In questa guida scopriamo cosa sono le radiazioni ionizzanti, dove si usano e quali sono i rischi per la salute. Scopriamo anche quali sono le malattie causate da elevata esposizione a radiazioni ionizzanti e come ottenere l’assistenza e i risarcimenti previsti dalla legge in caso di esposizione professionale e patologie da radiazioni.
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Le radiazioni ionizzanti fanno parte dell’ambiente ed esistono naturalmente in esso. Infatti provengono dal cosmo e dal sole e addirittura ogni essere vivente ne contiene una componente. A certe dosi ed esposizioni, però, sono estremamente pericolose per la salute.
L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avvocato Ezio Bonanni sono in prima linea per tutelare chi ha subito danni alla propria salute a causa di agenti cancerogeni e nocivi, come la radiazioni ionizzanti o l’amianto. Perciò alle vittime fornisce un servizio gratuito di assistenza medica, assistenza psicologica e assistenza legale.
Che cosa sono radiazioni? Le radiazioni sono fonti di energia molto comuni. Il calore sprigionato da un forno o la luce visibile sono radiazioni. Mentre, però, l’energia emessa da una stufa è innocua per la salute umana, quella emessa da una radiografia è pericolosa.
Perché? La differenza sta nella lunghezza e nella frequenza delle onde irradiate. Le radiazioni emesse da una radiografia sono dette radiazioni ionizzanti e sono onde corte e a maggiore frequenza. Infatti trasportano una più grande quantità di energia di altre radiazioni. Per questa loro caratteristica sono in grado di interagire con la struttura atomica della materia e di rimuovere gli elettroni che orbitano intorno al nucleo. In altre parole sono in grado di conferire all’atomo una carica elettrica, cioè ionizzarlo.
Allo stesso modo, le radiazioni ionizzanti sono in grado interagire anche con i tessuti degli esseri viventi, creando danni al DNA che possono causare il cancro. Sono radiazioni ionizzanti i raggi X, quelli gamma, le particelle alfa e le particelle beta. Anche una limitata porzione di raggi ultravioletti è ionizzante. Insorgono così le malattie da radiazioni ionizzanti.
Il fondo naturale di radiazione è la quantità di radiazioni a cui siamo naturalmente esposti nell’ambiente in cui viviamo. Infatti i raggi cosmici e il suolo terrestre ne producono una certa quantità a cui siamo esposti quotidianamente. L’entità dell’esposizione varia a seconda della zona in cui si vive e non è possibile sapere se ha effetti sulla salute. Siamo infatti tutti esposti e non c’è un gruppo di individui che può essere usato come gruppo di controllo in uno studio scientifico.
Oltre alle cause naturali, però, le radiazioi ioizzanti sono provocate dalle attività umane. Da circa un secolo gli esseri umani sono in grado di sfruttare le proprietà delle radiazioni ionizzanti e di impiegarle in diversi ambiti, dalla produzione di armi all’energia, passando per radiazioni ionizzanti in medicina nucleare e la diagnostica.
La maggiore fonte di radiazioni disperse nell’ambiente dagli esseri umani è rappresentata dai test sulle armi atomiche, specie quelli realizzati in atmosfera. Fino al 1963, quando i test nucleari in atmosfera furono vietati (alcuni Stati hanno continuato però fino agli anni Ottanta), ne sono stati effettuati oltre 500.
Le bombe al neutrone e al cobalto sprigionano energia rispettivamente sotto forma di radiazione di neutrone e di raggi gamma. Sono usate per uccidere gli esseri viventi e lasciare intatte le strutture. Poi c’è la bomba atomica (Bomba A), che sfrutta il processo di fissione nucleare.
Le centrali nucleari disperdono nell’ambiente una radioattività attentamente controllata e monitorata e in quantità trascurabili. In seguito a malfunzionamenti degli impianti o incidenti possono causare però grandi perdite di radiazioni ionizzanti nell’ambiente.
L’uranio impoverito viene disperso nell’ambiente attraverso proiettili e corazze. L‘uranio impoverito è uranio radioattivo che si trova in natura e che causa danni ai reni, pancreas, stomaco o intestino. Ha effetti citotossici, carcinogeni e teratogeni, e provoca circa 400 decessi e più di 4000 casi di malattie per causa di servizio. I proiettili all’uranio impoverito sono stati usati in esercitazioni militari e missioni di pace dai nostri militari. Essi causano problemi legati alla radioattività del materiale, oltre che alla tossicità. Secondo le stime di ONA, circa 8.000 militari italiani hanno riportato patologie causate dall’uso dei proiettili all’uranio impoverito, come linfomi di Hodgkin e non Hodgkin e le leucemie. Inoltre, sono più di 375 i militari deceduti a seguito di patologie da esposizione ai cancerogeni.
