Il mesotelioma è una malattia causata dall’esposizione alle fibre cancerogene dell’amianto, dall’esito spesso infausto. In questa guida andiamo a esplorare le più recenti ricerche e trattamenti sul mesotelioma e vediamo una per una le varie opzioni di trattamento con un focus particolare sui trattamenti alternativi e sui più recenti progressi nella ricerca sul mesotelioma.
Non esiste una cura standard che può essere adatta a tutti i pazienti. L’oncologo sceglie il trattamento più adatto in base allo stato di salute generale del paziente, allo stadio del cancro e alla sua localizzazione. Per questo motivo, parlare di trattamenti sul mesotelioma, non può prescindere dai fatti sul mesotelioma e da uno sguardo sui vari tipi di mesotelioma.
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Il mesotelioma è una malattia di difficile diagnosi. La diagnosi precoce è di fondamentale importanza per applicare le cure e i trattamenti più efficaci in modo tempestivo. La ricerca più recente ha sperimentato nuovi trattamenti tra cui l’immunoterapia, la terapia vaccinale, la terapia fotodinamica, la terapia genica, la terapia epigenetica, i farmaci antigiogenici, la crioterapia, la viroterapia, la terapia multimodale e altre ancora, abbinate alle opzioni tradizionali.
Come già accennato, non sempre questi trattamenti di recente sperimentazione possono essere applicati. La scelta spetta all’oncologo e al team multidisciplinare che lo coadiuva.
Partiamo esplorando le opzioni di trattamento tradizionali per la cura del mesotelioma. In alcuni casi specifici si opta per la chirurgia e la radioterapia. Tuttavia è più frequente trattare il mesotelioma con la chemioterapia. In alcuni casi è possibile anche sottoporre i pazienti a chirurgia con chemioterapia intratoracica, una pratica sperimentale che ha dato buoni frutti. Essa consiste nell’immettere il farmaco chemioterapico direttamente nella zona operata e colpita dal mesotelioma, in modo da migliorare l’effetto del farmaco ad alta temperatura e limitarne gli effetti alla parte trattata.
Il paziente deve essere assistito da un gruppo multidisciplinare di medici esperti, che consenta di definire il più appropriato percorso terapeutico in base alla tipologia del mesotelioma.
Il gruppo multidisciplinare è composto solitamente da un oncologo, cioè un medico specializzato nel trattamento di tumori, un chirurgo, un anatomopatologo, che esamina i tessuti raccolti con le biopsie, il radioterapista, il radiologo e il radiologo interventista, un terapista del dolore e un fisioterapista. A queste figure si possono aggiungere anche:
In genere per il mesotelioma si parla di trattamento multimodale, che utilizza e coniuga cioè diversi famaci e modalità. Si combinano la chirurgia, la chemioterapia intraperitoneale ipertermica o HIPEC, l’HITHOC, lo SMART (terapia che prevede la radioterapia prima della chirurgia di pneumonectomia extrapleurale) e le radiazioni, in un unico piano di trattamento.
Questa miscellanea di terapie presenta diversi vantaggi. Ad esempio, la radiazione post-chirurgica può uccidere le cellule tumorali rimaste dopo l’intervento chirurgico. Unico punto debole sono gli effetti collaterali, che al momento sono parecchi.
Esistono quattro tipi di mesotelioma. Tra questi il più comune, che colpisce circa l’80% dei malati di mesotelioma è il mesotelioma pleurico. Seguono il peritoneale, pericardico e della tunica vaginale del testicolo. Ognuno di questi tipi di cancro colpisce le sierose che avvolgono un organo dell’organismo. La pleura riveste i polmoni. Il peritoneo riveste gli organi addominali e il mesotelioma pericardico colpisce la sierosa che avvolge il cuore. La tunica vaginale del testicolo può essere altresì colpita da mesotelioma.
Questi tumori sono gravi nella stessa misura. Ognuno però ha a disposizione diverse opzioni di trattamento, oppure le stesse opzioni che vengono modulate in maniera diversa a seconda la tipologia.
Come già detto, per la scelta del trattamento, contano oltre alla localizzazione, anche stadiazione e stato di salute del paziente.
Qui di seguito andiamo ad esplorare le più recenti ricerche e progressi nel trattamento del mesotelioma. Si tratta di trattamenti alternativi che si contrappongono a quelli più tradizionali ai quali spesso possono essere affiancati. Come già accennato sia i trattamenti standard che quelli alternativi e frutto delle più recenti ricerche e progressi non possono essere sempre applicati.
I progressi della ricerca recente permettono però oggi di avere a disposizione un più ampio ventaglio di possibilità di trattamento. La prognosi in caso di mesotelioma resta ancora bassa, ma in alcuni casi i trattamenti più recenti danno ottimi risultati.
Il rischio di recidiva è sempre dietro l’angolo, ma il sapere di avere a disposizione delle possibilità di cura migliora anche il disagio psicologico del paziente e la sua capacità di lottare contro la malattia.
Per accedere alle nuove terapie, i pazienti devono superare una lista di controllo di ammissibilità.
I requisiti riguardano i seguenti aspetti: stadio del cancro, tipo di cellula, posizione del tumore, salute generale e storia di trattamento precedente.
