È importante indagare sulle principali cause del mesotelioma: come l’esposizione all’amianto può causare la malattia e come questa esposizione può essere prevenuta?
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Il mesotelioma è un raro tumore che colpisce il mesotelio, tessuto di rivestimento delle cavità sierose. Si distingue in:
Inoltre, in base alle cellule che coinvolge, questa patologia si classifica in:
Il mesotelioma è un cancro molto aggressivo. È quindi importante ottenere una diagnosi precoce, grazie alla quale si può subito iniziare una cura e un trattamento specifico per combattere la malattia. Dato che il mesotelioma colpisce uomini di età superiore ai 55 anni, la guarigione è più difficile se la salute generale della vittima è colpita da altre malattie gravi. È quindi più difficile affrontare i trattamenti.
Illustra importanti linee guida per le vittime di mesotelioma e i familiari l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, in “Come curare e sconfiggere il mesotelioma ed ottenere le tutele previdenziali ed il risarcimento danni”. Tutti i casi di mesotelioma sono segnalati nel Registro Nazionale Mesoteliomi (VII Rapporto ReNaM).
La principale causa dell’insorgere del mesotelioma è l’esposizione ad amianto e alle fibre che derivano da esso. Dall’asbesto derivano oltre il 90% dei casi di mesotelioma.
Le fibre di asbesto sono lunghe tra 3 e 20 micron, larghe circa 0,01 micron e spesse tra 17 e 181 micron. Sono quindi facilmente inalabili e ingeribili. Una volta entrate nell’organismo provocano fenomeni infiammatori (asbestosi, ispessimenti pleurici e placche pleuriche), che possono causare lo sviluppo di neoplasie, come il mesotelioma. Questo è confermato anche nell’ultima monografia IARC.
Nonostante l’amianto sia stato messo al bando solo con la legge 257/92, già negli anni ‘60 studi specifichi accertarono che il contatto con l’amianto provocava malattie mortali ai polmoni e agli organi vicini. È importante quindi evitare esposizioni a polvere e fibre di asbesto poiché anche una bassa dose può essere letale per la salute. Ciò è ribadito dalla sentenza della Corte Suprema di Cassazione, IV Sezione Penale, 49215/2012, che, in caso di mesotelioma, ha deciso che l’asbesto è l’unico agente eziologico.
Il rischio di sviluppare il mesotelioma aumenta in base alla durata dell’esposizione e alla quantità di fibre inalata. Si ritiene che l’intervallo medio che intercorre tra esposizione e insorgenza del mesotelioma sia intorno ai 40 anni.Le persone che hanno lavorato per lunghi anni a contatto con l’amianto o utilizzato prodotti simili sono sicuramente le categorie più a rischio. Le principali vittime sono, per esempio, i lavoratori che operavano a stretto contatto con le polveri nelle cave dove venivano estratti i minerali asbestiformi.
Infatti, secondo i dati epidemiologici, il principale fattore di rischio è l’esposizione professionale all’amianto. Tuttavia, seppur l’esposizione all’amianto nell’ambiente di lavoro rappresenti il 90% dei casi segnalati, il mesotelioma può insorgere anche per esposizione passiva attraverso il contatto tra i familiari e i lavoratori esposti. Perciò il mesotelioma può insorgere anche a causa dell’esposizione ambientale o familiare, dato che molti edifici, privati e pubblici, riscontrano ancora la presenza di manufatti in amianto.
Sono 40.000 le tonnellate di materiali contenenti amianto. Questa situazione d’emergenza e la mancanza delle bonifiche sul territorio nazionale sono denunciate dall’Avv. Bonanni in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022”.
L’insorgenza del mesotelioma è stata attribuita anche all’inalazione di altre fibre. Per esempio l’esposizione a sostanze pericolose come le zeoliti, minerali simili alle fibre di amianto, può provocare vari tipi di tumori. In particolare, un minerale di cui è stato dimostrato un legame con lo sviluppo del mesotelioma è l’erionite, estratto un tempo in Turchia nella zona della Cappadocia.
