Cosa sono i pesticidi? Quali danni provocano alla salute dell’uomo e dell’ambiente? In questa guida scopriamo tutto sui pesticidi, sui loro utilizzi e sulla legislazione europea che ne autorizza l’utilizzo.
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I pesticidi sono largamente utilizzati nell’agricoltura intensiva e non solo. Rappresentano un grave pericolo per la salute di coloro che li utilizzano nonché per il consumatore finale della frutta e verdura sottoposta ai trattamenti fitosanitari. I pesticidi sono infatti prodotti fitosanitari, letali per l’uomo e per l’ambiente, che vengono utilizzati per rimuovere ciò che danneggia le piante coltivate.
Gli agricoltori che sviluppano una malattia correlata all’esposizione a pesticidi hanno il diritto al riconoscimento di malattia professionale e a tutti gli indennizzi previsti dalla legge, compreso il risarcimento dei danni a carico del datore di lavoro. L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, insieme al suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, è in prima linea per tutelare tutte le vittime di agenti tossici e cancerogeni, come l’amianto. Mette perciò a disposizione un servizio gratuito di assistenza medica e assistenza legale.
Con il termine pesticida, dall’inglese pesticides, si indicano i prodotti fitosanitari, tra i quali antiparassitari, fitofarmaci, agro-farmaci. Il loro scopo è quello di garantire la salute della coltura. Servono infatti a distruggere o tenere sotto controllo qualsiasi organismo nocivo per le piante e per gli animali. Possono anche servire a impedire o prevenire i danni nelle fasi di produzione, lavorazione, conservazione, trasporto e commercializzazione dei raccolti, degli alimenti e del legname. Sono anche impiegati sulle piante, per regolarne la crescita, diradare i frutti o impedirne la caduta precoce.
I pesticidi dunque non si usano solo nell’agricoltura ma in tutto il mondo vegetale, animale, nel settore alimentare e agroindustriale e, per i vettori di malattie, anche all’uomo.
Con il termine pesticida non si intendono inoltre solo i prodotti sintetici, ma anche quelli naturali come virus, batteri e funghi, impiegati contro gli organismi nocivi. Non tutti pesticidi sono dunque tossici per la salute. Alcuni sono biologici, altri hanno un’azione selettiva, che danneggia solo l’organismo nocivo e non rimangono a lungo nell’ambiente.
C’è una differenza tra fertilizzanti e pesticidi. I fertilizzanti, infatti, sono sostanze utilizzate in agricoltura per l’arricchimento del terreno con elementi nutritivi, come azoto, fosforo, potassio, che svolgono un ruolo essenziale nella crescita dei prodotti vegetali. Ma anche i fertilizzanti, pur non ricadendo nella categoria dei pesticidi, possono avere un effetto devastante sull’ambiente, causando per esempio l’eutrofizzazione di laghi e fiumi.
I pesticidi, cioè i prodotti fitosanitari, si distinguono in diverse categorie in relazione agli organismi contro cui sono utilizzati. Ci sono:
Ognuna delle categorie di pesticidi include, a sua volta, sostanze o principi attivi appartenenti a diverse classi chimiche, che agiscono con meccanismi diversi. I pesticidi non possono, quindi, essere considerati un gruppo omogeneo di sostanze.
I prodotti fitosanitari in commercio sono formulazioni che contengono almeno una sostanza attiva che permette al prodotto di svolgere la sua azione. A essa sono generalmente aggiunte altre sostanze utili (chiamate co-formulanti) che servono per:
L’impiego di sostanze chimiche, capaci di garantire elevati standard qualitativi e produttivi e protezione contro piante infestanti, insetti e funghi in ambito agricolo, è ancora estremamente diffuso. Tuttavia è stato dimostrato come non abbia contribuito alla riduzione della fame del mondo. E i pesticidi sono responsabili di impatti negativi sulla salute dell’uomo e degli ecosistemi.
Inoltre i pesticidi sono largamente utilizzati nonostante lo sviluppo di tecniche di intervento e prevenzione alternative. Tra queste ci sono l’applicazione di corrette pratiche di gestione agronomica, l’utilizzo di organismi competitori e l’applicazione di tecnologie innovative per minimizzarne gli impatti e ridurre i rischi associati alla loro esposizione.
I pesticidi sono usati in diversi settori per risolvere numerosi problemi che attengono alla salute umana, animale e vegetale. Uno dei principali settori in cui sono usati i pesticidi è l’agricoltura, per la protezione o lo sviluppo delle colture, comprese quelle non destinate alla produzione di cibo e del bestiame.
I fitosanitari sono molto utilizzati nel comparto agroalimentare e agroindustriale, come nell’industria tessile e del legno.
I pesticidi si usano anche per tutelare la salute umana, degli animali e degli ambienti domestici, contro i vettori di malattie e contro macro e microrganismi (topi, parassiti, muffe, batteri).
