L‘inquinamento del suolo è una delle forme di inquinamento ambientale più gravi. La vita sul nostro pianeta è strettamente connessa alla presenza di suolo fertile e sano. Da esso dipende l’equilibrio degli ecosistemi e la ricchezza di biodiversità. L’inquinamento del suolo può intaccare le falde acquifere e le riserve d’acqua e influenza la qualità di quello che mangiamo.
In questa guida scopriamo tutto sull’inquinamento del suolo, quali sono le cause e le conseguenze e quali i possibili rimedi per la salvaguardia dell’ambiente e della nostra salute.
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L’inquinamento del suolo consiste nella presenza di agenti chimici e tossici che alterano il suolo. Essi possono essere di origine naturale o sintetica, ma in tutti i casi hanno effetti negativi sugli organismi viventi, con dirette conseguenze sulla catena alimentare, la salute e il benessere.
Questo tipo di inquinamento può essere anche meramente fisico. In questo caso è rappresentato dalle alterazioni del suolo che favoriscono smottamenti ed erosione e in generale un’importante diminuzione di suolo fertile.
Ma andiamo con ordine: che cos’è il suolo e percjé è così importante? Il suolo è lo strato superiore della crosta terrestre, formato da componenti organiche e minerali, in forma liquida, gassosa o solida.
Secondo gli studi più recenti, perdiamo circa 24 miliardi di tonnellate di suolo fertile all’anno. Come già detto nell’introduzione a questa nostra guida, un suolo inquinato e contaminato ha implicazioni sul nostro cibo, sull’acqua che beviamo e sull’aria che respiriamo.
Senza suolo fertile, è impossibile garantire la vita e il benessere delle popolazioni umane. Attraverso il dilavamento del suolo, inoltre, l’inquinamento si trasferisce anche ai corsi d’acqua e, attraverso le piogge, alle falde acquifere, causando indirettamente inquinamento idrico.
La scarsità di suolo fertile altera interi ecosistemi innescando una tendenza grave alla desertificazione. Essa favorisce il riscaldamento globale entrando a far parte di un circolo vizioso e pericoloso.
Tra le principali cause dell’inquinamento del suolo ci sono i rifiuti solidi, liquidi e gassosi, direttamente provenienti dalle attività antropiche. Oltre ai rifiuti domestici ci sono quelli speciali derivanti dalle attività industriali. Come per esempio idrocarburi e rifiuti contenenti diossine, metalli pesanti e solventi organici. Essi sono troppo spesso i protagonisti indiscussi di veri e propri disastri ambientali perpetrati nella maggior parte dei casi dalle ecomafie e che alimentano il business degli ecoreati e il degrado ambientale, con gravi danni per la salute e l’ambiente.
I prodotti fitosanitari utilizzati per combattere le principali aggressioni alle piante nell’agricoltura intensiva sono uno dei principali responsabili dell’inquinamento del suolo. Essi causano anche inquinamento idrico e sono responsabili di danni alla salute attraverso l’ingestione dei pesticidi. Causano inoltre malattie professionali agli agricoltori e a chiunque venga in contatto con i pesticidi tossici.
Le scorie radioattive in una quantità prestabilita da autorità competenti viene rigettata nell’ambiente dalle industrie nucleari. L’estrazione dell’uranio, il riprocessamento e lo stoccaggio delle scorie radioattive generano anch’essi un inquinamento radioattivo. In aggiunta ci sono i disastri ambientali dovuti a malfunzionamenti e incidenti di impianti nucleari (Fukushima, Cernobyl, Three Mile Island, ecc.).
A questi si agigungono anche i residui inutilizzabili di scorie radioattive che vengono sepolti in fosse oceaniche profonde o, in alcuni casi, interrati in zone geologicamente sicure e stabili.
L’inquinamento del suolo può avere conseguenze disastrose sugli ecosistemi. L’alterazione del metabolismo dei microrganismi e artropodi che vivono in un dato terreno può determinare l’eradicazione di una parte della catena alimentare primaria, con conseguenze su tutta la catena alimentare.
