Quando si parla di amianto sinonimo di asbesto e di malattie amianto correlate non si può non fare riferimento all’Eternit. Infatti asbesto sinonimo è allo stesso modo eternit e amianto. In Italia, complice un cogente ritardo nella bonifica amianto dopola messa al bando dell’asbesto, sono ancora presenti tonnellate di materiali di amianto. Molti di questi sono in Eternit.
L’Eternit ha provacato e sta provocando una vera e propria epidemia, in particolare del mesotelioma pleurico. Si pone quindi il problema di tutelare la salute, rispetto all’Eternit, ovvero al cemento amianto. Infatti, coloro che subiscono un danno biologico possono chiedere il riconoscimento di malattia professionale amianto. Quindi l’indennizzo INAIL e il risarcimento del danno. L’Osservatorio Nazionale Amianto assiste e difende le vittime e i loro familiari. Le onduline di cemento amianto sono state utilizzate per la copertura di tettoie e capannoni. In questa guida scopriamo tutto su Eternit cos’è, sulla sua pericolosità e sulla bonifica dei siti contaminati da cemento amianto eternit. Scopriamo nel dettaglio per cemento amianto come riconoscerlo, quali malattie provoca e come proteggersi e quali sono i diritti delle vittime dell’Eternit che abbiano contratto malattie asbesto correlate.
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L’eternit cos’è? Eternit è il nome della multinazionale produttrice del più noto tra i materiali di cemento-amianto. In essi, in una matrice compatta di cemento, sono inserite fibre di amianto in percentuali diverse, solitamente con una percentuale di circa il 15% di crisotilo e in minima parte crocidolite e amosite (leggi tutto su I minerali di amianto).
L’azienda della famiglia Schmidheiny, azienda Eternit, fu la prima a commercializzare i materiali in cemento amianto su larga scala. Ebbero un successo commerciale così grande che il nome Eternit viene utilizzato come sinonimo di cemento-amianto o di fibrocemento.
Oltre alle note onduline Eternit produceva (e produce ancora in alcuni paesi fuori dalla Comunità Europea) anche lastre piatte in cemento amianto e tubi per le condutture.
Eternit amianto come riconoscerlo? Quali sono le caratteristiche del cemento-amianto e che ne hanno determinato il grande successo commerciale? Il nome Eternit viene dal latino aeternitas, che significa eternità. Evoca alcune caratteristiche reale dei materiali in cemento amianto, ovvero l’indistruttibilità. Le fibre di asbesto, infatti, inserite nella malta, conferiscono ai materiali in cemento-amianto, o fibrocemento una grande resistenza.
Alla versatilità del cemento, di forme e colori, si aggiunge l’indistruttibilità dell’amianto. Tutti i minerali di amianto hanno doti di grande resistenza al calore e alla trazione e all’attacco di agenti esogeni. Altamente resperibile in natura è anche di economica estrazione e lavorazione.
Quindi come riconoscere amianto? I prodotti in cemento-amianto sono quindi prodotti resistenti, leggeri, economici e versatili.
Il primo materiale in eternit fibrocemento della storia fu brevettato da Ludwig Hatschek e registrato con il nome di Eternit. Alois Steinmann ne acquistò la licenza e nel 1903 aprì in Svizzera la ditta Schweizerische Eternitwerke AG. Tra le proposte commerciali, già di successo in questi primi anni di esistenza del fibrocemento, c’erano le lastre piane e i tubi per la costruzione degli acquedotti. In Italia furono ampiamente utilizzati e ancora oggi molte delle condutture in cui passa l’acqua potabile sono in cemento-amianto.
Le lastre ondulate in fibrocemento eternit fecero la loro comparsa sul mercato negli anni 30. In breve divennero il prodotto più noto e venduto dell’azienda. In Italia sono ancora presenti in migliaia di coperture di tettoie e capannoni. Si riconoscono facilmente, non solo per la forma, ma anche per il colore. Come riconoscere eternit? Nella matrice della malta sono infatti riconoscibili ad occhio nudo i ciuffetti delle fibre di amianto.
Dal 1935 il cemento amianto venne prodotto anche dalla Fibronit a Bari e poi anche a Napoli Bagnoli. Nel ’55 nacque Eternit Siciliana, affiancando gli stabilimenti di Casale Monferrato, Rubiera (Reggio Emilia), Cavagnolo (Torino), Broni (Pavia) e Bari, già presenti sul territorio italiano.
Il successo commerciale di Eternit, come detto più su, fu planetario. Le lastre piane ed ondulate ed i tubi in fibrocemento furono venduti in tutto il mondo. In Italia se ne fece ampissimo uso e il nostro paese fu uno dei più grandi produttori.
I prodotti di cemento-amianto furono utilizzati in particolare nell’edilizia, nelle industrie e a copertura di tetti e capannoni, in edifici pubblici e privati.
La pericolosità dell’amianto per la salute era nota già a partire dagli inizi del secolo, seppure non provata scientificamente. Dalla prova scientifica della pericolosità delle fibre di amianto c’è voluto comunque qualche decennio perché i minerali di amianto fossero messi al bando.
In Italia una serie di accordi internazionali stipulati con le tre zone occidentali di occupazione in Germania (DPR 15 gennaio 1950 n.827), con il Brasile (DPR 15 novembre 1950 n. 1177), il Pakistan (DPR 5 febbraio 1952 n. 725), l’Argentina (L. 31 luglio 1956 n. 1123) e l’Afghanistan (L. 3 dicembre 1962 n. 1767) per esportare i manufatti in amianto prodotti in Italia, non hanno contribuito ad attuare con sollecitudine le raccomandazioni degli Igienisti.
