Danno morale: cos’è e risarcimento

In questa guida scopriamo danno morale definizione, in cosa consiste, come ottenere il risarcimento di questo tipo di danno e la consulenza legale gratuita.

Diritto al risarcimento del danno morale

Cos’è il danno morale? Danno morale significato fa riferimento a una sofferenza psicologica e interiore che una persona è costretta a subire in seguito ad un illecito perpetrato a suo danno. Rientra nella più ampia categoria del danno non patrimoniale, ovvero di tutti quei danni causati alla persona e non al suo patrimonio.

Nel caso di malattia professionale e di patologie causate dall’esposizione all’asbesto, oltre al danno biologico e a quello patrimoniale, la vittima subisce anche un danno morale.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, insieme all’Avvocato Bonanni, si occupa della tutela legale degli esposti ad amianto e ad altri cancerogeni e fornisce l’assistenza per ottenere il risarcimento dei danni, compreso quello morale.

Definizione danno morale: che cos’è?

Il pregiudizio morale è una sofferenza interiore soggettiva. Si tratta di un perturbamento psichico o pregiudizio arrecato alla dignità o integrità umana, massima espressione della personalità di ogni individuo. Inizialmente previsti dall’art. 2059 c.c., i danni morali venivano riconosciuti solo in favore di soggetti vittime di un illecito penale. La Cassazione, nel tempo, ha poi modificato questo aspetto.

Attualmente le Sezioni Unite della Cassazione danno la seguente definizione di danno morale:

“La sofferenza morale, senza ulteriori connotazioni in termini di durata, integra il pregiudizio non patrimoniale. Deve trattarsi di un turbamento dell’anima, di un dolore sofferto, che non abbia generato degenerazioni patologiche della sofferenza”.

Perciò è possibile risarcire un danno morale quando sussistono determinate condizioni:

  • in caso di violazione dei diritti tutelati dalla Costituzione italiana e da trattati internazionali, come l’onore e la reputazione, la famiglia, la salute, l’identità personale;
  • quando il fatto illecito consiste in un reato.

I semplici disagi o gli inconvenienti della vita quotidiana non possono essere oggetto di risarcimento danni morali.

Differenza tra danni non patrimoniali

Sebbene facciano entrambi riferimento alla definizione danno non patrimoniale e appartengano a questa categoria, il pregiudizio morale si distingue nettamente da quello biologico.

Il danno biologico è un danno alla salute, mentre quello morale coincide con una sofferenza di natura passeggera, dovuta a un incidente, alle cure e convalescenza dalla malattia. Il danno esistenziale, invece, consiste in un peggioramento duraturo della qualità della vita, in seguito ad un atto lesivo.

Il pregiudizio morale è autonomo rispetto al quello biologico. Perciò va riconosciuto indipendentemente dal fatto che il soggetto abbia anche subito un danno biologico di natura fisica o psichica. Di conseguenza, si può far richiesta del risarcimento di questo tipo di danno anche se alla vittima non spetta alcun risarcimento per il pregiudizio biologico.

Come si calcola il danno morale?

Come si calcola il danno morale? I danni morali non sono semplici da quantificare. Dipendono infatti da fattori soggettivi difficilmente accertabili e individuabili.

Quando il danno biologico è superiore a 3 punti percentuali, quello morale viene di solito risarcito in automatico. Quando, invece, non è presente una lesione fisica, la vittima deve darne prova concreta e certa. Dovrà dimostrare la sussistenza di una sofferenza interiore che sia derivata dalle modalità con cui il danneggiato ha percepito la lesione oppure dalle specifiche circostanze in cui si è manifestato l’illecito. Tuttavia basta dimostrare il danno in sé e non l’entità di esso.

Per quantificare il danno, il giudice di solito ricorre al criterio della cosiddetta “equità”. In questo modo definisce una somma che, in base al proprio giudizio, si deve ritenere congrua. Più precisamente il risarcimento del danno morale deve avvenire secondo equità circostanziata (art. 2056 c.c.). Infatti il risarcimento del danno non patrimoniale deve essere integrale e tanto più elevato quanto maggiore è la lesione (SS.UU., sentenza 26972/2008).

La Corte di Cassazione (Cass., sez. III, 11754/2018) ha stabilito che, nella liquidazione del danno non patrimoniale, devono essere applicate le Tabelle del Tribunale di Milano (Cass., sentenza 12408/2011). Esse determinano il calcolo del danno biologico da invalidità permanente, tenendo conto di tutte le componenti non patrimoniali, compreso il danno morale.

Inoltre il giudice può procedere alla personalizzazione del danno, entro le percentuali massime di aumento previste nelle tabelle, dando adeguatamente conto nella motivazione della sussistenza di peculiari ragioni per un incremento del risarcimento. Infatti la Cassazione Civile, Sez. III, sentenza 5691/2016 ha chiarito che la quantificazione dei danni morali in una frazione del biologico non ne esclude una misurazione superiore a quanto stabilito dalle Tabelle del Tribunale di Milano.

Richiesta risarcimento danni morali: assistenza

L’ONA, insieme all’Avv. Ezio Bonanni e al suo team di esperti, assistono tutte le vittime che hanno subito un danno morale. In particolare si occupa delle vittime di tutti i mesoteliomi (pleurico, della tunica vaginale del testicolo, pericardico e del peritoneo). L’azione cancerogena dell’asbesto è confermata dall’ultima monografia dello IARC.

Le vittime possono richiedere l’assistenza medica, quella legale e l’assistenza psicologica. Attraverso l’assistenza legale le vittime possono avere una panoramica dei loro diritti e, seguiti da avvocati esperiti, possono ottenere il risarcimento integrale dei danni. Le vittime di mesoteliomi e di tutte le malattie professionali hanno anche diritto a una serie di prestazioni assistenziali e previdenziali.

Per richiedere la consulenza gratuita basta chiamare il numero verde o compilare il form.

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