Il colangiocarcinoma da amianto è una patologia molto grave, come molte altre causate dall’asbesto. Anche il colangiocarcinoma del fegato rientra tra quelle patologie che hanno origine dalla esposizione ad amianto. Il quadro più chiaro sulle diagnosi di patologie asbesto correlate si ricava dalla pubblicazione dell’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e dell’Osservatorio Vittime del Dovere, il “Libro Bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“.
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Il colangiocarcinoma da amianto è un tumore raro, ma con tasso di diffusione in aumento nel mondo. Colpisce i dotti biliari, quei piccoli canali che trasportano la bile e collega fegato, colecisti ed intestino tenue. La bile è un liquido secreto dal fegato che aiuta la digestione e l’assorbimento dei grassi.
Nella monografia IARC (Organizzazione mondiale della Sanità) dedicata all’amianto si riconosce che esso è agente eziologico per il cancro di primaria importanza. Esposizione ambientale ed esposizione professionale sono le cause maggiormente legate allo sviluppo di patologie asbesto correlate.
Molto spesso è asintomatico anche in fase avanzata, quindi la diagnosi è molto difficile e quasi sempre tardiva. Colpisce soprattutto persone con più di 50 anni (con maggiore frequenza negli uomini tra i 50 e i 70 anni, ma può verificarsi a qualunque età. Formulare un trattamento efficace per colangiocarcinoma da amianto si rivela quindi impresa ardua.
In molti casi il colangiocarcinoma è di origine professionale. Come spiega l’oncologo e professore Giovanni Brandi, durante il convegno a Modena “Amianto nell’acqua potabile, nelle scuole e negli edifici pubblici e nei luoghi di vita e di lavoro” del 28 novembre 2015, c’è il collegamento con l’esposizione ad amianto.
Sono molti processi che sono in corso di svolgimento anche grazie all’azione dell’avvocato Ezio Bonanni. Per cui, se ti è stato diagnosticato un colangiocarcinoma del fegato, ti può rivolgere all’Osservatorio Nazionale Amianto.
Infatti, l’amianto, oltre al causare il mesotelioma, provoca tutta una serie di altri tumori:
Il VII Rapporto ReNaM evidenzia come si tratti di malattie molto gravi ma anche evitabili grazie ad una prevenzione primaria efficace. L’ONA grazie alla sua rete di volontari offre assistenza medica e l’assistenza legale gratuita per le vittime e per i loro familiari. Per ottenere una consulenza gratuita, compila il form per essere ricontattato; oppure scrivi su whatsapp o chiama direttamente il numero verde 800.034.294.
Il tumore dei dotti biliari causato dall’esposizione all’amianto, il colangiocarcinoma da amianto, può essere distinto in varie tipologie. Ogni tipo si distingue in base al tratto colpito.
Quasi tutti i tipi di colangiocarcinoma sono adenocarcinomi. Non se ne conoscono le cause nello specifico, ma i fattori di rischio possono essere diversi. Tra questi troviamo:
Non c’è invece una acclarata associazione colangiocarcinoma e fumo e/o alcol.
I sintomi del colangiocarcinoma sono abbastanza generici e comprendono febbre, dolore addominale, stanchezza, rapido affaticamento, perdita di peso, sudorazione notturna. Purtroppo, quando si manifestano, il tumore è già in fase avanzata. Quando si presenta la sintomatologia, il tumore ha ostruito il sistema biliare e in genere ha determinato lo sviluppo del classico quadro da colestasi (blocco della bile). Ittero, prurito, urine scure, feci pallide (color argilla) sono le manifestazioni dei tumori extraepatici e della colestasi.
I colangiocarcinomi intraepatici invece di solito sono asintomatici, oppure hanno sintomi aspecifici, fino anche grandi dimensioni. Le manifestazioni quando si presentano, sono legate all’invasione del fegato da parte del tumore o all’effetto massa (palpabile a livello dell’addome) e/o ascite (accumulo di liquido nell’addome).
Nei pazienti sintomatici, la diagnosi non invasiva si effettua a scopo confermativo e si effettua con esami del sangue riferiti alla salute del fegato e della cistifellea – bilirubina, albumina, enzimi epatici, marker tumorali – ed esami di imaging come l’ecografia, la tac e la risonanza magnetica (colangio-RM).
Poi c’è la biopsia, che preleva un campione di tessuto delle vie biliari da inviare in laboratorio per l’esame istologico. Con una colangio-pancreatografia endoscopica retrograda (ERCP), l’approccio endoscopico e radiologico si combinano per verificare cosa ostacoli il deflusso della bile e dei succhi pancreatici nell’intestino (in alcuni casi si procede direttamente durante la seduta stessa per risolvere il problema). La colangiografia percutanea transepatica (PTC), invece permette di visualizzare le vie biliari attraverso una radiografia con mezzo di contrasto.
Se la presenza del colangiocarcinoma è confermata dagli esami, per la caratterizzazione dello stadio può essere richiesta una PET.
In caso di colangiocarcinoma aspettative di vita variano da caso a caso. A causa della diagnosi tardiva, la sopravvivenza al colangiocarcinoma a cinque anni dalla diagnosi è molto bassa. Per il tumore intraepatico la stima è del 9%, mentre per il tumore extraepatico è del 10%; per entrambi sono i dati relativi alla media tra la sopravvivenza maggiore, cioè quando diagnosticati in situ, e la prognosi peggiore, cioè quando metastatici. I dati sono dell’American Cancer Society.
Il trattamento del colangiocarcinoma da amianto è basato su un approccio multimodale; è in genere una combinazione di vari metodi quali la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia. La decisione è variabile in base a dimensioni e tipo di tumore, presenza di eventuali metastasi e stato generale di salute del paziente.
Quando il tumore è diagnosticato in fase precoce, si può asportare completamente in modo chirurgico insieme al dotto biliare interessato, ai linfodi e alle parti di organo vicini. Questa è la procedura associata alla migliore percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi. In altri casi l’approccio chirurgico può essere utile per curare la sintomatologia. Altrimenti si valuta il rapporto tra colangiocarcinoma e chemioterapia.
La chemioterapia può essere adiuvante o neoadiuvante, per uccidere le cellule tumorali residue dopo l’intervento chirugico o per ridurre la massa tumorale prima di usare il bisturi. La radioterapia si utilizza di rado per la cura del colangiocarcinoma.
Se sei un paziente o il familiare di un paziente affetto da colangiocarcinoma, puoi contattare l’Osservatorio Nazionale Amianto o l’Osservatorio Vittime del Dovere per ottenere una consulenza gratuita. Se infatti questo tumore deriva dall’esposizione all’amianto, come tante altre neoplasie o patologie causate da cancerogeni, può essere riconosciuta come una malattia professionale. Con questo procedimento si può avviare la procedura per ottenere le prestazioni INAIL e le maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto, utili al prepensionamento.
Se invece si è contratta la malattia durante il servizio nelle Forze Armate o Comparto Sicurezza si deve richiedere il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere. In questo modo si ha diritto a prestazioni aggiuntive, come l’equo indennizzo e la pensione privilegiata. Infine sia la vittima sia i familiari hanno diritto all’integrale risarcimento del danno (patrimoniale e non patrimoniale).
Puoi ricevere maggiori informazioni chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il form lasciando i tuoi recapiti per essere ricontattato.