La sicurezza sul lavoro e la tutela dei lavoratori sono due presupposti fondamentali per la società e rappresentano due grandi conquiste raggiunte nel mondo del lavoro. Tuttavia, il diritto a prestare attività di lavoro in un ambiente sicuro e la tutela dei lavoratori sono diritti minacciati da condotte sbagliate e negligenza nell’osservanza delle norme.
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L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avvocato Ezio Bonanni prestano assistenza medica e assistenza legale gratuitamente ai cittadini per prevenire i danni legati all’attività di lavoro. Se sono stati subiti degli effetti lesivi, l’associazione interviene per la tutela legale e giuridica, preventiva e risarcitoria.
Il diritto al lavoro è un diritto universale umano che acquisiamo tutti e indistintamente al momento della nascita. Infatti, nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il diritto al lavoro è disciplinato dall’art. 23. Questo articolo tutela tutti i lavoratori, indipendentemente dalla nazionalità, dal sesso, dalle convinzioni personali, dalla religione e dal colore della pelle.
In tale normativa si afferma che ogni individuo ha diritto al lavoro e alla libera scelta dell’impiego, che deve svolgersi secondo condizioni soddisfacenti del lavoratore. Inoltre, in caso di disoccupazione, il lavoratore deve essere tutelato. Tutti i lavoratori, senza discriminazione, acquisiscono il diritto alla remunerazione, che deve essere uguale tra lavoratori che svolgono la stessa mansione.
Per garantire l’universalità dei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la maggior parte degli Stati li ha inseriti all’interno del proprio ordinamento. Infatti, anche la nostra Costituzione tutela il lavoratore e disciplina le condotte per garantire tale diritto.
La Costituzione Italiana disciplina il diritto al lavoro nella sua forma più ampia. Infatti, il lavoro è riconosciuto come primo principio fondamentale del nostro ordinamento. Questo vuol dire che lo Stato italiano deve assicurare a tutti la possibilità di dover lavorare per poter partecipare all’organizzazione della vita politica, economica e sociale della Nazione. In questo caso, è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano tale diritto ai lavoratori.
Infatti, il lavoro rappresenta non sono un diritto, ma anche un dovere che consente a tutti l’integrazione e il raggiungimento del benessere collettivo. Tale condizione è disciplinata nell’art. 4 della nostra Costituzione, dove di legge: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
Il presupposto fondamentale per godere del diritto al lavoro è il diritto alla salute. Questo diritto è alla base di tutti gli altri diritti e una sua violazione costituisce un reato.
Il legislatore, negli anni, ha stabilito i requisiti minimi e i principi fondamentali per la salvaguardia della sicurezza sul lavoro. Infatti, tutti i lavoratori hanno il diritto di svolgere la propria mansione totale sicurezza e in ambienti protetti. Secondo la normativa, il lavoratore è colui che svolge un’attività lavorativa in un contesto pubblico o privato. Può essere definito lavoratore anche colui che svolge attività di lavoro senza retribuzione o con il fine unico di apprendere un mestiere o una professione.
Nello svolgimento della propria mansione, ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e deve rispettare gli obblighi previsti per tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro. Per favorire e tutelare tale condizione, il Decreto Legislativo n. 81 del 9 Aprile 2008, disciplina in ordine alla prevenzione, alla valutazione del rischio, alla responsabilità del datore di lavoro e dei lavoratori.
Riguardo le ultime sentenze che hanno disciplinato la materia della sicurezza sul lavoro hanno dibattutto numerosi professionisti, tra cui il Presidente ONA, durante il convegno del 12.12.2023 : “Sicurezza sul Lavoro alla luce delle ultime sentenze della Corte di Cassazione“.
Il Testo Unico rappresenta un vero e proprio codice sulla salute e sicurezza del lavoratore. Inoltre, costituisce il fondamento giuridico per contrastare fenomeno come l’infortunio e le malattie professionali. Tanto è vero che trova il suo fondamento in alcuni principi della Costituzione italiana, come ad esempio il diritto alla salute, in quanto diritto fondamentale dell’uomo.
Il Testo Unico si compone di 13 articoli, volti a identificare i rischi legati all’attività di lavoro e ridurli al minimo. Questi articoli definiscono le misure generali di tutela che comprendono la valutazione dei rischi, la sorveglianza sanitaria e la figura del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza.
La valutazione del rischio è un obbligo che spetta al datore di lavoro. Si tratta di una misura precauzionale che permette di valutare l’entità del danno, come conseguenza del rischio. La valutazione del danno avviene in forma scritta e deve tener conto di tutti i rischi presenti nell’ambiente di lavoro, affinché sia possibile adottare le giuste misure di prevenzione e protezione per la tutela della sicurezza dei lavoratori.
