La chirurgia mesotelioma è un protocollo medico che permette di guarire dal tumore. Rappresenta il trattamento di cura più antico per la lotta contro il cancro. La chirurgia, anche se restituisce esiti importanti, non può essere applicato indistintamente su tutti i pazienti oncologici, ma richiede delle circostanze ben precise.
Ogni anno, in Italia, muoiono quasi 180 mila persone malate di tumore. Di queste, più di 6.000 sono malate di patologie asbesto correlate, come il mesotelioma, un tumore particolarmente aggressivo che miete fino a 2000 persone l’anno.
L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avvocato Ezio Bonanni difendono tutte le vittime di amianto dal punto di vista medico e dal punto di vista legale. Evitare le esposizioni ad asbesto è l’unico modo per evitare danni alla salute. Per questo incentivano la prevenzione e la bonifica dei siti contaminati.
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Il mesotelioma è un tumore particolarmente aggressivo che si sviluppa in seguito all’esposizione ad amianto. L’inalazione delle fibre di amianto causa infiammazioni multiple nelle membrane che avvolgono gli organi (asbestosi, ispessimento pleurico e placche pleuriche). Queste infiammazioni, a lungo andare, permettono la trasformazione delle cellule dell’organo in cellule tumorali.
Non sempre è possibile ricorrere alla chirurgia per curare il mesotelioma. Quando la diagnosi della malattia è tempestiva e la malattia si trova nella sua fase iniziale, il tumore può essere rimosso tramite la sola chirurgia. In questo caso, con la chirurgia si elimina completamente la massa di cellule trasformate, prima che queste invadano porzioni più ampie dell’organo.
Tuttavia, la chirurgia per la lotta contro il cancro non rappresenta il trattamento principale a cui si sottopongono tutti i malati oncologici. Quando il tumore raggiunge dimensioni importanti o colpisce le strutture deputate al funzionamento degli organi, l’intervento chirurgico diventa un trattamento di tipo secondario.
Inoltre, per il mesotelioma, tra l’esposizione ai minerali di amianto e l’insorgenza della neoplasia possono trascorrere anche 30 o 40 anni. Perciò spesso ricevono una diagnosi tardiva della malattia. Come per il mesotelioma, anche per tutte le altre neoplasie, se la diagnosi tarda ad arrivare, il paziente non può sottoporsi alla chirurgia come trattamento principale. Allora, l’equipe medica e l’oncologo opteranno per protocolli di cura alternativi.
L’enorme successo della chirurgia nella lotta contro i tumori, come nel mesotelioma, è stato raggiunto anche grazie alla combinazione di differenti protocolli di cura. La maggior parte delle volte alle persone colpite da neoplasia viene diagnosticato un tumore in stadio avanzato. Questo vuol dire che le cellule del tumore hanno coinvolto già una porzione molto grande dell’organo in cui si è sviluppata la malattia e la sola chirurgia, da sola, non sarebbe in grado di eliminare totalmente la neoplasia.
L’equipe medica può anche ritenere opportuno l’asportazione dei linfonodi nei pressi dell’organo interessato dal tumore. Nel caso in cui l’analisi dei linfonodi asportati rilevi la presenza di antigeni tumorali, allora al paziente verrà consigliato un trattamento combinato, al fine di migliorare l’aspettativa di vita, nonché di migliorare il suo stato di salute. Anche l’ONA consiglia un trattamento multimodale nel protocollo contenenti le linee guida per la diagnosi e le cure consigliate.
L’equipe medica può scegliere di optare per un protocollo di cura combinato. Prima di effettuare un intervento chirurgico come trattamento principale, l’oncologo può sottoporre il paziente a una seduta di radioterapia o chemioterapia. A tal fine, lo scopo è quello di apportare una notevole riduzione della massa tumorale, così da facilitare la sua rimozione. In questo caso, la radioterapia e la chemioterapia rappresentano il trattamento di tipo neoadiuvante. Questi trattamenti, definiti anche di tipo secondario, sono trattamenti sistemici, che interessano anche gli organi che si trovano nelle vicinanze del sito del tumore.
Tuttavia, l’oncologo può prescrivere dei cicli di chemioterapia dopo un intervento chirurgico. In questo caso, l’intervento chirurgico rimane il trattamento principale, mentre la chemioterapia rappresenta il trattamento di tipo secondario, di tipo adiuvante. Il trattamento viene definito adiuvante poiché si realizza dopo il trattamento principale. Lo scopo è quello di aumentare le probabilità di successo del trattamento primario e di evitare possibili ricadute, la formazioni di nuovi focolai o ridurre le dimensioni della massa tumorale.