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I I farmaci utilizzati nell’immunoterapia per il trattamento del mesotelioma pleurico e peritoneale, sono inibitori dei checkpoint, come ad esempio il pembrolizumab (Keytruda). Vanno somministrati per via endovenosa ed influenzano le cellule immunitarie in modo da identificare e distruggere le cellule tumorali, impedendone altresì la recidiva.
I medici spesso prescrivono l’immunoterapia insieme alla chemioterapia, come parte di un piano di trattamento multimodale.
Rispetto alla chemioterapia, l’immunoterapia utilizza le cellule immunitarie naturali per combattere il cancro. Di conseguenza ha effetti collaterali più lievi (eruzione cutanea, tosse o problemi intestinali).
Tra gli studi sull’immunoterapia in realzione al mesotelioma pleurico ricordiamo il CheckMate-743, primo ed unico studio positivo di fase 3 sull’immunoterapia testato su 605 pazienti oncologici con mesotelioma pleurico in fase metastatica non precedentemente trattato.
Durante lo studio si sono sottoposti alla somministrazione combinata di due anticorpi monoclonali: Nivolumab e Ipilimumab. Il tasso di sopravvivenza globale è risultato maggiore rispetto alle cure tradizionali. Inoltre, è stata osservata una riduzione del rischio di morte del 26%. Così, nel 2021, la Commissione Europea ha dato il via libera ai nuovi farmaci per il trattamento di prima linea del mesotelioma pleurico maligno non operabile.
In Italia ci sono diversi cenri in cui si pratica l’immunoterapia con ottimi risultati.
Recentemente uno studio internazionale ha dimostrato che nei pazienti, sottoposti in prima linea a immunoterapia con pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia con platino e pemetrexed, si riduce il rischio di morte del 21%. A tre anni il 25% dei pazienti trattati con la combinazione era vivo, rispetto al 17% con la sola chemioterapia.
La terapia vaccinale (a base di cellule dendritiche), istruisce il sistema immunitario a produrre anticorpi contro le cellule tumorali. Questo trattamento può fornire una protezione a lungo termine contro una recidiva per i pazienti in remissione.
A oggi, gli scienziati stanno testando l’efficacia e la sicurezza dei vaccini contro il mesotelioma. I medici stanno anche testando i benefici della combinazione dei vaccini per il mesotelioma con farmaci immunoterapici come Opdivo.
La terapia fotodinamica si avvale di farmaci fotosensibilizzanti che reagiscono a una particolare frequenza luminosa in grado di uccidere le cellule tumorali. La terapia prevede:
Questa opzione di trattamento, abbinata alla chirurgia, aumenta la risposta immunitaria del paziente. In aggiunta, ha pochi effetti collaterali. Il trattamento colpisce infatti solo le aree cancerose, evitando danni ai tessuti sani circostanti.
Il mesotelioma danneggia il DNA. La terapia genica, utilizzando tecniche di bioingegneria, tenta di riparare o sostituire i geni nel DNA (come ad esempio il BAP1, soppressore del tumore), che portano al cancro. La FDA ha approvato la prima terapia genica del cancro nel 2017.
Le terapie geniche del mesotelioma sono ancora in fase di sperimentazione clinica, ma sembrano efficaci nei pazienti che non possono sottoporsi a interventi chirurgici. La scienza si sta concentrando su questioni come la specificità del targeting e gli effetti collaterali della manipolazione genica.
La terapia epigenetica si concentra sul perché il DNA di un individuo porti a cambiamenti nel corpo, in base a fattori quali: l’età, esposizione all’amianto e lo stile di vita.
Gli attuali trattamenti emergenti per il mesotelioma includono bersagli epigenetici UHRF1 e biomarcatori di infiammazione.
Alcuni studi hanno dimostrato che la terapia epigenetica può aiutare i pazienti con mesotelioma pleurico che non rispondono alla chemioterapia.
L’angiogenesi è il processo di crescita di nuovi vasi sanguigni, che forniscono ai tumori l’ossigeno e i nutrienti necessari a farlo crescere e diffondersi. Bevacizumab e altri farmaci antiangiogenici mirano a bloccare questa crescita dei vasi sanguigni, per prevenire lo sviluppo del tumore e le metastasi.
Purtroppo, non tutti i pazienti rispondono bene a tali farmaci. Nel loro caso, una combinazione multimodale con chemioterapia o altri trattamenti può essere la chiave per migliorare la prognosi del mesotelioma e l’aspettativa di vita.
La crioterapia, nota anche come crioablazione, utilizza temperature di congelamento per uccidere le cellule cancerose, ridurre le dimensioni del tumore e migliorare i sintomi del mesotelioma.
È meno meno invasiva delle terapie sistemiche come la chemioterapia e produce meno effetti collaterali.
La terapia vettoriale virale usa una combinazione di virus modificati in laboratorio (forniscono farmaci immunoterapici) e una terapia genica all’interno delle cellule tumorali. In questo modo, oltre a infettare e distruggere le cellule tumorali, si ottiene una risposta immunitaria che attacca il sito del cancro.
La viroterapia ha dimostrato di suscitare una buona risposta immunitaria e si combina bene con altre immunoterapie.
Nel 2019 la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato un trattamento contro il mesotelioma pleurico, che prevede l’utilizzo del virus dell’herpes Simplex (HSV) per attaccare le cellule tumorali.
Fonti: