Gas radon: cos’è e perché è pericoloso

Il gas radon è un gas naturalmente presente nella crosta terrestre. In determinate circostanze si hanno delle fuoriuscite che possono causare gravi problemi di salute alle persone esposte.

In questa guida scopriamo tutto sul gas radon e sulle malattie correlate all’esposizione. Scopriamo come fare per scoprire se si ha a rischio di esposizione e tutte le norme e legislazioni vigenti in materia.

Le vittime di esposizione hanno diritto alla tutela legale per ottenere gli indennizzi e i risarcimenti previsti dalla legge.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, presieduto dall’Avvocato Ezio Bonanni, fornisce l’assistenza legale gratuita oltre a quella medica e psicologica.

Cos’è il gas radon? Definizione e aspetto

Il gas radon, noto anche come rado, è un gas incolore, insapore e inodore presente in quantità limitate nel suolo, nelle rocce e in alcuni materiali da costruzione. La sua origine è legata al decadimento dell’uranio.

Il radon (Rn) è un elemento chimico con numero atomico 86, appartenente al gruppo VIIA, VI periodo della tavola periodica. Scoperto nel 1898 da Pierre e Marie Curie, è rappresentato nella tavola periodica dal simbolo Rn.

Classificato come gas nobile, è chimicamente inerte e naturalmente radioattivo. Il suo isotopo più stabile è il 22Rn, mentre l’isotopo 220Rn o toron, con un tempo di decadimento di circa 55 secondi, è di possibile interesse sanitario.

La radioattività del radon si misura in Becquerel (Bq), che indica la trasformazione di un nucleo atomico al secondo. La concentrazione nell’aria di radon gas radioattivo si esprime in Bq/m3.

Dove si trova il gas radon in natura?

In condizioni standard, il radon si presenta come un gas inodore e incolore. Si forma nella crosta terrestre attraverso il decadimento radioattivo del 226Radio (radon 226), che a sua volta deriva dal decadimento dell’uranio-238.

Quest’ultimo è presente nelle rocce, specialmente in quelle granitiche, sin dalla loro formazione, e si trova nei suoli e nelle acque. Il radon, solubile in acqua, tende a passare dall’acqua all’aria per diffusione semplice.

Il radon viene rilasciato all’aperto, disperdendosi nell’aria a concentrazioni molto basse (pochi Becquerel al metro cubo, Bq/m3). Quando penetra negli edifici, tuttavia, può concentrarsi, raggiungendo talvolta valori elevati, anche nell’ordine di centinaia o, più raramente, migliaia di Bq/m3.

Per illustrare la situazione di emergenza sul territorio italiano è stata condotta l’Indagine Nazionale sui livelli di concentrazione di radon nelle abitazioni. Questa indagine si è svolta tra il 1989 e il 1997, grazie all’Istituto Superiore di Sanità e all’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici).

Dove si concentra il rischio di esposizione al gas Radon?

Il gas radon è presente in tutti gli edifici, seppur in quantità variabili. Le regioni con valori elevati di concentrazione includono Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Campania. In quasi tutte le regioni, esistono zone più o meno estese, legate alle caratteristiche dei suoli e degli edifici.

Il radon (Rn) può essere presente in vari materiali da costruzione. Ad esempio, il gesso ha un’attività radioattiva di circa 20-100 Bq/kg, il granito da 100-200 Bq/kg e il tufo da 100-600 Bq/kg.

La via di diffusione attraverso le condotte d’acqua diventa significativa solo quando le sorgenti sono ricche di 226Radio, il “genitore” diretto del radon, con un tempo di dimezzamento di 1602 anni.

Il radon è ubiquitario, soprattutto in ambienti chiusi come case, scuole, negozi e luoghi di lavoro. Il 222Rn e i suoi “figli” emettono particelle alfa ad alta energia, capaci di causare danni alle cellule, in particolare al DNA. Dall’evento del decadimento radioattivo, si generano isotopi di polonio e bismuto.

Radon nelle abitazioni: come prevenire l’esposizione al rischio

Diversi fattori influenzano il livello di radon presente negli edifici, tra cui:

  1. Tipologia dell’edificio.
  2. Numero di ricambi d’aria.
  3. Grado di ventilazione, che può essere naturale o artificiale.

La principale fonte di radon è il suolo, e può infiltrarsi negli edifici, soprattutto se esiste una depressione tra gli ambienti interni e il terreno. Questa infiltrazione è spesso legata alla differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno dell’edificio.

