Il diritto alla salute è un diritto individuale che si acquisisce al momento della nascita. È un diritto inviolabile, tutelato a livello mondiale. In particolare, il diritto alla salute come diritto umano appartiene a tutti, indipendentemente dal Paese di appartenenza, dal genere, dalle opinioni personali, dal proprio credo e dal colore della pelle.
L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’associazione, tutelano la salute dei cittadini, in particolare le vittime dell’esposizione ad amianto, che hanno subito una grave violazione del diritto alla salute.
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Il diritto alla salute è un diritto universale che appartiene a tutti gli uomini, donne e bambini. Il diritto alla salute, inteso come diritto universale, è garantito a chiunque e allo stesso modo. Per il nostro ordinamento, il diritto alla salute rappresenta l’unico diritto a essere qualificato come “inviolabile”, poiché rappresenta la premessa biologica per l’integrità fisica, senza la quale non potremmo beneficiare di tutti gli altri diritti.
Il concetto di diritto alla salute nasce nel Dopoguerra. Una delle prime istituzioni mondiali a darne una concreta definizione è stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità. La salute coincide con uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia o infermità”. L’agenzia internazionale riprende il significato originario del termine e ne definisce alcuni profili. Infatti, se prima della nascita della medicina con il termine salute si intende uno stato di benessere spirituale, con Ippocrate il concetto di salute ha assunto un’accezione più scientifica.
Tale affermazione, negli anni è stata messa più volte in discussione e così, nel 2011, l’OMS dà una nuova definizione: “la salute è la capacità di adattamento e di autogestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive”.
Per la prima volta, oltre la sfera biologica, sociale, ambientale ed economica, al concetto di salute viene data una definizione nuova e consapevole. Secondo l’ente, il benessere fisico e psichico di un individuo passa anche per la consapevolezza della propria persona.
Dopo il disastro del Dopoguerra, nasce la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, sancita il 10 Dicembre del 1948. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha emanato una dichiarazione composta da 30 articoli che comprendono tutti i diritti umani universali. Tale decisione è stata adottata per evitare le disuguaglianze sociali tra i popoli e le Nazioni, sulla base dell’odio e delle discriminazioni del recente conflitto mondiale.
Sono definiti “diritti universali umani” tutti quei diritti che acquisiamo al momento della nascita. Questi diritti appartengono a tutti, indipendentemente dalla nazionalità, dal sesso, dalle convinzioni personali, dalla religione e dal colore della pelle. Tali diritti possono, inoltre, essere distinti in: libertà inalienabili, diritti economici, sociali e culturali, e diritti di solidarietà.
Essi comprendono tutte le libertà civili e politiche, come il diritto alla vita, il diritto di voto, il divieto della tortura, il diritto alla salute e così via. Per garantire a tutti e indistintamente i diritti universali umani, la maggior parte degli Stati ha incluso i 30 diritti della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo all’interno del proprio ordinamento, come l’Italia.
La decisione degli Stati di includere nel proprio ordinamento i 30 diritti universali dell’uomo nasce con l’intento di abbattere le disuguaglianze sociali, religiose ed economiche tra le differenti Nazioni. In realtà, però, tali disuguaglianze non sono state ancora superate. Infatti, recenti studi affermano che le differenti categorie sociali tendono a godere di una condizione di salute differente, condizionata dall’area in cui vivono e dai servizi a loro disposizione.
Per la tutela dei diritti universali dell’uomo, gli Stati, gli enti governativi o i singoli individui possono rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Il CEDU è un organo giuridico che ha sede a Strasburgo e, tra le funzioni, ha proprio la tutela dei diritti universali umani. Infatti, coloro che ricevono una violazione possono richiedere alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo il risarcimento del danno.
Il diritto alla salute, come diritto fondamentale per l’individuo e la collettività, è tutelato anche dalla Carta Sociale Europea. Si tratta di una convenzione del Consiglio d’Europa entrata in vigore nel 1999, al quale aderiscono ben 42 Stati su 43. La Carta Sociale Europea riconosce i diritti umani e le libertà e stabilisce gli organi di controllo, che devono garantire il rispetto di tali norme da parte di tutti gli Stati aderenti.
In particolare, il Comitato europeo dei Diritti sociali è l’organo deputato al controllo e al rispetto delle obbligazioni previste dalla Carta. L’art. 11 della Carta Sociale Europea tutela il diritto alla salute. In particolare, si legge: “Ogni persona ha diritto di usufruire di tutte le misure che consentono di godere del miglior stato di salute ottenibile”.
