Può sorgere il mesotelioma in relazione alla professione. Alcune professioni come i minatori, i lavoratori edili, i meccanici, i marittimi e i lavoratori del settore navale sono a maggior rischio di esposizione all’amianto e quindi di contrarre la malattia. Un quadro chiaro delle principali categorie a rischio è dato dal VII Rapporto ReNaM.
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Il mesotelioma è una delle gravi patologie causate dall’esposizione ad amianto. L’asbesto è infatti un potente agente cancerogeno, come conferma l’ultima monografia IARC.
Secondo l’ultimo Rapporto ReNaM, per il 69,1% di coloro che contraggono la malattia essa è dovuta a un’esposizione professionale. Ma quali sono le categorie lavorative maggiormente a rischio? I settori di attività maggiormente coinvolti sono l’edilizia (16,2% ), l’industria pesante, come la metalmeccanica (8,8%) e la metallurgia (4%), il settore tessile (6,3%), le attività dei cantieri navali (7,4%), dei rotabili ferroviari (3,2%) e il settore della difesa militare (4,4%). L’insieme di questi settori è responsabile di quasi il 60% dei casi registrati negli archivi del Registro nazionale. A questi poi si aggiungono tutti i casi di soggetti ammalati a causa di un’esposizione inconsapevole nei luoghi di lavoro. Fanno parte di questa categoria la pubblica amministrazione (1,1%), la sanità (2%), banche, poste e assicurazioni (0,5%), il settore dell’istruzione (0,5%).
Il Rapporto evidenzia anche come nei settori dell’industria del cemento-amianto, della cantieristica navale e della manutenzione dei rotabili ferroviari, dal 1993-1998 al 2013-2018, i casi sono nettamente diminuiti, passando dal 23% al 9,2%. Al contrario i casi sono aumentati nel campo dell’edilizia, crescendo dal 12,1% nel periodo 1993 – 1998 al 17,7% nel periodo 2013 – 2018.
Uno dei settori in cui si registra il maggior numero dei casi è quello dell’industria metalmeccanica. I casi sono 1.944, presenti soprattutto in Toscana, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. I saldatori utilizzavano comunemente come protezioni contro il calore, prima della messa al bando dell’amianto con la legge 257/92, cartoni e tessuti in amianto. I manutentori meccanici e elettrici erano esposti anche durante gli interventi su strutture coibentate con materiali contenenti amianto e sugli interruttori di alta potenza.
Molte vittime di mesotelioma sono presenti anche nell’industria metallurgica (884 casi) e nel settore di fabbricazione di prodotti in metallo (1.251 casi). L’amianto era infatti impiegato sotto forma di pannelli per la coibentazione di altiforni e forni. Corde e tessuti in asbesto erano utilizzati per rivestire parti di macchinari e per proteggere tubazioni per il trasporto di olio lubrificante o acqua di raffreddamento. Anche gli stessi lavoratori indossavano indumenti protettivi in tessuti di amianto.
Anche coloro impiegati nel settore dell’estrazione e nelle raffinerie di petrolio fanno parte di una categoria a rischio amianto. In diverse aree dell’arco alpino erano attivi siti di estrazione di crisotilo e altri minerali asbestiformi, come la miniera di Balangero. Anche nelle miniere di talco del Piemonte e della Sardegna era presente l’amianto, che veniva mescolato al talco.
Nelle raffinerie, invece, l’amianto era utilizzato come coibente degli impianti, nel rivestimento di condotte per il trasporto di fluidi caldi e nelle guarnizioni di tubazioni, valvole e apparecchiature. Inoltre, durante la saldatura, erano usati schermi protettivi e tessuti in asbesto e vernici contenenti amianto potevano essere applicate sulle pareti.
Si contano 673 casi di mesotelioma nell’industria del cemento amianto. Il 12,1 % delle vittime si trova in Campania, l’8,3% in Sicilia e il 7,8% in Emilia-Romagna.
A essere stati esposti alla fibra killer sono purtroppo tutti i lavoratori impiegati nelle diverse fasi del ciclo produttivo. Esposizioni di notevole intensità erano presenti nelle fasi di movimentazione e svuotamento dell’amianto, nelle operazioni di taglio e finitura manuale dei manufatti. Hanno contribuito all’esposizione dei lavoratori anche le non idonee condizioni igienico-ambientali e la mancanza di utilizzo di DPI adeguati.
Le vittime di mesotelioma nel settore dei cantieri navali sono 1.318. A queste si aggiungono coloro che hanno contratto la patologia a causa della mansione di riparazione e demolizione (304 casi) e del trasporto marittimo (447 casi). Il maggior numero dei casi si è registrato in Liguria.
L’amianto infatti si utilizzò sotto forma di manufatti friabili nell’apparato motore a scopo antincendio, insonorizzante, termoisolante o anticondensa. Anche negli allestimenti interni delle navi è stato impiegato l’asbesto a spruzzo.
Tra i lavoratori impiegati nella costruzione e riparazione di rotabili ferroviari, i casi di mesotelioma registrati sono 696. L’esposizione ad amianto è stata determinata dall’applicazione a spruzzo di amianto (crocidolite) sulle parti interne delle motrici e carrozze e dal rivestimento dei mezzi di accoppiamento delle condotte di vapore per il riscaldamento.