La chirurgia è un trattamento indicato per la cura dei tumori che si trovano nella loro fase iniziale. La formazione di un tumore si verifica con la veloce differenziazione delle cellule di un organo in cellule maligne. Queste cellule si ammassano le une sulle altre e formano una piccola massa all’interno dell’organo interessato. In questa fase i tumori sono localizzati e circoscritti in una zona ben precisa.
Con l’intervento chirurgico, le porzioni di tessuto colpite da neoplasia vengono rimosse per preservare il funzionamento dell’organo. Inoltre, l’elevata velocità con cui si moltiplicano le cellule neoplastiche causa la compressione e compromissione degli organi vicini. In questo caso, la chirurgia permette di alleviare i sintomi da compressione degli organi ai pazienti malati di tumore.
Anche in presenza di metastasi isolate, i malati di tumore possono ricorrere alla chirurgia. Questo protocollo permette di ridurre il rischio di formazione di neoplasie multiple e aumentare le probabilità di sopravvivenza dei malati oncologici. Purtroppo, l’intervento chirurgico è indicato per i pazienti che ricevono una diagnosi precoce, in cui la massa tumorale ha dimensioni ridotte ed è circoscritta in una zona ben precisa.
I tumori che si trovano in uno stadio iniziale permettono l’asportazione completa della massa tumorale. La possibilità di sottoporsi a un intervento chirurgico viene valutata da un equipe medica, formata da un oncologo, un chirurgo specialista dell’organo sede del tumore, un anestesista e altre figure specializzate di supporto.
Solo dopo un’attenta valutazione del tumore e della sua localizzazione, nonché estensione, e delle condizioni generali di salute del paziente, sarà possibile definire il protocollo di cura meno invasivo e più adatto per il malato. Tuttavia, l’unico svantaggio dei tumori che si trovano in uno stadio iniziale, è quello di non permettere la classificazione del tipo di tumore.
Prima di sottoporsi a qualsiasi protocollo di cura, le persone affette da mesotelioma o altre forme di tumore, devono sottoporsi a esami chimici-clinici e diagnostici. Questi esami sono necessari per dare la possibilità all’equipe medica di valutare il protocollo di cura più adatto al singolo paziente. I controlli di routine effettuati per affrontare interventi chirurgici sono esami del sangue e delle urine, la radiografia del torace, l’elettrocardiogramma e accertamenti specifici che variano in base alla portata dell’intervento e alla neoplasia.
Anche la preparazione psicologica del paziente e dei suoi familiari ricopre un ruolo fondamentale per poter affrontare un intervento chirurgico. Infatti, l’operazione chirurgica, finalizzata alla rimozione del tumore, può provocare un forte senso di angoscia e tristezza nel paziente e nei suoi familiari. Inoltre, i malati oncologici che stanno per affrontare un’operazione possono soffrire di ansia, disturbi del sonno e di uno stato di preoccupazione generale. Lo stesso stato d’animo modo, gli stretti familiari.
Una consulenza psicologica aiuta sia il paziente che la sua famiglia ad affrontare meglio l’intervento e la degenza post-operatoria.
Prima di sottoporsi a un intervento chirurgico per curare il mesotelioma, è fondamentale che i pazienti vengano informati sulle modalità di svolgimento dell’operazione. Il colloquio con la figura dell’anestesista rappresenta un momento fondamentale per il paziente. Infatti, l’anestesista ha il compito di tranquillizzare il malato, illustrando le possibili opzioni anestetiche, informandolo anche sui rischi e sui benefici di ciascuna tecnica.
In base alla sede del tumore e alla portata dell’intervento, l’anestesista può decidere se effettuare l’anestesia:
Creare un rapporto di fiducia medico-paziente è indispensabile. Il chirurgo, prima di operare un paziente, deve spiegare e far comprendere al malato le informazioni più importanti riguardo l’operazione. Innanzitutto chiarisce il perché della scelta di operare, se ci sono eventuali alternative al trattamento e quali obiettivi ci si prefigge di raggiungere con l’operazione. Inoltre, il chirurgo dovrà illustrare le modalità di svolgimento dell’operazione, eventuali e possibili effetti collaterali e rischi a cui i malati di mesotelioma o di altro tumore vanno in contro.
Durante il colloquio, il medico presenterà al paziente tutte le eventuali prospettive dell’intervento. In questa fase, il paziente potrà rivolgere al medico qualsiasi dubbio e domanda sulla propria malattia e sull’intervento che affronterà. Inoltre, al termine del colloquio, al paziente verrà chiesto di sottoscrivere un documento che autorizzi l’equipe medica a procedere con l’intervento, perché informato di tutti i rischi e modalità di esecuzione dell’intervento.
Dopo aver subito un intervento chirurgico finalizzato alla cura del mesotelioma o di altro tumore, i pazienti affrontano la degenza post-operatoria. Questo momento è influenzato dal tipo di anestesia effettuata sul paziente, dalla portata dell’intervento e dalle probabili complicanze che ne derivano dall’operazione.