Così, i 42 Stati aderenti devono garantire ai propri cittadini strutture sanitarie accessibili ed efficienti, programmi di prevenzione per la tutela di salute e ambiente, così da abbassare il rischio di ammalarsi, garantire la sicurezza sul lavoro e tutelare le lavoratrici madri. Inoltre, ogni Stato deve poter garantire l’accessibilità e la sostenibilità delle cure sanitarie anche agli indigenti.
L’organo di controllo della Carta Sociale Europea, negli anni di pandemia mondiale, ha approvato diverse misure di protezione e prevenzione per contrastare il contagio da COVID-19.
Tali misure consistono proprio nell’ideazione di una campagna vaccinale, nella fornitura di test diagnostici, nella tracciabilità dei contagi, nel distanziamento sociale e isolamento, nella fornitura di mascherine e disinfettanti adeguati e l’imposizione di misure di quarantena ed autoisolamento. Tutte queste misure sono state adottate nel pieno rispetto dei diritti universali umani, in cui la salute viene tutelata e quindi protetta.
Le misure di protezione e prevenzione adottate hanno come finalità soprattutto la sicurezza sul lavoro e i diritti dei bambini e degli anziani. Perciò sussiste la necessità di fornire ulteriori finanziamenti ai servizi di sanità pubblica. Infatti, in una situazione di emergenza sanitaria, la tutela del diritto alla salute deve essere la priorità per ogni Stato.
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti“.
La Costituzione Italiana tutela così il diritto alla salute. Con l’art. 32 lo Stato Italiano si impegna a garantire a tutti i suoi cittadini il diritto alla salute. In particolare, il nostro ordinamento tutela la salute delle persone sotto diversi punti di vista. Oltre a tutelare il diritto a essere curati, tutela anche il diritto di scegliere di non sottoporsi a un trattamento sanitario.
Inoltre ,così come il diritto alla salute è del singolo, è fondamentale anche il diritto alla salute della collettività. Grazie al Sistema Sanitario Nazionale, a tutta la popolazione italiana viene garantita l’assistenza sanitaria, con attività di promozione, prevenzione, educazione e sensibilizzazione alla salute fisica e psichica.
Il Sistema Sanitario Nazionale nasce nel 1978 con l’obiettivo di fornire assistenza sanitaria a tutti i cittadini senza distinzioni di genere, residenza, età, reddito e lavoro. Infatti, il diritto alla salute non può essere negato a coloro che si trovano in condizioni di miseria. Infatti, per questi ultimi, la Costituzione garantisce la gratuità del servizio. Per tutti gli altri, invece, prevede una forma di compartecipazione per coprire parte delle spese erogate dal Sistema Sanitario Nazionale.
Come sancito dalla Carta sociale, anche il Sistema Sanitario Nazionale si deve impegnare a garantire il diritto alla salute della collettività. Per realizzare tale finalità, ha l’obbligo di adempiere a due importanti ruoli. Il primo riguarda l’educazione e la sensibilizzazione della popolazione alla salute. Il secondo, invece, è di garantire controlli gratuiti, sorveglianza sanitaria e attività di screening, adeguatamente ripartiti su tutto il territorio.
L’adozione di uno stile di vita corretto, insieme alla partecipazione dei programmi di prevenzione messi a disposizione dalla propria Regione e il rispetto dei protocolli di cura, permettono la salvaguardia della salute umana. In particolar modo, l’Osservatorio Nazionale Amianto si batte, ogni anno, per la promozione dell’efficienza dei programmi di prevenzione. Secondo l’ONA, educazione e sensibilizzazione rappresentano aspetti chiave per la tutela della salute.
Con la prevenzione primaria gli individui possono scongiurare l’insorgenza di patologie di vario genere, evitando situazioni di rischio come l’esposizione a cancerogeni. A tale scopo l’ONA ha istituito l’App Amianto. L’applicazione permette a tutti i cittadini di segnalare i siti contaminati da asbesto e fornisce informazioni per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e dell’uomo. Questa forma di prevenzione può essere attuata anche grazie ai programmi di prevenzione ed educazione divulgati dal Sistema Sanitario Nazionale.
Grazie, invece, alla prevenzione secondaria uomini, donne e bambini possono intercettare l’insorgenza di qualsiasi patologia, prima che questa raggiunga una fase inoltrata. Le attività di prevenzione secondaria si realizzano mediante controlli gratuiti e attività di screening. Infine, la prevenzione terziaria riguarda la difesa dei diritti di coloro che hanno subito gravi danni alla salute.
L’Osservatorio Nazionale Amianto, insieme al suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, tutela tutte le vittime dell’amianto e tutti coloro che subiscono una violazione del diritto alla salute. Coloro che hanno subito una violazione del diritto alla salute possono richiedere una consulenza gratuita e richiedere l’attivazione della tutela medico-legale. Per avere maggiori informazioni basta chiamare il numero verde 800 034 294 o compilare il form.