Un accusa di omicidio colposo per mesotelioma può essere attribuita a chi causa l’esposizione alla vittima. Cos’è l’omicidio colposo? E in quali casi il datore di lavoro può essere accusato di omicidio colposo se i propri dipendenti sono afflitti da mesotelioma? Quale è la pena prevista per omicidio colposo? A queste domande risponde questa guida e chiarisce tutti i diritti che devono essere salvaguardati.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto è un’associazione in prima linea in Italia nella lotta all’asbesto, sinonimo di amianto. Insieme al presidente, l’Avvocato Ezio Bonanni, offre assistenza medica e assistenza legale agli esposti ad asbesto e altri cancerogeni.
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Cosa si intende per omicidio colposo? L’omicidio colposo è un reato commesso da chi causa la morte di un’altra persona, non intenzionalmente ma per colpa. L’assenza di intenzionalità lo distingue dall’omicidio doloso, anche detto volontario. Il delitto, nel caso di omicidio colposo, si verifica infatti “a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per l’inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline” (art. 43 del c.p).
Il reato di omicidio colposo è procedibile d’ufficio. Significa che non è necessaria una querela affinché la procura possa avviare un’azione penale, ma è sufficiente la semplice “notizia criminis”.
L’art 589 del codice penale prevede, per l’omicidio colposo, la pena base della reclusione da 6 mesi a 5 anni. A seconda della fattispecie esistono però delle aggravanti. L’art. 589 c.p. disciplina l’omicidio colposo:
“Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la reclusione è da due a sette anni. Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni quindici”.
Il bene giuridico tutelato dalla norma è costituito dal diritto alla vita della persona. Privare qualcuno del bene vita è considerato infatti dal nostro ordinamento giuridico intollerabile. Per questo motivo deve avere conseguenze sul piano penale, anche se è avvenuto per colpa e non per dolo, senza intenzione di cagionare la morte di qualcuno.
Quindi cosa significa omicidio colposo? Si parla di omicidio colposo per mesotelioma quando il datore di lavoro ha la colpa di non avere messo in atto tutte le condotte a sua disposizione per evitare l’esposizione dannosa a carico dei suoi dipendenti.
Per esempio il Tribunale di Vercelli ha inflitto una condanna ai titolari di una impresa, dopo la morte di un’operaia. La donna, addetta allo smontaggio degli arredi di carrozze ferroviarie, era affetta da mesotelioma pleurico, come confermato dall’esame istologico. I colleghi di lavoro della defunta hanno testimoniato che nel reparto si liberavano polveri di amianto con l’uso del trapano e dello svitatore. Non c’era un impianto di aspirazione, mentre la decoibentazione è entrata in funzione soltanto in un secondo momento.
Secondo la Corte Suprema quando non è possibile stabilire “il momento di innesco irreversibile del mesotelioma pleurico” e tenuto conto che “è irrilevante ogni successiva esposizione all’amianto”, il datore di lavoro va condannato per omicidio colposo. Infatti, l’amianto, può provocare patologie tumorali anche a basse dosi, come in questo caso. Per questo, c’è stata la condanna.
In caso di omicidio colposo la prova deve essere “oltre ogni ragionevole dubbio“. Tuttavia ottenerla è complicato in caso di malattia professionale, in particolare per le malattie asbesto correlate. Per queste patologie la latenza è lunga e può arrivare fino a 50 anni dopo l’esposizione. Possono quindi essersi susseguiti diversi datori di lavoro.
Nonostante ciò, però, la Corte d’Appello di Venezia, con la sentenza 2512/2022, ha confermato il reato di omicidio colposo per gli ex ammiragli della Marina Militare. Infatti le prove erano eclatanti contro coloro che avrebbe dovuto tutelare la salute dei propri sottoposti.
Cos’è il mesotelioma? Il mesotelioma è una grave malattia causata esclusivamente dall’esposizione alle fibre di asbesto. Per questo motivo è considerato un marcatore in grado di indicare la presenza di amianto nei luoghi di lavoro.