Nel caso in cui il tumore da asportare è di piccole dimensioni e localizzato in una zona circoscritta, l’intervento non sarà di tipo invasivo e l’anestesia di tipo locale. Salvo la possibilità di insorgenza di complicanze, il malato lascerà la struttura dopo sole poche ore. In questo caso, il paziente potrà recarsi presso le strutture sanitarie o dal proprio medico curante al fine di monitorare tutta la fase di guarigione.
Quando il paziente si sottopone a interventi di portata maggiore, che richiedono la somministrazione di anestetici generali che provocano una perdita reversibile della coscienza, il paziente dovrà trascorrere un periodo di degenza più lungo all’interno della struttura. Infatti, gli interventi chirurgici più importanti richiedono un tempo maggiore di guarigione e il rischio di sviluppare complicazioni è maggiore.
Tra queste, vi sono le infezioni che insorgono a livello della ferita chirurgica, le polmoniti, le trombosi, la lesioni dei nervi, ematomi e sanguinamento. Se la degenza avviene presso la propria abitazione o se, in seguito allo sviluppo di complicazioni comparse dopo il rientro a casa, il paziente riferisce conseguenze post-operatorie, potrà fare riferimento anche al proprio medico curante. Se le complicazioni sono gravi, dovrà contattare o recarsi presso la struttura che ha eseguito l’intervento.
La chirurgia per la cura del mesotelioma è un protocollo terapeutico idoneo a curare solamente una minoranza di casi di mesotelioma. Infatti, purtroppo, i malati di mesotelioma ricevono spesso una diagnosi tardiva del tumore. Perciò è importante attuare dei programmi di prevenzione sanitaria.
I programmi di prevenzione sanitaria consistono in campagne di sensibilizzazione che mirano all’educazione alla salute del singolo. Infatti, tutte le malattie, compresi i tumori come il mesotelioma, si possono evitati grazie alla prevenzione e alla sorveglianza sanitaria. Condurre uno stile di vita sano, migliorare le proprie abitudini di vita quotidiana e sottoporsi regolarmente a controlli della salute, rappresentano dei buoni presupposti per non compromettere nessun organo del corpo umano.
Grazie alla prevenzione primaria è possibile evitare l’esposizione ai fattori di rischio, responsabili dell’insorgenza delle neoplasie. Infatti la prevenzione primaria permette di aumentare i fattori protettivi dell’organismo e di abbassare al minimo la possibilità di sviluppare le malattie di vario genere.
La prevenzione secondaria, invece, permette di diagnosticare le malattie nella loro fase iniziale. Questa forma di prevenzione si realizza grazie ai programmi di screening organizzati dal Sistema Sanitario Nazionale. Le persone che si sottopongono a programma di screening sono generalmente persone asintomatiche, che effettuano esami di controllo per valutare possibili insorgenza di malattie.
Infine, la prevenzione terziaria permette di gestire meglio la malattia e l’integrazione sociale del malato, e tutelare tutti i diritti spettanti per legge. In questo modo la vitta può richiedere tutte le prestazioni assistenziali, previdenziali e risarcitorie dovute.
Il mesotelioma è una patologia asbesto correlata che si forma in seguito all’esposizione a polveri e fibre di amianto. L’esposizione alle fibre di amianto può essere sia di tipo professionale, quindi a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa, sia ambientale, cioè risalente all’ambiente familiare o di strutture contaminate vicine.
Con la legge 275 del 1992, su tutto il territorio italiano è stata vietata l’estrazione, la lavorazione, la commercializzazione e qualsiasi altro uso dell’amianto perché ritenuto altamente cancerogeno, come confermato dall’ultima monografia IARC.
L’incidenza delle patologie asbesto correlate è continuamente monitorata dal Sistema di Sorveglianza Sanitaria. Attualmente, l’Italia è il Paese maggiormente coinvolto nel monitoraggio delle patologie asbesto correlate per l’elevato numero di casi di mesotelioma. Dal VII Rapporto ReNaM si evince che il numero dei casi di malattie asbesto correlate negli ultimi anni è in continuo aumento.
La grande quantità di materiali di amianto ancora presente sul territorio nazionale è denunciata anche dallo stesso Avvocato Bonanni in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-Ed. 2022“. Per far fronte a questa emergenza l’ONA ha creato l’App Amianto per facilitare la segnalazione delle aree contaminate da parte dei cittadini e la successiva bonifica.
L’ONA sostiene i lavoratori vittime dell’amianto. Questi possono chiedere assistenza medica e assistenza legale gratuita. Tra gli obiettivi dell’associazione ci sono anche la completa bonifica di tutti i siti contaminati e la sensibilizzazione su questo delicato. Per avere maggiori informazioni e richiedere la consulenza gratuita basta chiamare il numero verde o compilare il form.