Prevenzione del mesotelioma, tumore amianto più aggressivo

Prevenzione del mesotelioma: come evitare l’esposizione all’amianto e quali sono le misure di sicurezza per evitare di contrarre la malattia?

In questa guida si affronta il tema della prevenzione nelle sue tre componenti essenziali: primaria, secondaria e terziaria. In tutti e tre questi aspetti della prevenzione l’ONA gioca un ruolo di spicco, pioniere in Italia.

L’importanza della prevenzione del rischio

La prevenzione è uno degli aspetti fondamentali nella lotta all’amianto compiuta dall’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e dall’Avvocato Bonanni. In particolare la prevenzione è importante per evitare l’insorgenza di gravi patologie, come il mesotelioma.

Il mesotelioma è un tumore molto aggressivo e ad esito spesso infausto. I tassi di sopravvivenza a 5 anni si attestano ancora al di sotto del 10%. Il registro mesoteliomi, che aggiorna i dati di mesoteliomi in Italia (VII Rapporto Mesoteliomi RENAM), ha evidenziato un aumento dei casi di mesotelioma. Il picco della malattia, che ha una latenza molto lunga (fino a 30 anni), è infatti previsto per il decennio 2020-2030. Perciò trovare il modo migliore di prevenire il mesotelioma è fondamentale.

Il mesotelioma come tumore da amianto

Nel 93% dei casi il mesotelioma colpisce la pleura e dà origine al mesotelioma pleurico. Questa è la membrana che avvolge i polmoni e permette la respirazione. Più rari sono gli altri tipi di mesotelioma:

  • mesotelioma peritoneale, che colpisce il peritoneo, una membrana sierosa che riveste gli organi addominali e le pareti dell’addome;
  • pericardico, che intacca il pericardio, quell’organo membranoso che riveste il cuore e i grossi vasi;
  • tunica vaginale del testicolo, che colpisce il mesotelio che riveste i testicoli.

Secondo la monografia IARC il mesotelioma è causato esclusivamente dall’esposizione ad amianto, detto anche asbesto. Come risulta dal Consensus report di Helsinki, è possibile combattere e vincere tutti i tumori da amianto con un’adeguata prevenzione. Infatti solo così è possibile alla grave situazione d’emergenza delineata dall’Avvocato Bonanni in Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-Ed.2022.

Le aspettative di vita delle vittime di mesotelioma

Il mesotelioma è un tumore particolarmente aggressivo. Perciò le aspettative di vita per le vittime risultano basse. Secondo l’Office for National Statistics (Cancer Survival in England: patients diagnosed between 2010 and 2014 and followed up to 2015), in caso di malattia localizzata, il 35% dei pazienti sopravvivono oltre un anno dalla diagnosi e il 5% oltre cinque anni. Invece, in caso di mesotelioma pleurico non localizzato, il 15% dei pazienti sopravvive almeno un anno e solo nell’1% dei pazienti la sopravvivenza raggiunge cinque anni.

Per quanto riguarda la sopravvivenza, vi è una distinzione in base allo stadio. La sopravvivenza media è di 21 mesi, se il mesotelioma è al primo stadio. Invece è di 12 mesi, se il tumore è al IV stadio. Ma studi recenti hanno evidenziato un aumento dei tassi di sopravvivenza, come in “Advances in the diagnosis, treatment and prognosis of malignant pleural mesothelioma

Anche nello studio “Changing Pattern in Malignant Mesothelioma Survival” i ricercatori hanno esaminato 380 casi di mesotelioma, diagnosticati dal 1992 al 2012. La percentuale di sopravvivenza a 1, 3, 5 e 10 anni era pari rispettivamente al 73,1%, 22,9%, 12% e 4,7%.

Pubblicazioni ancora più recenti indicano percentuali del 15% per una sopravvivenza a 5 anni (Current Treatment of Mesothelioma: Extrapleural Pneumonectomy Versus Pleurectomy/Decortication).

La prevenzione del mesotelioma: come e perché

L’Organizzazione Mondiale della Sanità è chiara nell’affermare che tutti i minerali di amianto provocano malattie asbesto correlate. Tutti i minerali di amianto sono quindi cancerogeni e l’esposizione alle loro fibre deve essere evitata. Solo in questo modo è possibile ridurre a zero il rischio amianto e scongiurare nuovi mesoteliomi e altre patologie amianto.

Il primo passo per sconfiggere le malattie causate dall’amianto consiste dunque nella prevenzione primaria, a cui seguono quella secondaria e terziari.