Esistono diversi tipi di mesotelioma. Tutti coinvolgono le membrane sierose che avvolgono alcuni organi del corpo umano. Il mesotelioma pleurico è il più diffuso dei mesoteliomi e coinvolge la pleura, cioè il sottile rivestimento a due strati che avvolge i polmoni. Poi ci sono il mesotelioma peritoneale, che colpisce il peritoneo e coinvolge la membrana che avvolge l’addome, il mesotelioma pericardico, il quale attacca la membrana che riveste il cuore, e il mesotelioma testicolare, che coinvolge la tunica vaginale del testicolo.
Le aspettative di vita in caso di mesotelioma sono molto basse. Per migliorare la prognosi è fondamentale la diagnosi precoce. Il trattamento del mesotelioma consigliato, definito dal protocollo ONA, è sempre un trattamento multimodale, che coinvolge chemioterapia, radioterapia, chirurgia. Inoltre si è sperimentato con successo il trattamento con chemioterapia ad alta temperatura, applicata direttamente durante l’intervento chirurgico.
L’unico modo per impedire l’insorgenza del mesotelioma e delle altre patologie asbesto correlate è la prevenzione primaria, che consiste nell’evitare qualunque tipo di esposizione alle fibre killer. L’ONA promuove la bonifica dei siti contaminati. Nonostante al messa al bando con la Legge 257/1992, l’amianto è ancora presente in edifici pubblici e privati. Denuncia questa situazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed. 2022“.
Il registro mesoteliomi è un registro aggiornato che censisce tutti i casi di mesotelioma nel nostro Paese, tenendo conto dell’incidenza in base all’età, al sesso, alla professione e all’accertata esposizione all’amianto.
Si tratta dunque di uno strumento indispensabile dal punto di vista dell’analisi del dato epidemiologico. Il suo aggiornamento è fondamentale per la messa a punto delle politiche di prevenzione. Inoltre la presenza del dato epidemiologico permette di assicurare la tutela legale dei lavoratori esposti all’amianto e dei loro familiari.
Come si evince dall’ultimo aggiornamento del VII Rapporto Mesoteliomi, il numero dei mesoteliomi è in aumento. Data la latenza di questa malattia il picco è previsto proprio per il decennio 2020-2030.
Il responsabile di omicidio colposo può essere chiamato a risarcire il danno subito ai superstiti della vittima. I lavoratori vittime di mesotelioma hanno infatti diritto all’integrale risarcimento dei danni. Il risarcimento dei danni si distingue in:
Bisognerà però dimostrare il nesso causale, cioè che vi sia stata un’esposizione a seguito di attività lavorativa priva di cautele, che ha causato la neoplasia. Inoltre la prova dovrà dimostrare che tali condotte abbiano inciso nell’aggravare la malattia oppure, in caso di morte, che abbiano abbreviato il periodo di sopravvivenza della vittima.
In caso di decesso, le somme dovute alla vittima devono essere liquidate ai loro familiari, eredi legittimi. Gli eredi legittimi hanno diritto al risarcimento iure hereditas, cioè il risarcimento integrale dei danni spettanti al defunto, e iure proprio, dei danni subiti in prima persona.
Questi hanno due possibilità di azione:
L’art. 2947 c.c. prevede che la prescrizione del diritto al risarcimento danni si verifichi con il decorso del termine di 5 anni dal giorno dell’illecito.
L’ONA si occupa della tutela delle vittime e dei familiari a 360°. Per questo ha istituito l’App amianto, un valido strumento di censimento dei siti amianto in Italia, utile anche per dimostrare la presenza di amianto sul posto di lavoro.
Inoltre a chi ne fa richiesta offre l’assistenza medica e legale. Si occupa in particolar modo di risarcimento danni nei casi in cui il datore di lavoro non ha messo in pratica tutte le norme di sicurezza per evitare esposizioni alla noxa patogena che ha causato, per colpa, la malattia del lavoratore.
Per richiedere la consulenza gratuita basta chiamare il numero verde o compilare il form.