Tuttavia i pesticidi possono essere dei potenti inquinanti. Essi causano inquinamento, specialmente inquinamento idrico. Grazie alle piogge, finiscono con il penetrare nelle falde acquifere, contaminando corsi d’acqua, laghi e mare. Possono causare la moria di pesci e piccoli organismi, animali e vegetali.
I pesticidi sono dannosi per chi ingerisce frutta e verdura contaminate da questi agenti tossici. In particolare, i soggetti più deboli sono i bambini. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’esposizione a livelli tossici di alcuni insetticidi può causare effetti sul sistema nervoso centrale. L’impiego di altri può determinare effetti sul fegato, sulla fertilità o possono risultare cancerogeni. Vista la grande varietà di classi chimiche e di microorganismi utilizzati, gli effetti sulla salute dei pesticidi sono diversi a seconda del tipo di prodotto utilizzato.
Il pesticida ideale è quello cosiddetto selettivo, cioè tossico solo per gli organismi bersaglio e non per altre specie. Vale a dire che, svolta la loro azione, non rimangono a lungo nell’ambiente, limitando così i danni relativi all’inquinamento atmosferico, di acqua, del suolo e il conseguente loro accumulo negli organismi, incluso l’uomo.
I prodotti fitosanitari non possono essere commercializzati o utilizzati prima dell’autorizzazione. Il regolamento (CE) n.1107/2009 stabilisce le norme sull’autorizzazione, l’immissione sul mercato, l’impiego e il controllo dei prodotti fitosanitari all’interno della Comunità Europea, sostituendo le legislazioni precedenti 79/117/CEE e 91/414/CEE.
L’autorità europea per la sicurezza alimentare, European Food Safety Autority (EFSA), in collaborazione con gli Stati membri dell’UE valuta le sostanze attive. Gli Stati membri verificano e autorizzano i singoli prodotti da mettere sul mercato a livello nazionale. In Italia l’organismo competente è il Ministero della Salute.
L’approvazione delle nuove sostanze attive da impiegare come pesticidi è preceduta da un processo di valutazione del rischio per determinare se possano produrre effetti dannosi sulla salute dell’uomo o degli animali e se non compromettano la qualità dell’ambiente. In questo processo è anche valutata la presenza di residui negli alimenti trattati e sono elaborate proposte per stabilire i livelli massimi di residuo accettabili. Tutte le questioni relative ai limiti di legge dei residui di pesticidi nei cibi sono trattate nel regolamento (CE) 396/2005.
Prima dell’introduzione della direttiva europea 91/414, precedente al regolamento 1107/2009, il livello di protezione variava a seconda del Paese considerato. Nel 2008 solo 250 sostanze (circa il 26%) hanno superato i criteri per l’autorizzazione. Il 67% sono state eliminate a causa dell’assenza, dell’inadeguatezza o dell’incompletezza dei relativi dati e informazioni raccolti sulla loro tossicità. Le sostanze rimosse dal mercato valutate non sicure nel primo ciclo di controlli sono state circa 70.
L’autorizzazione è limitata nel tempo. In questo modo, periodicamente, tutte le sostanze attive siano rivalutate, sia perché potrebbero essere disponibili nuovi dati, sia perché i criteri di autorizzazione sono sempre più protettivi per salute e ambiente.
Secondo il regolamento (CE) n.396/2005, i livelli massimi di residui (LMR) sono i tenori massimi di residui di pesticidi ammessi per legge all’interno o sulla superficie di alimenti o mangimi. Questo va aggiunto alle buone prassi agricole (GAP) e all’esposizione minima possibile dei consumatori per tutelare quelli vulnerabili.
Essi si calcolano dopo una valutazione esaustiva delle proprietà del principio attivo e della destinazione d’uso del pesticida. I medesimi limiti di legge, stabiliti come “limiti di tolleranza”, si applicano anche ai prodotti alimentari d’importazione per agevolare il commercio internazionale.
Prima che un LMR venga stabilito o modificato, l’EFSA valuta il comportamento dei residui del pesticida e i possibili rischi per la salute dei consumatori connessi alla presenza di residui nei cibi. Se la valutazione del rischio non individua rischi inaccettabili per il consumatore, si stabiliscono gli LMR armonizzati a livello di UE (Banca dati LMR UE) e il prodotto fitosanitario può essere autorizzato.
La Commissione Europea, l’11 dicembre 2019, ha presentato il Green Deal, una strategia finalizzata a rendere sostenibile l’economia dell’Unione Europea. Questa strategia è ben accolta dall’ONA e dal suo presidente l’Avvocato Ezio Bonnani.