Esiste poi il fenomeno del bioaccumulo, un fenomeno attraverso il quale i pesticidi e in generale i patogeni inquinanti si accumulano nei corpi e in determinati organi degli animali esposti entrando nella catena alimentare o favorendo problemi di salute che mettono a rischio le specie.
Gli inquinanti alterano il metabolismo delle piante, il cui risultato più comune è la diminuzione della produzione di raccolto che favorisce a sua volta i fenomeni di erosione.
La diminuzione di biodiversità causata dall’inquinamento del suolo e dai processi a catena che innesca mette a repentaglio gli ecosistemi rendendoli più fragili e meno resilienti, esposti a malattie e meno capace di adattarsi ai cambiamenti.
L’ingresso di sostanze tossiche nella catena alimentare (ad esempio tramite gli animali che hanno pascolato su un terreno inquinato o il consumo di ortaggi) e l’inalazione di composti vaporizzati o l’ingestione di acqua contaminata hanno rilevanza tossicologica.
L’entità del danno biologico alla salute dell’essere umano è legata alla natura chimica del contaminante, dipende quindi dal tipo di patogeno. Oltre all’agente chimico presente infuiscono sul tipo di danni: la modalità di esposizione, la quantità di contaminante presente, la durata dell’esposizione e fattori genetici individuali e di salute generale.
Il piombo, per esempio, è particolarmente pericoloso per i bambini piccoli. Essi hanno un alto rischio di sviluppare danni cerebrali e al sistema nervoso.
Molti solventi clorurati provocano danni epatici, renali e depressione del sistema nervoso centrale. Esiste poi un intero spettro di ulteriori effetti sulla salute. Tra questi: mal di testa, nausea, affaticamento, irritazione oculare e rash cutanei.
L’inquinamento del suolo è responsabile, insieme ad altri fattori, della perdita di biodiversità la quale è connessa anche alle capacità della medicina e della ricerca di creare farmaci e medicinali sperimentali.
Nel continente europeo ci sono circa 2,8 milioni di siti industriali di cui si sospetta la contaminazione. La superficie agricola rappresenta il 25% del totale della superficie europea, e circa l’80% contiene residui chimici. Un discorso a parte merita l’inquinamento del suolo causato dalle ecomafie e dal sotteramento di rifiuti speciali pericolosi con modalità illegali, mettendo a repentaglio falde acquifere e raccolti.
In America Latina e in Asia ci sono alcuni dei Paesi che fanno più uso di pesticidi al mondo e solo il 30-40% delle acque reflue risulta trattato. Non sempre inoltre i Paesi sono dotati di normative atte a contrastare l’inquinamento idrico e del suolo.
In generale, l’industria è la principale responsabile dell’inquinamento del suolo in Europa occidentale e nord America. L’agricoltura è il maggior problema di America meridionale, Europa orientale e Asia, mentre l’estrazione mineraria influisce nella regione dell’Africa Subsahariana.
Il rimedio principale all’inquinamento del suolo consiste nell’attuazione di corrette politiche di gestione dei rifiuti.
L’inquinamento del suolo può essere contrastato col rimboschimento dei territori forestali o mediante procedimenti di bonifica e contrastando la deforestazione. La porzione di terreno inquinata può essere rimossa tramite escavazione e posta in zona di confinamento in modo che non si abbiano rischi per gli esseri umani o ecosistemi sensibili vicini.
Qui trovate la puntata di ONA TV su ambiente e transizione ecologica, un’opportunità per un modello di sviluppo sostenibile.
La sfida più importante individuata dall’ONU per il prossimo decennio (2021-2030) riguarda il restauro degli ecosistemi. Il report “Global assessment of soil pollution” (Valutazione globale dell’inquinamento del suolo) è il punto di arrivo di un lungo processo iniziato nel 2017, anno di approvazione della risoluzione ONU 3/6 sulla “gestione dell’inquinamento del suolo per realizzare uno sviluppo sostenibile”. La risoluzione è stata approvata da 177 Paesi. Ha permesso alle principali Agenzie ONU di riunirsi nel Simposio Globale sull’inquinamento del suolo. Un primo passo verso la realizzazione di un documento globale onnicomprensivo, in grado di orientare le scelte politiche ed economiche sul tema.