Esiste una cura al mesotelioma? Qual è il trattamento più adatto? Si può guarire? In questa guida scopriamo tutto quello che c’è da sapere sul trattamento e cura mesotelioma, in particolare sulla cura mesotelioma pleurico.
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L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avvocato Bonanni, hanno messo a punto un protocollo per la cura del mesotelioma, con una serie di linee guida di cui è possibile tenere conto per il trattamento multimodale di questa aggressiva neoplasia.
Il mesotelioma è una neoplasia molto aggressiva che colpisce le sierose del corpo umano. Il mesotelioma della pleura è la tipologia più frequente. Poi ci sono il mesotelioma del peritoneo, del pericardio e della tunica vaginale del testicolo.
Il mesotelioma ha un tasso di sopravvivenza ancora basso (di circa il 10%). In precedenza, infatti questa patologia veniva trattata con un approccio esclusivamente palliativo che si occupava di migliorare la qualità della vita restante del paziente. Ma grazie all’efficienza del sistema sanitario pubblico, della ricerca e di un uso più efficiente degli strumenti terapeutici sono stati ottenuti significativi risultati nella terapia e cura del mesotelioma.
La sorveglianza sanitaria permette di diagnosticare, il prima possibile, i danni da amianto. Quando si manifestano le placche e gli ispessimenti della pleura, che hanno un tempo di latenza inferiore, siamo di fronte al rischio del mesotelioma della pleura. Infatti, c’è la possibilità che l’infiammazione prosegua e provochi il mesotelioma.
Lo stretto nesso causale tra infiammazione e insorgenza di mesotelioma è confermato anche dalle risultanze dell’American Cancer Society in “What Causes Malignant Mesothelioma?“. Anche lo studio “Aspirin delays mesothelioma growth by inhibiting HMGB1-mediated tumor progression” lo conferma. Un antinfiammatorio, come l’Aspirina, potrebbe giocare un ruolo nel prevenire la trasformazione neoplastica e allungare la sopravvivenza in modelli animali.
L’ONA è in prima linea nella lotta all’amianto e nella prevenzione. Dispone di un servizio di assistenza psicologica ai pazienti e ai loro familiari e di ausilio nel rispetto del principio di sussidiarietà. L’ONA ha anche istituito un dipartimento dedicato ai pazienti che hanno contratto il mesotelioma in seguito all’esposizione ambientale o lavorativa all’amianto. Ha anche creato un protocollo per il trattamento multimodale del mesotelioma.
Il protocollo dell’ONA per la terapia e cura del mesotelioma non è il solo approccio al trattamento multimodale del mesotelioma, ma è uno strumento di condivisione e divulgazione di raccomandazioni e indirizzi che deve essere coniugato e adeguato nella pratica clinica alle caratteristiche bio-psico-mediche individuali del caso. I sanitari, per ogni singolo caso, devono decidere qual è il trattamento più adatto. Il protocollo dell’ONA non si sostituisce quindi né al Servizio Sanitario Nazionale né alla scelta del medico e del team multidisciplinare che ha in cura il paziente.
Il protocollo al trattamento multimodale del mesotelioma dell’ONA, a cura del Dott. Arturo Cianciosi e del Dott. Vittore Pagan costituisce dunque l’atto di indirizzo per i pazienti che si rivolgono all’associazione, da coniugare necessariamente e modulare in base al caso concreto dai sanitari che hanno in cura il singolo paziente. Si è approfondito questo argomento durante il sedicesimo episodio di ONA TV: “Mesotelioma e malattie del lavoro“.
Il protocollo ONA indica innanzitutto gli esami di base a cui sottoporre il paziente:
A questi si aggiungono esami mirati facoltativi, stabiliti sulla base dell’esame clinico o di base:
La terapia scelta per la cura e il trattamento del mesotelioma varia in relazione a diversi fattori: lo stadio della malattia, la zona del corpo colpita, la presenza di metastasi e le condizioni di salute generali del paziente.