Due strategie in particolare avranno un ruolo fondamentale per i nostri sistemi alimentari:
I Carabinieri Forestali di Pistoia hanno sequestrato 3 tonnellate di pesticidi illegali e 2,8 tonnellate sparse sui campi coltivati. I prodotti sono finiti nel circuito della grande distribuzione in Toscana. Insetticidi, fungicidi e diserbanti e pesticidi sono stati venduti e utilizzati da diversi anni.
Questo è accaduto nonostante fosse stata revocata l’autorizzazione al commercio dal Ministero della Salute, perché i pesticidi in questione rappresentano un serio pericolo sia per i consumatori sia per gli stessi agricoltori. La causa è la gestione fuori controllo dei pesticidi nel nostro Paese, dovuta al Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, scaduto dal febbraio 2018.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica alcuni pesticidi come possibili cancerogeni per l’uomo: glifosato, malathion, diazinon, parathion e tetrachlorvinphos. Esiste quindi per questi un legame tra pesticidi e tumori. Anche l’International Agency for Research on Cancer ha contemplato glifosato, malathion e diazinon nell’elenco 2A, come probabili cancerogeni per l’uomo. Invece il parathion e tetrachlorvinphos sono considerati come possibili cancerogeni nel gruppo 2B.
La pubblicazione “Il veleno nel piatto” della giornalista Marie-Monique Robin è un libro choc che ha messo a nudo una vera e propria epidemia di tipo ambientale. Negli ultimi trent’anni il tasso di incidenza dei tumori è aumentato del 40% in Paesi come gli Stati Uniti, la Norvegia e la Svezia. Nello stesso periodo la progressione delle leucemie e dei tumori cerebrali tra i bambini è stata del 2% annuo.
La giornalista si appoggia a numerosi studi scientifici e testimonianze dei ricercatori e dei rappresentanti delle agenzie di regolamentazione. Dimostra che la causa principale di questa vera e propria epidemia è la presenza di decine di molecole chimiche che hanno invaso il nostro ambito quotidiano e l’alimentazione dalla fine della Seconda guerra mondiale.
L’autrice ripercorre l’intera catena produttiva del cibo: dall’utilizzo dei pesticidi nei campi, fino all’impiego di additivi e plastiche per uso alimentare nei nostri piatti. Mette a nudo il sistema di valutazione e omologazione dei prodotti chimici, attraverso gli esempi emblematici dell’aspartame e del bisfenolo A.
I pesticidi dunque sono dei cancerogeni, in certi casi molto potenti, e, in virtù della loro tossicità, mettono a repentaglio la salute di consumatori e produttori.
Sulla base delle ricerche effettuate dal Dott. Arturo Cianciosi e degli altri sanitari ONA, è emerso che i pesticidi provocano anche il tumore del polmone. Tanto è vero che l’INAIL ha inserito tale neoplasia nella lista II, gruppo 6, codice II.6.29, in relazione all’agente eziologico pesticidi.
Questo tumore, infatti, per la maggior parte dei casi, è imputabile al fumo di sigarette e all’amianto. Tuttavia, essendo multifattoriale, molti sono gli agenti eziologici, tra questi anche i pesticidi, che hanno una limitata probabilità di causarlo. Per questo l’ONA raccomanda di evitare l’esposizione ai cancerogeni, come strumento di prevenzione primaria.
“L’uso dei pesticidi induce, in molte occasioni, al cancro. Questo prima di tutto negli stessi agricoltori che li utilizzano, molte volte, ignari del rischio. Poi ancora per via della contaminazione del terreno e quindi dei prodotti – afferma l’Avvocato Bonanni -. I contaminati chimici rimangono nel terreno avvelenando le erbe per i pascoli e i prodotti della terra. Quindi, di conseguenza, anche coloro che se ne nutrono. Per questi motivi, deve essere applicato il principio di precauzione“.
Gli agricoltori e gli allevatori che nel corso della loro professione utilizzano pesticidi e sviluppano una neoplasia o altre malattie correlate all’utilizzo delle specifiche sostanze chimiche, hanno il diritto al riconoscimento di malattia professionale.
L’iter per il riconoscimento da parte dell’INAIL inizia con il certificato medico che dimostra la presenza della malattia. Si prosegue con la dimostrazione dell’uso di pesticidi e specifiche sostanze negli ambienti lavorativi.
Con l’ottenimento del riconoscimento di malattia professionale si ha diritto, a seconda del danno biologico riconosciuto, all’indennizzo o alla rendita INAIL, ad altri benefici previsti dalla legge e all’integrale risarcimento dei danni, cioè i danni patrimoniali e i danni non patrimoniali (danno biologico, esistenziale e morale).
Sono molteplici i casi di tumore riscontrati tra gli agricoltori legati all’uso di queste sostanze. L’ONA assiste gli agricoltori che hanno subito danni alla salute per l’uso di queste sostanze. Per richiedere la consulenza gratuita e maggiori informazioni è possibile chiamare il numero verde o compilare il form.