A causa di questi fattori, i livelli di radon radioattivo risultano generalmente più elevati nelle cantine e ai piani inferiori, con variazioni significative durante il giorno e le stagioni. In particolare, la concentrazione tende ad aumentare durante l’inverno e nelle prime ore del mattino.

Ad esempio, nelle regioni settentrionali come l’Alto Adige, si è notato un incremento della concentrazione di radon nelle abitazioni quando il terreno si ghiaccia. Questo accade perché il gelo impedisce al gas di fuoriuscire dal terreno, favorendo la sua infiltrazione attraverso le abitazioni.

Danni alla salute dell’esposizione al gas Radon?

Alte concentrazioni di Radon possono essere nocive per la salute.

Il gas radon è infatti considerato cancerogeno, e l’inalazione dei radioisotopi da esso generati all’interno degli edifici può danneggiare le cellule dell’apparato bronco-polmonare e il DNA. Nella monografia IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) è classificato come agente cancerogeno per l’uomo, appartenente al gruppo 1.

Il pericolo per la salute deriva dai prodotti del decadimento del radon. Questi, essendo elettricamente carichi, si attaccano al particolato dell’aria e penetrano nel nostro organismo tramite le vie respiratorie.

Una volta nei tessuti polmonari, continuano a decadere e a emettere particelle alfa che possono danneggiare in modo diretto o indiretto il DNA delle cellule. Se il danno non è riparato correttamente dagli appositi meccanismi cellulari, può evolversi dando origine a un processo cancerogeno.

Infatti i danni causati dal radon sono in genere riparati dalle cellule, ma l’esposizione sinergica ad altri agenti cancerogeni come l’amianto, gli IPA, il benzene, ecc., può potenziare gli effetti dannosi, aumentando il rischio di tumori polmonari. Questo vale ovviamente anche per il fumo di sigaretta che contiene numerosi cancerogeni.

Quali sono i sintomi e i casi di tumore al polmone

Alcuni sintomi dell’esposizione al gas radon sono tosse, respiro difficoltoso o sibilante, raucedine, perdita di peso, strisce di sangue nell’espettorato.

L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che in Italia il numero di casi di tumore del polmone attribuibili all’esposizione al radon è compreso tra 1.000 e 5.500 ogni anno (su un totale annuale di circa 31.000 tumori polmonari). La maggior parte dei casi è tra i fumatori e si stima come la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta.

La legislazione sul radon: cosa dice la legge?

La direttiva 2013/59/EURATOM del Consiglio Europeo del 5 dicembre 2013, stabilisce le norme di sicurezza relative alla protezione dai pericoli che derivano dall’esposizione alle radiazioni di questo elemento.

In merito a detta tutela, già disciplinata a livello nazionale dal Decreto Legislativo 230/95 e successive modifiche e integrazioni.

Livello di concentrazione del Radon

Il livello di concentrazione del Radon non deve essere superiore al limite fissato di 300 βq/mc. Se il rilevamento della concentrazione di gas dovesse essere superiore a questo limite, i locali dovranno essere sottoposti a risanamento. Inoltre i lavori non potranno superare i dodici mesi.

Dal rispetto di queste e delle restanti norme dipende il rilascio della certificazione di agibilità.

Esposizione al Gas Radon nella Regione Puglia

In Puglia, dato il sottosuolo in prevalenza carsico, che gli permette di raggiungere abitazioni e ambienti di lavoro e una legge regionale garantisce particolari norme di sicurezza.

La Legge 3 novembre 2016, n. 30, poi modificata dalla Legge Regionale n. 36 del 09/08/2017, norma la sicurezza rispetto all’esposizione al radon in ambienti aperti al pubblico, comprese le scuole, gli asili nido e le scuole materne. Sono esclusi gli edifici residenziali.

Per ogni locale è obbligatorio applicare un dosimetro ogni 100 metri quadri di superficie, al costo di 20 euro ciascuno, con l’obbligo di eseguire due misurazioni l’anno.

Gas Radon: Legale tutela e danni da esposizione

Chiunque sia stato esposto al gas radon per motivi professionali e abbia un rischio di sviluppare tumori polmonari, leucemie o linfomi ha diritto a una tutela legale. Ciò può includere sorveglianza sanitaria, prestazioni previdenziali INAIL, riconoscimento come vittima del dovere e risarcimento dei danni in caso di malattia (danno biologico, esistenziale, morale).

L’ONA fornisce assistenza a coloro che sono stati esposti al gas radon per qualsiasi motivo e offre consulenza per la tutela dei loro diritti.

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