Tale disamina da parte del datore di lavoro deve tener conto anche delle differenze di genere, di età e di provenienza etnica. Inoltre, si deve tener conto dei rischi emergenti, come stress da lavoro correlato e tecno-stress, come conseguenza del lavoro monotono e ripetitivo.
La sorveglianza sanitaria ricopre un ruolo fondamentale per la sicurezza sul lavoro. Tale compito spetta al medico competente, il quale valuta l’idoneità di tutti i lavoratori per la mansione assegnata. Il Testo Unico prevede che i programmi di sorveglianza sanitaria siano periodici e cadenzati. Il medico competente deve controllare periodicamente la salute di tutti i lavoratori, anche quando questi ultimi vengono assegnati a mansioni diverse.
Qualora il lavoratore non sia in possesso dei requisiti per lo svolgimento di una determinata mansione, dovrà essere collocato a un’altra mansione, ove sia possibile. Inoltre, se la nuova mansione dovesse risultare inferiore a quella precedente, il lavoratore conserva comunque la stessa retribuzione e qualifica della mansione precedente.
I costi delle visite mediche sono sostenute dal datore di lavoro e possono riguardare esami clinici, biologici e di indagini diagnostiche. Tuttavia, in caso di ragionevole dubbio, il datore di lavoro può richiedere degli accertamenti sanitari al lavoratore che quest’ultimo dovrà affrontare a sue spese. Questo aspetto è fondamentale per quanto riguarda quei lavoratori che hanno subito delle esposizioni cancerogene, in particolare ad amianto. Per questi motivi, l’ONA incentiva la sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti ad amianto.
Sulla base dell’art. 259 del Dgls 81/2008, l’obbligo di sorveglianza grava sul datore di lavoro. Invece, in caso di pensionamento, grava sulla ASL di residenza.
L’Osservatorio Nazionale Amianto è particolarmente vigile sul sistema di prevenzione e protezione della salute umana. Quindi, ancora una volta, ribadisce l’importanza di questi due strumenti anche per tutelare la sicurezza sul lavoro.
Infatti, in un luogo di lavoro non possono mancare le attività di formazione e informazione di tutto il personale. Tali misure sono necessarie per il personale aziendale che deve essere formato e informato sui rischi connessi alle attività lavorative assegnate. Questo vuol dire educare il personale sulle procedure di primo soccorso, sulla lotta antincendio ed eventuali piani di evacuazione. Tali programmi di formazione e informazione devono essere continuamente aggiornati e discussi durante le riunioni aziendali, a cui tutto il personale è invitato a partecipare.
La figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ricopre un ruolo fondamentale in tema di salute e sicurezza del lavoro. Il rappresentante viene eletto direttamente dai lavoratori. Generalmente il ruolo di responsabile è assegnato a un lavoratore interno all’azienda o, in alcuni casi, a una figura esterna individuata per comparto a livello territoriale.
Tale figura rappresenta i lavoratori e ha il compito di tutelare e preservare i diritti dei lavoratori promuovendo il miglioramento delle condizioni lavorative. Riceve una formazione specifica, volta a fornire gli strumenti necessari e la giusta preparazione per svolgere al meglio tale incarico. Il rappresentante ha accesso ai luoghi di lavoro e a ogni documentazione riguardante la sicurezza del personale aziendale.
Il diritto alla salute e il diritto al lavoro sono due diritti fondamentali umani. Il primo costituisce il presupposto base per il godimento del secondo, ma anche per tutti gli altri diritti fondamentali e di quelli sanciti dal nostro ordinamento. Di conseguenza, la salute e la sicurezza sul lavoro sono interessi individuali e collettivi senza i quali non potremmo vivere.
Così, con il Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro sono stati disciplinati i ruoli, gli obblighi e le tutele per garantire un ambiente salubre e idoneo alla salute umana. Quest’ultima, oltre a rappresentare un interesse personale, rappresenta un interesse anche per l’azienda. Con la valutazione del rischio e l’adeguata informazione e formazione di tutto il personale aziendale, è possibile salvaguardare la salute umana e la sicurezza sul lavoro.
Perciò il datore di lavoro deve assolvere ai seguenti obblighi:
Il diritto alla salute è un diritto fondamentale umano. Uomini, donne e bambini hanno il diritto di beneficiare di un buono stato di salute. Questo termine ha etimologia latina e proviene da “salus”, che vuol dire salvezza, incolumità e integrità. Il diritto alla salute è un diritto universale che deve essere garantito a chiunque, indistintamente. Tuttavia, le disuguaglianze sociali, anche in ambito sanitario, non permettono a tutti il godimento del diritto alla salute.
Anche la Costituzione Italiana tutela il diritto alla salute. Infatti, l’art. 32 disciplina: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana“.
