione della posizione contributiva e la riliquidazione della pensione, con ratei adeguati e rivalutati. Dovranno ottenere anche il pagamento delle differenze sui ratei medio tempore maturati.

Prepensionamento: pensione d’invalidità amianto

Non sempre i benefici contributivi permettono di ottenere il pensionamento immediato. Se il lavoratore vittima è molto giovane oppure non arriva all’anzianità contributiva, prima del 2016, avrebbe continuato a lavorare fino alla maturazione del diritto a pensione, utilizzando i benefici amianto. Ma con la Legge 232 del 2016 la situazione è cambiata e il lavoratore può chiedere di essere immediatamente collocato in pensione, grazie alla pensione d’invalidità amianto.

La procedura di pensionamento immediato, cioè la pensione d’inabilità amianto (art. 1, comma 250, L. 232/2016), può essere adottata solo se, con l’accredito dei benefici amianto, non si maturi il diritto a pensione. In caso contrario, infatti, per il lavoratore non è necessario né conveniente attivare la procedura con l’art. 1, comma 250, L. 232/2016.

Chi ha diritto al prepensionamento amianto?

I soggetti destinatari del prepensionamento amianto sono individuati dall’articolo 1, comma 250, della legge 232 del 2016, che è stato riformato con la L. 28/2019. Con la riforma del 2020, i lavoratori malati di malattie asbesto correlate possono ottenere, in caso di riconoscimento di malattia professionale, il prepensionamento amianto senza limiti. Mentre, in precedenza, soltanto coloro che erano malati di asbestosi, tumore del polmone e mesotelioma di origine professionale potevano goderne.

Chi ha quindi diritto al prepensionamento amianto? I beneficiari sono tutti i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (e forme esclusive e sostitutive), affetti da una malattia causata dall’esposizione all’amianto. I lavoratori devono essere malati di una malattia che è stata riconosciuta, da parte dell’INAIL o da altre amministrazioni competenti, quale malattia di origine professionale o causa di servizio, anche nel caso in cui l’assicurato non si trovi nell’assoluta e permanente impossibilità a svolgere attività di lavoro.

Le malattie asbesto correlate riconosciute di origine lavorativa da parte dell’INAIL sono divise in tre lista: La Lista I comprende i diversi tipi di mesotelioma, il tumore del polmone, il cancro della laringe, il carcinoma delle ovaie, asbestosi, placche e ispessimenti pleurici. Invece la Lista II include la neoplasia della faringe, il cancro dello stomaco e tumore del colon retto. Infine nella Lista III c’è solamente il tumore all’esofago.

L’impegno dell’ONA per il prepensionamento

L’Avv. Ezio Bonanni è stato il promotore dell’iniziativa parlamentare che ha permesso il pensionamento immediato dei lavoratori ammalati di patologie asbesto correlate. La normativa, di cui all’art 1, comma 250, della Legge 232/2016, è stata approvata per l’iniziativa dell’On.le Boccuzzi. Tuttavia ci sono stati notevoli ritardi nell’applicazione di questa normativa.

Solo grazie alle battaglie dell’ONA e dell’Avvocato Bonanni, è stata vinta la resistenza dell’INPS che tendeva a negare l’applicabilità di questo nuovo regime normativo. Ora, con le nuove norme, tutti coloro che hanno subito un danno amianto, che sia riconosciuto, potranno accedere al prepensionamento amianto.

Requisiti per richiedere il prepensionamento amianto

I lavoratori, per essere collocati in prepensionamento per amianto, devono soddisfare determinate condizioni:

  • riconoscimento INAIL o della causa di servizio della malattia causata dall’esposizione all’amianto;
  • anzianità contributiva di 5 anni, di cui 3 negli ultimi 5.

Tutti i lavoratori esposti ad amianto hanno diritto alle maggiorazioni contributive, anche se non sono ancora ammalati. Invece, quelli malati, hanno diritto alle maggiorazioni con l’art. 13, co. 7, L. 257/92, che è sempre pari al 50% del periodo di esposizione.

La domanda di pensione d’inabilità va fatta direttamente sul sito dell’INPS. Si può accedere al servizio tramite Codice Fiscale e PIN rilasciato dall’INPS oppure tramite identità SPID o Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Le linee guida sulla procedura sono state delineate nella Circolare INPS n. 34 del 09.03.2020. Il termine per fare richiesta è il 31.03.2023. Qualora non si rispettasse questo termine la domanda verrà esaminata l’anno successivo, a partire da aprile.

Infine è importante precisare però che il riconoscimento della pensione esclude la vittima dal riconoscimento anche della rendita. Infatti le due prestazioni non sono cumulabili.

Servizi di assistenza ONA per le vittime

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto ha organizzato un servizio di assistenza medica gratuita e ha dato vita ad un vero e proprio dipartimento dedicato ai malati di mesotelioma. Inoltre fornisce l’assistenza legale per la tutela dei diritti delle vittime.

Inoltre per far sì che ognuno eviti totalmente l’esposizione a questo agente cancerogeno, l’ONA ha istituito l’App Amianto. L’applicazione consente la mappatura del territorio nazionale, permette ai cittadini di segnalare le aree contaminate e facilita la bonifica dei siti contaminati.

Chiamando il numero verde 800 034 294 o compilando il form si può ottenere una consulenza gratuita ed avvalersi dell’assistenza medica, legale e psicologica gratuita di ONA.

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