L’importanza della prevenzione primaria

La prevenzione primaria consiste nel passo fondamentale per ridurre a zero il rischio amianto. Solo attraverso la mancata esposizione è possibile infatti scongiurare il rischio di ammalarsi di mesotelioma e delle altre patologie causate dalle fibre di amianto.

Nel 1992 in Italia è stato vietato l’utilizzo, commercializzazione e estrazione dei minerali di amianto. La legge 257/92 però non ha obbligato alla bonifica dei siti contaminati. Il risultato è che oggi ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di amianto in Italia. Si trovano in scuole, edifici pubblici e privati, ospedali e palestre.

La legge impone il controllo dei siti contaminati attraverso la rimozione delle possibili cause di danneggiamento delle superfici compatte di amianto. Finché l’amianto rimane inserito in una matrice compatta e rimane integro è infatti impossibilitato a rilasciare le sue fibre nell’ambiente. Quando però la matrice compatta si rompe o viene erosa le fibre sottilissime dell’amianto si disperdono nell’ambiente e possono essere facilmente inalate.

In realtà, come affermato dall’OMS in merito alla pericolosità dell’amianto, non esistono approcci controllati al problema che assicurino il rischio zero. Qualunque trauma imprevedibile, compreso quello di terremoti e altri eventi traumatici, può liberare in qualunque momento le fibre killer nell’aria.

L’ONA si batte per una bonifica efficace e tempestiva. Per questo ha istituito anche l’App Amianto. Attraverso questa applicazione i cittadini possono segnalare i siti a rischio e contribuire alla mappatura, inviando foto geolocalizzate per la verifica. Il censimento dei siti contaminati è utile per la prova legale di esposizione all’amianto, per ottenere le tutele legali. Inoltre è un elemento fondamentale per la prevenzione a 360°.

Prevenzione secondaria e sorveglianza sanitaria

La prevenzione secondaria consiste nella sorveglianza sanitaria mirata nei confronti degli esposti. Coloro per i quali è accertata l’esposizione alle fibre di amianto devono infatti sottoporsi ad esami periodici specifici. In questo modo è possibile tenere sotto controllo la salute e diagnosticare precocemente l’eventuale insorgenza di patologie.

In particolare, coloro ai quali è stata diagnostica un’infiammazione causata dall’amianto devono sottoporsi a controlli ancora più stringenti. Infatti, infiammazioni quali placche pleuriche, asbestosi e ispessimenti pleurici possono evolvere in mesotelioma della pleura. La tempestività della diagnosi è fondamentale per una migliore riuscita dei trattamenti e per aumentare le aspettative di vita, oltre che la qualità di vita del paziente. Anche nel caso di pleurite e versamenti pleurici è necessario sottoporsi ad un’attenta sorveglianza sanitaria.

Purtroppo però, soprattutto dopo il pensionamento, tale strumento di prevenzione secondaria è ancora sviluppato a macchia di leopardo, in Italia. Eppure l’articolo 259 del D.L.vo 81/2008 ne fa una imposizione a carico delle ASL. L’Osservatorio Nazionale Amianto ha dovuto, altresì, constatare dei ritardi diagnostici, specialmente per casi di mesotelioma, originariamente curati come se fossero delle fibrosi.

A questo scopo ONA ha istituito il Dipartimento per la Cura del Mesotelioma. Attraverso un protocollo di cura multimodale informa sulle migliori cure disponibili e sulla sorveglianza sanitaria degli esposti.

Prevenzione terziaria: tutela dei diritti

La prevenzione terziaria, attraverso gli strumenti della giurisprudenza, salvaguarda i diritti di chi è esposto e permette di diminuire le esposizioni. Infatti i lavoratori esposti ad amianto nell’ambiente lavorativo possono ricorrere ai benefici contributivi e al prepensionamento amianto.

La tutela legale degli esposti permette poi di ottenere le prestazioni INAIL, consistenti nell’indennizzo o rendita a seconda del grado invalidante. I beneficiari della rendita possono richiedere anche del Fondo Vittime Amianto. Infine le vittime hanno diritto all’integrale risarcimento dei danni (patrimoniali e non patrimoniali).

Per chi fa parte delle Forze Armate o Comparto di Sicurezza, invece, occorre il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere, con le relative prestazioni aggiuntive. L’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA, ha ottenuto significativi risultati nella difesa di coloro che sono stati esposti ad amianto in servizio nelle Forze Armate, come nella Marina Militare, la cui incidenza dei casi è molto elevata (570 fino al 2015).

Servizi di assistenza e prevenzione ONA

Per richiedere l’assistenza medica e l’assistenza legale dell’ONA è possibile chiamare il numero verde o compilare il form. In questo modo si può accedere al servizio di consulenza gratuita e ricevere tutte le informazioni necessarie.

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