L’erionite è un minerale fibroso presente in natura, che appartiene ai zeoliti. Di solito si trova nella cenere vulcanica che è stata alterata dagli agenti atmosferici e dalle falde acquifere. Alcune proprietà dell’erionite sono simili a quelle dell’amianto. Infatti anche la IARC ne riconosce le capacità cancerogene. Questo minerale è quindi la causa del mesotelioma pleurico e peritoneale maligno.
Alcuni studi scientifici hanno dimostrato anche la correlazione tra l’insorgere del mesotelioma e altri fattori di rischio, sebbene sia molto limitata. In particolare le persone esposte ad alte dosi di radiazioni ionizzanti, soprattutto all’addome e al torace, dimostrano un aumentato rischio di mesotelioma maligno, sia pleurico sia peritoneale.
Tra le principali ricerche che confermano questa correlazione ci sono “Rischio di mesotelioma dopo radioterapia esterna: uno studio longitudinale basato sui dati SEER” e “Radioterapia esterna e rischio di mesotelioma: analisi dei dati del Surveillance Epidemiology, and End Results program (Stati Uniti), 1973-2012“. Quest’ultimo evidenzia: “un possibile nesso causale tra esposizione a radiazioni ionizzanti e rischio di mesotelioma“ e, in questo caso, si riscontra un rischio maggiore di insorgenza del mesotelioma peritoneale.
A questa causa si aggiunge anche l’esposizione o le iniezioni al Thororast, composto contenente diossido di torio, utilizzato fino agli anni ’40 come mezzo di contrasto radiografico.
Esistono altre cause del mesotelioma che, seppur in minima percentuale, possano provocare la patologia. In rari casi, per esempio, si è riscontrato un collegamento tra le nanoparticelle ad alto rapporto di aspetto (HARN) e il mesotelioma. Anche il virus SV40 potrebbe essere un’altra causa dello svilupparsi della malattia. Si aggiunge a questi, seppur raramente, la predisposizione familiare, legata a mutazioni del gene BAP1.
Infine il fumo, nonostante non sia considerato un fattore di rischio per questa determinata patologia, aumenta considerevolmente il rischio di sviluppare una malattia polmonare se correlata all’esposizione simultanea ad amianto.
L’Avvocato Bonanni e l’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto da anni si occupano di assistere le vittime del mesotelioma e delle altre patologie asbesto correlate. In base al luogo di esposizione possono essere intraprese diverse strade nella tutela delle vittime, approfondite durante il sedicesimo episodio di ONA TV: “Mesotelioma, amianto e malattie del lavoro“.
Se l’esposizione è ambientale, la vittima ha il diritto di richiedere la prestazione una tantum del valore di 10.000 euro del Fondo Vittime Amianto.
Invece, per esposizione lavorativa, si deve ottenere dapprima il riconoscimento di malattia professionale dall’INAIL. Una volta ottenuto, in base al grado di invalidità, la vittima ha diritto a:
Per i lavoratori sussistono anche i benefici contributivi amianto che permettono di accedere al prepensionamento. In caso non si raggiungesse il diritto a alla pensione, si può far domanda per la pensione d’invalidità amianto (art. 1, comma 250, L. 232/2016).
Un’altra strada va percorsa da coloro che fanno parte delle Forze Armate e Comparto Sicurezza. In questo caso si deve richiedere il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere, per ottenere le relative prestazioni aggiuntive, come l’equo indennizzo e la pensione privilegiata.
Infine le vittime e i loro familiari hanno diritto al risarcimento dei danni, sia patrimoniali sia non patrimoniali. Il carattere ormai universale e unanime della teoria multi-stadio della cancerogenesi e della dose dipendenza del mesotelioma ha permesso di dimostrare le responsabilità di chi ha provocato l’esposizione, dando la possibilità a tutte le vittime di far valere loro diritti.
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