Sembra esserci una correlazione tra lo sviluppo del mesotelioma e la genetica. Alcuni studi hanno indicato che esistono fattori genetici che possono influire sulla predisposizione a sviluppare il mesotelioma.
Indice dei contenuti
Il mesotelioma è un tumore raro e aggressivo il cui principale fattore di rischio è l’esposizione all’amianto. La maggior parte di questi tumori si verifica infatti in persone che sono entrate in contatto con questa sostanza sul posto di lavoro.
La capacità cancerogena delle fibre di amianto, confermata dalla monografia IARC, agisce tramite differenti meccanismi:
Alcuni studi hanno dimostrato che, nello sviluppo di questa grave malattia, oltre all’esposizione, gioca un ruolo importante anche una predisposizione genetica.
Diverse ricerche scientifiche hanno osservato come esistano numerosi geni oncosoppressori, cioè coinvolti nella divisione cellulare, che risultano alterati in caso di sviluppo del mesotelioma. In particolare si fa riferimento a NF2, CDKN2A (p16INK4a), CDKN2B (p15INK4b) e BAP1.
Per quanto riguarda il mesotelioma, soprattutto nella forma sarcomatoide, nel 70-85% dei casi si riscontra una l’alterazione che porta più frequentemente all’inattivazione di p16. Invece, per il mesotelioma pleurico maligno, risultano alterati in particolare due geni, THRB e MMP14.
Questi riscontri, in particolare l’attivazione di CTLA4, del checkpoint PD-1/PD-L1 e l’angiogenesi con iperespressione di VEGFR, sono importanti per lo sviluppo di future scelte terapeutiche a bersaglio molecolare per affrontare il mesotelioma.
I ricercatori del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, in collaborazione con l’Ospedale San Antonio e Biagio di Alessandria, hanno individuato un alto numero di mutazioni geniche, legate alla precoce progressione del tumore e alla riduzione della sopravvivenza.
Questo risultato è stato ottenuto grazie all’utilizzo di un sequenziamento mirato di nuova generazione. Esso ha permesso di identificare 52 geni fra quelli più frequentemente mutati nei tumori, in 123 pazienti con mesotelioma maligno della pleura in stadio avanzato (III e IV).
Nel mesotelioma si riscontra in particolare un accumulo di numerose mutazioni “temporanee”, che potrebbe spiegare la fase di latenza molto lunga della comparsa clinica della malattia. Le alterazioni si concentrano essenzialmente nell’ambito di due vie molecolari: quella che coinvolge il gene p53 e i geni concentrati nella via PI3K-AKT.
Uno studio condotto dall’Università del Piemonte Orientale ha dimostrato come circa il 10% dei pazienti che si ammala di mesotelioma pleurico è portatore di varianti genetiche in grado di aumentare il rischio di sviluppare altri tumori.
Le mutazioni della linea germinale in BAP1 possono condurre a un maggior rischio di sviluppare una serie di tumori diversi, tra cui il mesotelioma. Si identificano poi dieci varianti troncanti patogene: PALB2, BRCA1, FANCI, ATM, SLX4, BRCA2, FANCC, FANCF, PMS1 e XPC. Tutti questi geni sono coinvolti nei percorsi di riparazione del DNA e sono stati riscontrati nei pazienti che mostravano una minore esposizione all’amianto. Questo risultato dimostra che la presenza delle mutazioni aumenta la sensibilità all’esposizione ad amianto.
Grazie a questo studio pubblicato sulla rivista Cancer Letters, “Germline mutations in DNA repair genes predispose asbestos-exposed patients to malignant pleural mesothelioma”, si sono poste le basi per una medicina di precisione anche per il mesotelioma pleurico, che utilizzi farmaci inibitori.
Lo studio è stato condotto su 93 persone di Casale Monferrato affette da mesotelioma, che erano state esposte in passato a fibre di amianto. Di questi ben il 10% è portatore di lesioni genetiche ereditarie in una serie di geni coinvolti nella riparazione dei danni del DNA.
La presenza delle mutazioni aumenta la sensibilità all’esposizione alle fibre, sebbene erano stati esposti a quantitativi di asbesto significativamente minori rispetto a tutti gli altri pazienti.
In particolare la ricerca ha riguardato 15 geni coinvolti nel restauro del DNA (XRCC1, XRCC3, ERCC1, ERCC2, OGG1, PARP, PCNA, MGMT, APEX, NBS1), nel controllo dello stato redox (GPX1, SOD2), nell’infiammazione (OPN), un gene per la fosfatasi 1 (RAI) e SEP15, un gene down-regolato in cellule di mesotelioma. I risultati confermano un ruolo possibile di XRCC1 399Q e di XRCC1 -77T come fattore di rischio per il mesotelioma maligno.
Uno studio svedese ha riscontrato una diretta correlazione tra l’incidenza di tumori della vescica e dei reni con lo sviluppo di un mesotelioma. In particolare, dai dati raccolti nel Registro svedese dei tumori è stato possibile notare un certo legame tra lo sviluppo di una neoplasia delle cellule del mesotelio e la presenza di un fratello o di una sorella con un tumore alla vescica o ai reni.
Il rischio familiare di mesotelioma è aumentato significativamente quando sia ai genitori sia ai fratelli è stato diagnosticato il mesotelioma. In più gli individui con un fratello affetto da tumore al rene o cancro della vescica avevano un rischio maggiore di mesotelioma. Al contrario, questo non aumentava quando erano i coniugi a essere affetti da tumori renali o della vescica.
Perciò i fattori genetici condivisi possono contribuire al raggruppamento familiare osservato del mesotelioma. Tuttavia il contributo di fattori ambientali condivisi non può essere trascurato.
L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto, insieme all’Avv. Ezio Bonanni, si occupa di tutelare le vittime del mesotelioma e delle altre patologie asbesto correlate. Oltre a sostenere l’importanza della prevenzione primaria e della bonifica dei siti contaminati, è fondamentale incentivare la ricerca scientifica.
Grazie ai progressi della medicina è possibile giungere a nuove terapie in grado di aumentare sempre di più le aspettative di vita di chi è affetto dal mesotelioma. Inoltre non bisogna dimenticare il ruolo chiave svolto dalla sorveglianza sanitaria, grazie alla quale si giunge alla diagnosi precoce e a trattamenti terapeutici tempestivi. Ne ribadisce l’importanza anche l’Avv. Bonanni e il membro del Comitato tecnico-scientifico dell’ONA, il Dott. Montilla, nell’incontro del 16.01.2023 su “Trattamento diagnostico e clinico precoce“.
Infine, le vittime possono richiedere il riconoscimento dei propri diritti (prevenzione terziaria), grazie all’assistenza legale. È possibile ottenere la propria consulenza gratuita, medica e legale, chiamando il numero verde o compilando il form.