La Polizia di Stato è un corpo di polizia a ordinamento civile, che fa parte delle forze di polizia italiane e dipende dal Dipartimento della pubblica sicurezza. Il Ministro dell’Intero è l’autorità nazionale di pubblica sicurezza e vigila sul mantenimento dell’ordine pubblico.
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Come autorità del Comparto Sicurezza, vigila sull’ordine pubblico e provvede al mantenimento della sicurezza cittadina. Fornisce soccorso ai soggetti pubblici e privati, in caso di infortuni, e favorisce la risoluzione pacifica degli intrighi tra privati. La Polizia addestra, presso le sue strutture, il personale appartenenti ad altri corpi, per la repressione delle infrazioni del Codice della strada. Oltre a questo, si impegna anche per la formazione degli agenti di polizia locale al tiro, come guida operativa e difesa personale.
Questo Comparto di sicurezza nel corso degli anni è venuto a contatto con diverse sostanze definite patogene e altamente cancerogene, come l’amianto.
L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Osservatorio Vittime del Dovere, insieme al presidente Avv. Ezio Bonanni, hanno istituito il dipartimento che si occupa di assistenza sia medica che legale gratuita per tutte le vittime che sono parte del comparto.
I compiti principali della Polizia di Stato riguardano:
Anche in questo periodo pandemico causato dal Covid-19, è stata fondamentale la presenza della forza in assistenza alla società.
Gli appartenenti alla Polizia di Stato corrono il rischio di essere esposti a diversi agenti cancerogeni. Durante lo svolgimento dei propri compiti, si può incorrere in esposizioni molto pericolose, come: amianto, gas radon, uranio impoverito e radiazioni ionizzanti.
Per quanto riguarda l’amianto, detto anche asbesto, è dimostrato dalla monografia IARC che inalare o ingerire le fibre di asbesto provoca danni irreparabili, che sfociano in patologie asbesto correlate. Per evitare il rischio è importantissimo effettuare la bonifica dei siti contaminati, oltre al suo completo e successivo smaltimento. Solo grazie alla prevenzione primaria si può evitare l’insorgere di qualsiasi danno alla propria salute.
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha predisposto un dipartimento specializzato nella tutela di tutto il comparto che è stato esposto a sostanze cancerogene. Ai lavoratori deve essere riconosciuta la causa di servizio e la qualità di vittima del dovere. Successivamente è possibile ottenere anche l’equo indennizzo e la pensione privilegiata.
Le patologie collegate all’amianto, riconosciute dall’INAIL nella Lista I, sono: il mesotelioma, l’asbestosi, le placche e gli ispessimenti pleurici, il tumore al polmone, alla laringe e alle ovaie. Ci sono poi altre neoplasie, il cui nesso causale deve però essere dimostrato dal lavoratore.
A ogni lavoratore spetta una rivalutazione del periodo contributivo. Grazie ai benefici contributivi, il coefficiente di 1.5 è utile al fine maturativo del diritto di pensionamento e di rivalutazione della prestazione pensionistica. Se la patologia non si manifesta, il lavoratore può aspirare a una rivalutazione contributiva. È necessario sempre dimostrare l’esposizione di almeno 10 anni e una concentrazione superiore al 100 ff/l.
Insieme al riconoscimento dell’indennità, la vittima ha diritto anche al risarcimento danni. Ciò comprende sia i danni non patrimoniali (danno biologico, morale ed esistenziale) sia i danni patrimoniali. Il calcolo del risarcimento è fatto tramite le Tabelle del Tribunale di Milano.
In caso di decesso, le somme devono essere erogate ai familiari. I diritti dei superstiti comprendono anche il risarcimento per i danni subiti.
L’ONA si occupa dell’assistenza medica e dell’assistenza legale delle vittime di esposizione ad amianto, tra cui chi fa parte della Polizia di Stato. Per richiedere la consulenza gratuita occorre chiamare il numero verde o compilare il form.