In caso di tumore resecabile, cioè completamente asportabile (di solito stadio I, II e III del tumore), la chirurgia è il trattamento di elezione al mesotelioma. Essa può essere applicata in concomitanza con radioterapia. In particolare, un trattamento che si è dimostrato efficace prevede l’utilizzo della chirurgia in associazione con la chemioterapia intratoracica ad alta temperatura, applicata in sede operatoria. Questo approccio, recentemente utilizzato all’Ospedale Gemelli di Roma, era stato già usato dal Prof. Migliore presso l’Azienda Ospedaliera di Catania.
Invece la radioterapia adiuvante viene utilizzata per distruggere i piccoli gruppi di cellule tumorali non visibili e quindi non asportabili in sede operatoria. È applicata anche a scopo palliativo, per ridurre il dolore toracico che non si attenua con i farmaci.
Infine la chemioterapia prevede la somministrazione di uno o più farmaci in combinazione per distruggere le cellule tumorali che si sono sviluppate nella pleura e negli eventuali altri organi colpiti e rallentarne la progressione. La somministrazione può avvenire per via endovenosa in tutto il corpo o direttamente nella sede del tumore. La somministrazione localizzata permette di intervenire con dosi più alte di farmaco chemioterapico, che a volte viene riscaldato per aumentarne l’efficacia (chemioterapia ipertermica), limitando gli effetti collaterali al resto dell’organismo.
Per decidere se un paziente può essere sottoposto a un trattamento multimodale che include la chirurgia vanno esaminati determinati fattori:
A questo punto va scelto se optare per una procedura elettiva. Prevede la pleurectomia parietale e viscerale più completa possibile macroscopicamente, estesa a pericardio o diaframma, quando richiesto dalla malattia. In alternativa c’è la procedura di necessità, cioè la pleuropneumonectomia, estesa a pericardio o diaframma, ove richiesto dalla malattia.
Il trattamento post chirurgico prevede la chemioterapia di platino oppure la tomoradioterapia, in caso di limitata e circoscritta malattia residua.
Il paziente vittima di mesotelioma si trova nelle condizioni nelle quali la chirurgia può essere indicata come metodica adiuvante mediante citoriduzione massimale se:
Il tipo di intervento è lasciato alla scelta del chirurgo, in base all’estensione della malattia. In genere, a parità di stadiazione, la rimozione dell’ intero polmone non ha dimostrato finora superiorità rispetto alla semplice pleurectomia. La chirurgia con chemioterapia ad alta temperatura intrapleurica si è dimostrata in molti casi un successo ed è al momento l’intervento chirurgico con chemioterapia più promettente tra mesotelioma pleurico cure.
Il paziente malato di mesotelioma, le cui condizioni suggeriscono alternative terapeutiche non chirurgiche che possono giovare più della chirurgia e con minori rischi, mostrano:
Nei casi non operabili, la chemioterapia di prima linea che includa il platino è la prima scelta. In caso di resistenza accertata con TAC dopo due o tre cicli o progressione precoce (entro i 6 mesi da una prima risposta al termine di 6 cicli) sono incoraggiati trial sperimentali che abbiano solidi dati di ricerca e, possibilmente, non in doppio cieco.
Nel caso di risposta parziale (riduzione delle lesione di almeno il 30% nei suoi punti di maggior spessore) si suggerisce un follow up con TAC ogni 2-3 mesi. In caso di risposta maggiore di una lesione inizialmente non operabile, si suggerisce una seconda valutazione chirurgica per accertare eventuale operabilità.
Si è tenuto recentemente a Madrid il Congresso della European Respiratory Society, durante il quale, oltre 30 ricercatori, fra cui oncologi, patologi, chirurghi toracici, radioterapisti, hanno presentato le raccomandazioni per il trattamento del mesotelioma nei suoi vari stadi.
Questo cancro è causato dall’inalazione di fibre di amianto, come conferma la monografia IARC. Il numero dei casi è in costante aumento, come dimostra il VII Rapporto ReNaM. Infatti, nonostante la messa al bando con la legge 257/1992 è ancora diffusa la presenza di asbesto sul nostro territorio nazionale, come denuncia l’Avvocato Bonanni e “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-Ed.2022“.
