L’Esercito Italiano è nato come Regio Esercito dall’unificazione dell’Armata sarda con gli altri eserciti degli Stati preunitari italiani, per decreto del 4 maggio 1861. Nel 2019 contava un organico di 100.000 unità. I corpi ausiliari sono: il Corpo militare della Croce Rossa Italiana e il Corpo militare dell’ACISMOM.
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La formazione del personale è affidata al Comando per la formazione, specializzazione e dottrina dell’Esercito. Questa Forza Armata opera quotidianamente per garantire la tutela e la sicurezza del Paese e dei suoi cittadini. Opera a protezione degli interessi sociali, nazionali, sia dell’Italia che del mondo.
L’Esercito Italiano è tutelato dall’Osservatorio Nazionale Amianto, il quale si occupa da decenni, insieme al suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, dell’assistenza medica e dell’assistenza legale gratuita per le vittime del dovere.
L’Esercito ha assunto il ruolo di tutela delle Istituzioni e della pace. Fino a pochi anni fa, anche l’Arma dei Carabinieri faceva parte dell’Esercito Italiano.
Nel corso degli anni, l’Esercito Italiano ha assunto un ruolo predominante tra le varie forze militari italiane. Tanto è vero che, l’ultima dimostrazione è tutt’ora attiva, con la pandemia in corso Covid-19, l’Esercito sta fornendo grande professionalità. È la spina dorsale del nostro scacchiere difensivo. Quindi è una istituzione democratica.
Sono altresì, molto importanti le missioni che gli uomini dell’Esercito eseguono in Italia e all’estero. Nel corso delle missioni internazionali e nazionali, l’Esercito Italiano garantisce la sicurezza del Paese e dei cittadini.
L’Esercito Italiano include 3 corpi:
Poi ci sono 6 Armi dell’Esercito Italiano: Artiglieria, Fanteria, Cavalleria, Genio, Arma dei Trasporti e Materiali e Arma delle Trasmissioni.
Per svolgere le proprie funzioni istituzionali, l’esercito impiega continuamente sistemi d’arma e strutture, alcune delle quali in amianto.
Oltre alla polvere e alle fibre di amianto a cui sono sottoposti, tra gli agenti di rischio, che incorrono quotidianamente, ci sono altre sostanze cancerogene. Ad esempio ci sono metalli pesanti, elementi radioattivi ma anche i vaccini, per loro obbligatori. Quello dei vaccini, con additivi, tra i quali metalli pesanti, è uno degli elementi di rischio. Tanto è vero che, coloro che hanno subito questa pratica vaccinale, hanno sviluppato delle neoplasie.
Tra gli ulteriori elementi di rischio, occorre ricordare l’uranio impoverito e il gas radon. Solo recentemente, si è affermata la cultura della sicurezza e si è affermato il principio della applicabilità dell’art. 2087 c.c. Difatti, le norme del D. Lvo 81/08 trovano applicazione anche nel settore delle Forze Armate. Per questo motivo, dopo l’entrata in vigore del nuovo testo unico, anche nell’Esercito, sono stati valutati i rischi.
L’amianto, il gas radon, l’uranio impoverito, le radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, e gli altri rischi sono stati finalmente considerati e valutati.
Quella della sicurezza sul lavoro, e quindi della tutela della salute, è un aspetto importante che non può essere sottovalutato.
La Relazione Finale della Commissione Uranio Impoverito, ha dimostrato che vi è un’alta incidenza di malattie tumorali tra coloro che hanno svolto servizio nell’Esercito Italiano. Ciò è ribadito anche nell’episodio dedicato alle vittime del dovere di ONA TV, in cui è intervenuto il Colonnello Calcagni per raccontare la sua drammatica vicenda.
L’asbesto identifica quei minerali fibrosi che hanno capacità infiammatoria e cancerogena. Questi minerali sono stati impiegati nelle installazioni e nei sistemi d’arma e anche nei mezzi di trasporto. Grazie alle sue caratteristiche termoisolanti l’amianto è stato usato in ogni componente a contatto con il calore: tubazioni, pannelli, guarnizioni, strisce isolanti e insonorizzazione.
Le altre fonti di inquinamento sono dovute all’uso di amianto nei freni, per i contenitori dei cibi caldi, per la saldatura di parti metalliche. Ma il diffuso utilizzo di questo materiale e la continua esposizione da parte delle Forze Armate ha causato l’insorgenza di gravi malattie asbesto correlate.
Nel VII Rapporto Mesoteliomi, si fa riferimento al rischio amianto nell’Esercito Italiano. Molti casi di mesotelioma tra i militari dell’Esercito sono stati causati dall’uso delle pezze di amianto. Infatti, specialmente i fucili mitragliatori MG 42-59 e Beretta MAB38, necessitavano di continui cambi della canna surriscaldata. Per questo, è stata impiegata, fino alla metà degli anni 90, la cosiddetta pezza di amianto.
I minerali fibrosi provocano non solo mesotelioma, ma anche tumore alla laringe, cancro al polmone, alle ovaie e asbestosi, placche e ispessimenti pleurici con certezza unanime. Inoltre, hanno capacità cancerogena anche per la neoplasia della faringe, tumore all’esofago, allo stomaco e al colon retto. Il numero di patologie asbesto correlate è quindi molto elevato tra i militari dell’Esercito.
Gli appartenenti dell’Esercito che si ammalano sul posto di lavoro possono richiedere il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere. Questo per far sì che si possa ottenere la pensione privilegiata e l’equo indennizzo.
Una volta ottenuto il riconoscimento di malattia professionale, ai lavoratori spetta una rivalutazione del periodo contributivo grazie ai benefici contributivi. Nel caso in cui non si manifesti nessuna malattia, il lavoratore può comunque aspirare a una rivalutazione contributiva. È necessario, in questo caso, dimostrare l’esposizione per almeno 10 anni e una concentrazione superiore alle 100 ff/l.
Oltre alle varie indennità spettanti alle vittime del dovere, i membri dell’Esercito hanno il diritto all’integrale risarcimento danni. Questo comprende sia i danni non patrimoniali, ossia il danno biologico, morale ed esistenziale, che i danni patrimoniali (danno emergente e lucro cessante). In caso di decesso, questi diritti spettano ai familiari superstiti.
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni, oltre a tutelare dal punto di vista medico e legale i militari, hanno chiesto la bonifica e la messa in sicurezza di siti. Per questo hanno istituito l’App Amianto. L’applicazione facilita la segnalazione delle aree a rischio da parte dei cittadini e in questo modo si può evitare qualsiasi esposizione.
Attraverso l’equipe di legali e professionisti forensi si offre una tutela a 360° per tutte le vittime. È possibile rivolgersi all’Osservatorio per la più ampia tutela dei propri diritti chiamando il numero verde o compilando il form.