Le radiazioni ionizzanti sono impiegate in medicina, in radiologia diagnostica, nella scintigrafia e PET. La radioterapia e i radiofarmaci si usano per trattare il cancro. La dose emessa durante queste procedure è limitata, anche se aumenta la probabilità di sviluppare un cancro. Il rischio è considerato basso e in ogni singolo caso i medici valutano il rapporto tra i rischi e i benefici attesi. Le radiazioni ionizzanti vengono usate in campo medico anche per la pulizia degli strumenti che necessitano di sterilizzazione.
Dei traccianti radioattivi sono utilizzati in applicazioni industriali, biologiche e in chimica delle radiazioni. La radiazione alfa inoltre viene usata in elettrostatica e negli impianti di rilevamento incendi.
I possibili effetti delle radiazioni ionizzanti sono di due tipi:
Gli effetti deterministici delle radiazioni ionizzanti sono quelli che si verificano al di sopra di una certa dose di radiazioni. La loro comparsa è certa e avviene sotto forma di eritemi, necrosi cutanea, perdita dei capelli e dei peli, cataratta, sterilità, fino alla morte. Inoltre un’esposizione a dosaggi particolarmente elevati provoca la sindrome acuta da radiazioni, con danni al midollo osseo, alle mucose intestinali e al sistema nervoso centrale.
Gli effetti stocastici delle radiazioni, invece, non si verificano con certezza. Le probabilità che avvengano aumentano al crescere della dose e del numero di volte in cui si è esposti. Si verificano dopo mesi o anni sotto forma di depressione midollare a carico dei leucociti, di globuli rossi e piastrine.
Le radiazioni ionizzanti sono in grado di indurre lo sviluppo di qualsiasi forma di tumore. La sensibilità alle radiazioni varia da organo a organo. Gonadi, cristallino e midollo osseo sono le parti del corpo umano che hanno una soglia più bassa di sensibilità alle radiazioni. Il midollo osseo e la tiroide, in particolare, sono quelli maggiormente soggetti alla trasformazione. Sono molto sensibili anche le gonadi maschili e il cristallino.
Il rischio di cancro aumenta al crescere della dose di radiazioni a cui si è esposti. Per la maggior parte dei tumori indotti da radiazioni ionizzanti, le probabilità di ammalarsi sono maggiori se vi si è esposti da bambini e diminuiscono al crescere dell’età, perché non si ha il tempo di sviluppare il tumore. I tumori solidi necessitano di anni per svilupparsi, in seguito all’esposizione. I tumori del sangue sono invece precoci. La probabilità di sviluppare un tumore del sangue da esposizione a radiazioni ionizzanti è quindi più elevata di quella di sviluppare un tumore solido.
Le leucemie sono il tipo di cancro che insorge più rapidamente (anche dopo pochi anni, mesi o giorni dall’esposizione), mentre, i tumori solidi impiegano diversi decenni a svilupparsi. Se si esclude il tumore della tiroide, in particolare con carenza di iodio, il rischio di sviluppare tumori solidi dopo esposizione alle radiazioni è più basso rispetto a quelli del sangue. La leucemia mieloide acuta è quella che ha maggiori probabilità di svilupparsi.
Tra i tumori solidi, le radiazioni ionizzanti possono causare il tumore del polmone, il cancro dell’ovaio, il tumore del colon-retto, il tumore dello stomaco, del pancreas, del fegato, celebrale, della trachea, del seno, del rene, della prostata e della vescica.
Alcuni studi scientifici hanno dimostrato anche la correlazione tra l’insorgere del mesotelioma e l’esposizione a radiazioni ionizzanti. La pubblicazione “Linee Guida del Mesotelioma Pleurico” riporta come i pazienti esposti ad alte dosi di radiazioni ionizzanti dimostrano un aumentato rischio di mesotelioma maligno pleurico e peritoneale. Questi risultati sono stati confermati da altre ricerche:
Il DNA all’interno delle nostre cellule contiene tutte le istruzioni per il corretto funzionamento dell’organismo. Le radiazioni ionizzanti possono rompere i filamenti di DNA oppure indurre cambiamenti nella sua struttura, modificando così l’informazione in esso contenuta. Nel primo caso la cellula non sarà in grado di moltiplicarsi, mentre nel secondo trasmetterà informazioni scorrette che daranno il via a mutazioni, cioè al cancro.
La monografia IARC inserisce le radiazioni ionizzanti nel gruppo I. Tra le vie di esposizione che causano il tumore non c’è solo l’irradiazione estrena, ma anche quella interna. Essa avviene per ingestione, inalazione o contaminazione attraverso la presenza di una ferita aperta.
Il limite annuo di dose per i lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti, stabilito dalla legge, è di 20 mSv. Per le donne in età fertile il limite previsto scende a 13 mSv. Il Sievert è l’unità di misura della dose equivalente e della dose efficace di radiazione assorbita. Misura l’effetto biologico della radiazione assorbita. 1 mSv equivale a una dose di 1 Gy impartita da raggi X o gamma.