La prevenzione primaria, cioè la bonifica dei siti contaminati, è il primo strumento per vincere le patologie amianto correlate, tra cui il mesotelioma. Questo è sostenuto anche dalla revisione del Consensus Report di Helsinki del 2014. A tal proposito l’ONA ha creato l’App Amianto, per favorire la segnalazione di aree a rischio amianto da parte dei cittadini. La mappatura dei siti contaminati in Italia è importante anche per l’ottenimento della prova di esposizione ai fini legali.
Se si è già esposti a questo agente cancerogeno allora bisogna attuare la prevenzione secondaria. Grazie a controlli medici periodici è possibile giungere alla diagnosi precoce in caso di sviluppo di malattie asbesto correlate e sottoporsi a terapie tempestive e innovative, data la ricerca scientifica continua. La stessa raccomandazione vale per mesotelioma cure.
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato il dispositivo per la terapia antitumorale non invasiva con campi elettrici. Questo tipo di approccio si combina con la chemioterapia a base di pemetrexed e platino. Questi farmaci sono solitamente utilizzati per il trattamento di prima linea del mesotelioma pleurico maligno, non operabile, localmente avanzato o metastatico. Il sistema NovoTTF-100L (Tumor Treating Fields) è il primo trattamento per il mesotelioma pleurico maligno (MPM) approvato dalla FDA negli ultimi 15 anni. La terapia TTF prevede un trattamento antitumorale non invasivo con campi elettrici sintonizzati su frequenze specifiche. In questo modo, si interrompe la divisione cellulare del tumore solido.
Inoltre, dato che l’infiammazione cronica causata da prolungata esposizione alle fibre di amianto è un cruciale meccanismo di sviluppo del mesotelioma, alcuni ricercatori propongono il ricorso a marcatori dell’infiammazione come fattori prognostici del mesotelioma. Gli studi a riguardo sono:
Altri autori hanno dimostrato come la soppressione di IL1beta (una citochina ad azione antinfiammatoria) non solo rallenta la carcinogenesi del mesotelioma pleurico maligno nell’animale cronicamente esposto all’amianto ma riduce anche l’aggressività del tumore.
Lo studio “Inflammation-Related IL1β/IL1R Signaling Promotes the Development of Asbestos-Induced Malignant Mesothelioma” del 2016 infatti riporta:
“This report provides experimental evidence implicating inflammation in a cancer whose etiology is connected with environmental exposure to a known carcinogen: asbestos. Targeting inflammation as potential chemo-prevention strategy for cohorts chronically exposed to asbestos or other carcinogenic mineral fibers”.
L’Osservatorio Nazionale Amianto assiste le vittime del mesotelioma e i loro familiari per ottenere assistenza medica e assistenza legale gratuita. L’Avv. Ezio Bonanni è il pioniere della difesa delle vittime dell’amianto in Italia e ha conseguito significativi risultati nella tutela dei loro diritti, imponendo la bonifica dei siti contaminati, per evitare le future esposizioni e permettendo il prepensionamento di coloro che hanno inalato le fibre di asbesto.
Il mesotelioma è una delle patologie inserite nella Lista I dell’INAIL delle malattie riconosciute come professionali. Per questo le vittime hanno diritto alle prestazioni INAIL e al Fondo Vittime Amianto. In caso di decesso, le prestazioni INAIL sono reversibili al coniuge e ai figli fino alla maggiore età o 26 anni, se studenti.
Se si è membri, invece, delle Forze Armate o del Comparto Sicurezza, si deve far richiesto di riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere. In questo modo si ha accesso a prestazioni aggiuntive.
Coloro, che hanno contratto mesotelioma per esposizione professionale ad amianto, hanno diritto all’accredito dei benefici contributivi, con moltiplicazione del periodo di esposizione con il coefficiente 1,5 utile per il prepensionamento amianto oppure per aumentare l’entità delle prestazioni. Infine si può ottenere l’integrale risarcimento dei danni a carico del datore di lavoro.
Si può richiedere la consulenza gratuita chiamando il numero verde o compilando il form.