Anche gli addetti alla manutenzione e riparazione degli autoveicoli sono stati notevolmente esposti, soprattutto in caso di interventi su apparati frenanti, su lamiere verniciate con vernici antirombo e su parti della carrozzeria o del vano motore contenenti cartoni, nastri, tele e corde di amianto a scopo coibentante e insonorizzante.
Approfondisce l’emergenza della presenza di amianto nel settore ferroviario l’episodio di ONA TV: “L’amianto corre sui binari“.
Nel settore dell’edilizia si registrano 3.574 casi di mesotelioma, principalmente nel Lazio, in Toscana e in Sicilia. L’amianto era infatti in passato usato in premiscelati per intonaci per esterni, mattonelle in vinil-amianto, collanti, mastici, impermeabilizzanti (resine o feltri bituminosi).
Inoltre gli idraulici hanno utilizzato condotte in cemento-amianto, per la conduzione di acqua potabile, acque reflue e gas. L’asbesto è presente anche in vecchie canne fumarie, guarnizioni, tubazioni per il trasporto di fluidi caldi e caldaie.
L’amianto è ancora diffusamente presente nel territorio nazionale. Sono molti infatti gli edifici pubblici in cui si trova la fibra killer, come scuole e ospedali. Denuncia questa situazione di emergenza e i ritardi nelle bonifiche l’Avv. Ezio Bonanni in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022”.
L’ancora massiccia presenza di questo cancerogeno ha così provocato ben 121 casi di mesotelioma nel settore scolastico. Il personale docente e non docente continua a essere vittima dell’esposizione ambientale ad amianto. Tratta dell’argomento anche il primo episodio di ONA TV: “Amianto nelle scuole, un pericolo ancora presente“.
Anche nella Pubblica Amministrazione si registrano 250 casi. Per esempio fanno parte di questa categoria i numerosi vigili del fuoco che hanno subito danni alla salute. Questi possono essere stati esposti alle fibre d’amianto a causa di incendi in capannoni industriali o edifici contaminati, oppure a causa dell’uso di tute e coperte spegni-fiamma in tessuto di amianto.
Uno dei settori più colpiti è anche quello della difesa militare. Sono ben 982 le vittime di mesotelioma appartenenti alle Forze Armate. Il personale militare di carriera o di leva addetto alla manutenzione meccanica degli autoveicoli, in particolare dei freni, degli aeromobili e delle navi ha operato spesso direttamente su materiali contenenti amianto.
Un’esposizione ambientale ha potuto interessare invece il personale di bordo delle navi contaminate. Infine guanti e coperte d’amianto sono stati dati in dotazione al personale militare per proteggersi durante la ricarica delle armi e l’uso di armamenti su mezzi mobili. Questo problema è approfondito durante l’episodio di ONA TV: “Mesotelioma nelle Forze Armate e tutela degli orfani“.
Anche l’industria tessile è un settore in cui si riscontrano diverse vittime di mesotelioma. Sono ben 1.401 i lavoratori che sono stati esposti ad amianto. Il minerale è stato infatti spesso impiegato come materia prima per la tessitura di misto-lana e, negli Stati Uniti, per la realizzazione di feltri. Anche le macchine per la filatura e la tessitura necessitavano di apparati frenanti i cui pattini contenevano amianto.
Inoltre il talco industriale potenzialmente contaminato da fibre asbestiformi è stato usato con funzione antiadesiva nella lavorazione del pellame. I casi di mesotelioma in coloro che sono impiegati nell’industria conciaria sono 96. Infine anche la stiratura dei capi e la formatura dei cappelli prevedeva l’uso di caldaie e tubazioni per il trasporto di vapore, coibentate con amianto friabile o in tessuto.
Esistono altre categorie di lavoratori in cui vi è rischio di esposizione ad amianto. Per esempio nell’industria alimentare l’amianto era presente, prevalentemente in forma friabile, nelle produzioni che prevedevano la cottura di alimenti o il trasporto dei fluidi caldi. La coibentazioni in amianto friabile era presente anche in impianti necessari per la produzione di melassa o di zucchero. Inoltre si utilizzavano filtri di amianto nella produzione di vini e altre bevande e le fibre erano presenti anche nei mangimifici per l’alimentazione di pollami.
Altri settori a rischio esposizione sono:
L’Avvocato Bonanni è il presidente dell’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto. L’associazione da anni si occupa di tutelare le vittime del mesotelioma e delle altre patologie asbesto correlate. L’unico modo per non subire danni alla proprio salute è evitare qualsiasi esposizione. La prevenzione primaria è possibile solamente bonificando i siti contaminati. Per agevolare la messa in sicurezza delle aree e procedere alla mappatura del territorio nazionale, l’ONA ha istituito l’App Amianto, attraverso cui i cittadini possono segnalare le zone a rischio esposizione.
Per i lavoratori che sono esposti a cancerogeni, come l’amianto, sul luogo di lavoro è fondamentale la prevenzione secondaria. La sorveglianza sanitaria infatti permette la diagnosi precoce di eventuali malattie e il sottoporsi a trattamenti terapeutici tempestivi.
Infine, in caso di danni alla salute, le vittime possono richiedere il riconoscimento dei propri diritti (prevenzione terziaria). Grazie all’assistenza legale dell’ONA si può ottenere il riconoscimento di malattia professionale, delle prestazioni INAIL e del risarcimento danni. Chi fa parte delle Forze Armate e Comparto Sicurezza può richiedere invece il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere.
È possibile ottenere la propria consulenza gratuita, medica e legale, chiamando il numero verde o compilando il form.