È una condizione, questa, che permette a tutti gli individui di integrarsi nel loro ambiente naturale e comunitario. Pertanto, il diritto alla salute va preservato e tutelato giuridicamente, da tutti quegli elementi che ne compromettono il raggiungimento.
Tutt’ora, nonostante la legge 257/92, che ha abolitole attività riconducibili all’amianto, tantissimi luoghi di lavoro sono ancora contaminati dall’asbesto. La fibra di amianto è stata estratta dalle rocce e utilizzata in molti settori. L’Italia è stato il secondo produttore e utilizzatore di amianto, dopo solo all’Unione Sovietica.
La scoperta della cancerogenicità delle fibre di amianto, confermata dalla monografia IARC, ha messo al bando i minerali di asbesto. In Italia, l’estrazione, la lavorazione e la vendita del minerale è stata vietata con la legge 257 del 1992. Purtroppo questa legge non segna la fine dell’esposizione. Il problema delle bonifiche amianto deve essere ancora affrontato e risolto. Solo così si potranno evitare nuove esposizioni e nuovi decessi.
Nonostante la scoperta della cancerogenicità del minerale e delle norme che ne vietano qualsiasi utilizzo, l’amianto è tutt’ora presente in alcuni ambienti lavorativi. In più, i ritardi con cui si sta procedendo alla bonifica dei luoghi contaminati continuano a mietere numerosi lavoratori e a minacciare la salute dei loro familiari.
Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha ideato un sistema efficace di mappatura dei siti contaminati, si è in grado di stimare parte del numero di siti contaminati dall’amianto sulla nostra penisola. Ad oggi si contano almeno 2.292 scuole e 1.000 biblioteche, che ogni giorno minacciano la salute umana, e circa 250 ospedali che mettono a rischio la salute dei più deboli.
L’Avvocato Ezio Bonanni ha denunciato la condizione di rischio amianto per i lavoratori italiani in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed. 2022“. In questa pubblicazione il presidente dell’ONA si è soffermato sulla tragica condizione di rischio amianto che ha interessato tutta Italia. In particolare la Sicilia è stata una terra martoriata dall’abnorme utilizzo di amianto. Infatti, tra gli anni 2000 e 2011, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha censito più di 900 casi di mesotelioma sono in Sicilia.
Per partecipare a eventi e iniziative dell’associazione o per segnalare la presenza di amianto nei luoghi di lavoro, è possibile utilizzare l’APP amianto. L’applicazione è uno strumento gratuito che permette a istituzioni e cittadini di partecipare alla mappatura dell’amianto. In questo modo è possibile monitorare su tutto il territorio la presenza di amianto e sollecitare gli interventi di bonifica.
Oltre all’amianto, nei luoghi di lavoro sono presenti numerosi altri cancerogeni. Secondo uno studio europeo, sono circa 4.200.000 su 21.8 milioni i lavoratori ad essere esposti quotidianamente ad agenti cancerogeni. Uranio impoverito, radon, radiazioni ionizzanti, metalli pesanti e diossine sono le sostanze chimiche maggiormente presenti, a cui si espongono quotidianamente i lavoratori.
Per questo motivo è fondamentale formare e informare i lavoratori dei rischi presenti nel proprio lavoro. Inoltre, la conoscenza del rischio e l’adozione di misure cautelari possono evitare l’insorgenza di patologie gravi. Anche l’utilizzo dei dispositivi di protezione e prevenzione permettono di salvaguardare il benessere individuare e collettivo. Questi dispositivi devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o ridotti dalle misure di prevenzione.
Tutti i lavoratori che sono estati esposti a sostanze cancerogene possono rivolgersi all’Osservatorio Nazionale Amianto. Le vittime dei cancerogeni e i loro familiari hanno diritto alle prestazioni INAIL. Invece, chi fa parte delle Forze Armate o del Comparto Sicurezza può richiedere il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere.
Inoltre tutti i lavoratori che subiscono danni alla salute sul posto di lavoro devono ottenere l’integrale risarcimento dei danni da parte del datore di lavoro. Questi sono di natura patrimoniale (danno emergente e lucro cessante) e non patrimoniale (biologico, morale ed esistenziale). Infatti, il diritto alla salute è un diritto fondamentale che non può essere violato in nessun modo.
Grazie alla professionalità, serietà e competitività di un pool di medici e avvocati specializzati dell’associazione è possibile ottenere la tutela medica e legale gratuita. In questo modo si potrà accedere alle prestazioni assistenziali ed economiche previste ai lavoratori che subiscono un danno alla salute. È possibile richiedere la consulenza gratuita, chiamando il numero verde 800 034 294 o compilando il formulario.