La normativa sull’esposizione per motivi professionali prevede che un esperto qualificato valuti chi debba essere considerato lavoratore esposto. Valuta inoltre la dose assorbita da ciascun lavoratore grazie all’uso di dosimetri personali. Si considera lavoratore esposto chi corre il rischio di assorbire, per motivi lavorativi, una dose superiore a 1 mSv. Il livello di rischio per un lavoratore esposto a tale dose annuale, di contrarre un cancro mortale, è del 5% per un’esposizione di 1 mSv nel corso della vita lavorativa e per esposizione occupazionale annua di 20 mSv mediata su un periodo di un anno.
Se la stima di dose è inferiore a 5 mSv si parla di lavoratore esposto di categoria B. Negli altri casi si tratta di lavoratore esposto di categoria A, secondo la normativa Euratom.
L’INAIL ha raccolto le malattie causate dall’esposizione professionale alle radiazioni ionizzanti nella lista I. Ciò vuol dire che la causa della malattia è considerata con elevata probabilità di origine lavorativa.
I lavoratori esposti devono essere sottoposti a controlli medici periodici e alla sorveglianza sanitaria. Fin dagli anni Sessanta la legge prevede la figura di un Esperto qualificato in radiazioni ionizzanti, definita ai sensi del d.lgs. 230/1995 art. 4, comma 1 lettera u) come:
“persona che possiede le cognizioni e l’addestramento necessari sia per effettuare misurazioni, esami, verifiche o valutazioni di carattere fisico, tecnico o radiotossicologico, sia per assicurare il corretto funzionamento dei dispositivi di protezione, sia per fornire tutte le altre indicazioni e formulare provvedimenti atti a garantire la sorveglianza fisica della protezione dei lavoratori e della popolazione. La sua qualificazione è riconosciuta secondo le procedure stabilite nel presente decreto”.
A questo si aggiunge la figura del Medico autorizzato, responsabile della sorveglianza medica dei lavoratori esposti. Inoltre bisogna provvedere a:
Tutti i lavoratori che sono stati a contatto con gas radon, uranio impoverito e con le radiazioni ionizzanti, senza l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza previsti dalla legge e alle dosi previste, possono richiedere risarcimenti e indennizzi.
L’INAIL indennizza i danni da malattia professionale e da infortunio sul lavoro. Le prestazioni INAIL sono stabilite in base al grado invalidante. Nel caso di lesioni al di sotto del 6%, c’è solo a franchigia. Invece, con la lesione pari almeno al 6%, si ha diritto all’indennizzo INAIL. Nel caso in cui il danno biologico è almeno del 16%, è erogata la rendita INAIL, che consiste in ratei mensili versati in favore del lavoratore.
Per quanto riguarda le malattie causate dalle radiazioni ionizzanti della lista I, una volta ottenuto il riconoscimento di malattia professionale, è sufficiente provare la presenza di radiazioni ionizzanti nell’ambiente lavorativo per ottenere l’indennizzo INAIL.
La vittima ha diritto anche all’integrale risarcimento del danno da parte del datore di lavoro. Ci sono i danni patrimoniali, cioè il danno emergente e il lucro cessante. Poi l’integrale ristoro comprende anche danni non patrimoniali. Questa categoria comprende il danno biologico (lesione all’integrità psicofisica), quello morale (per sofferenza fisica e interiore) e quello esistenziale (riguardante un peggioramento sostanziale della propria qualità della vita).
In molti casi le esposizioni a radiazioni ionizzanti sono il risultato dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito. Nel Kosovo e in altri territori presso i quali i nostri militari sono stati esposti senza prevenzione e protezione. Quando queste radiazioni abbiano causato danni, le infermità debbono essere riconosciute per causa di servizio e quindi anche con lo status di vittima del dovere.
Il personale civile e militare delle Forze Armate e del Comparto di Pubblica Sicurezza, vittima di esposizione nello svolgimento di di attività e missioni, deve richiedere il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima dovere, acquisendo il diritto a tutte le prestazioni che ne conseguono.
Il riconoscimento della causa di servizio, come quello all’indennizzo, presuppongono il nesso causale tra il lavoro e l’insorgenza della malattia. Una volta dimostrato questo nesso e a seguito di uno specifico procedimento amministrativo, lo Stato garantisce un equo indennizzo. In caso di accoglimento della domanda di causa di servizio c’è anche il diritto alla pensione privilegiata.
In caso la Pubblica amministrazione non proceda d’ufficio per l’accertamento di dipendenza da causa di servizio, la vittima diretta o, in caso di decesso, i suoi familiari, possono farne richiesta. Infatti anche i familiari superstiti possono richiedere la dipendenza da causa di servizio per l’infermità o lesione che ha causato la morte del dipendente.
L’Osservatorio Nazionale Amianto offre assistenza medica e legale gratuita alle vittime di esposizioni a sostanze nocive o cancerogene. Difende da decenni le vittime di esposizione a radiazioni ionizzanti, con lo scopo di permettergli di percepire gli indennizzi previsti dalla legge.
Per ottenere la difesa dei propri diritti, avere maggiori informazioni e richiedere la consulenza gratuita è possibile chiamare il numero verde o compilare il form.