Con la legge italiana del 1992 vennero finalmente vietate estrazione, lavorazione e commercializzazione dell’amianto in Italia. Fino ad esaurimento scorte l’amianto continuò però ad essere venduto ed utilizzato anche durante tutto il corso del 1994.
I vari stabilimenti di cemento amianto italiani, costretti a chiudere, si lasciarono alle spalle fabbriche e ambienti totalmente privi di bonifica.
La legge del 92 che ha vietato l’uso dell’amianto nel nostro paese non ha obbligato ad una repentina bonifica.
Il risultato è che oggi in Italia sono presenti ancora più di un milione di siti con amianto e materiali contenenti amianto, tra cui Eternit. Sono milioni le tonnellate (circa 40) di amianto ancora da rimuovere, diffuse in più di un milione di siti e micro siti italiani. Tra di essi sono presenti abitazioni ed edifici pubblici, scuole, palestre ed ospedali.
Con una risoluzione del Parlamento Europeo gli stati membri saranno obbligati alla rimozione di tutti i materiali contenenti amianto entro il 2025. Il testo offre anche indicazioni sullo smaltimento dopo avere reso innoqui i materiali in modo da garantire la sicurezza del conferimento in discarica.
Leggi tutto su: amianto nelle scuole
L’OMS sul suo sito ufficiale ha pubblicato materiali su eternit pericolosità e dei minerali di amianto:
“All types of asbestos cause lung cancer, mesothelioma, cancer of the larynx and ovary, and asbestosis (fibrosis of the lungs). Exposure to asbestos occurs through inhalation of fibres in air in the working environment, ambient air in the vicinity of point sources such as factories handling asbestos, or indoor air in housing and buildings containing friable (crumbly) asbestos materials”.
Nel testo è evidente che ci sia eternit amianto pericolo e che ogni minerale sia da considerarsi cancerogeno. Ricordiamo che il crisotilo è presente nell’Eternit e in tutti i materiali in fibrocemento nella misura, almeno, del 15% insieme ad altri tipi di asbesto in più piccole quantità.
La pericolosità dei materiali di amianto risiede nella natura asbestiforme. Tutti i minerali che fanno parte del gruppo dei minerali asbestiormi hanno la capacità di suddividersi in fibre longitudinali via via più sottili. Esse si disperdono facilmente nell’ambiente e risultano così di facile inalazione. Una volta inalate, causano gravi infiammazioni che possono evolvere in cancro e mesotelioma, attraverso il meccanismo della cancerogenesi.
Il meccanismo di infiammazione e cancerogenesi da fibre di amianto è descritto da Linton, van Zandwijk, Reid, Clarke, Cao, Kao (Inflammation in malignant mesothelioma – friend or foe?. Ann Cardiothorac Surg. 2012;1(4):516–522).
Nella cancerogenesi i minerali di amianto agiscono anche in sinergia con altri cancerogeni presenti nell’ambiente.
La Corte di Cassazione, IV Sez. Penale, n. 45935/2019, ha chiarito che l’infiammazione è il terreno fertile per la degenerazione neoplastica. Specialmente per quanto riguarda l’insorgenza del mesotelioma e di altre malattie tumorali, anche le esposizioni a basse dosi sono dannose e rischiose.
Nell’Eternit le fibre di amianto sono contenute all’interno di una matrice compatta. Basta però una rottura, anche infinitesimale, perché le fibre killer possano essere rilasciate nell’ambiente, causando gravi malattie.
Oltre che ai normali effetti del decorso del tempo e degli agenti atmosferici, le aero dispersioni possono essere causate dalle attività manutentive dell’Eternit, che oltre ai danni alla salute, costituiscono un rischio di natura ambientale.
L’amianto cos’è e perché l’Eternit è pericoloso? Come abbiamo visto più su tutti i minerali di amianto sono pericolosi per la salute umana. Il pericolo Eternit risiede proprio nella natura asbestiforme. I minerali che fanno parte di questo gruppo infatti hanno la capacità di suddividersi in fibre longitudinali che diventano via via più sottili. Esse si disperdono facilmente nell’ambiente e risultano di facile inalazione. Una volta inalate, causano gravi infiammazioni che possono evolvere in cancro e mesotelioma.
Il meccanismo di infiammazione e cancerogenesi da fibre di amianto è descritto da Linton, van Zandwijk, Reid, Clarke, Cao, Kao.
Nell’Eternit le fibre di amianto sono contenute all’interno di una matrice compatta. Basta però una rottura, anche infinitesimale, perché le fibre di asbesto possano essere rilasciate nell’ambiente. A seguito di sollecitazioni fisiche, rotture, traumi, erosione da agenti atmosferici e incuria, le fibre di amianto possono infatti disperdersi nell’ambiente dai materiali di fibrocemento. In questo modo si causano gravi malattie, oltre che inquinamento Eternit.
Sulla base del D.M. 06.09.1994 l’idea di Eternit pericoloso è legata all’indice dell’aero dispersione. Solo l’amianto friabile, con un altro indice di aero dispersione impone la bonifica dei siti contaminati. Per quanto riguarda invece l’Eternit e gli altri materiali di amianto in matrice compatta, la legge impone la rimozione di tutte le possibili cause di rottura ed erosione dell’eternit materiale. Non tutto però può essere tenuto sotto controllo. Eventi traumatici e terremoti infatti non possono essere né previsti né controllati.
Oltre che ai normali effetti del decorso del tempo e degli agenti atmosferici, le aero dispersioni possono essere causate dalle attività manutentive dell’Eternit. Eternit amianto pericolo deriva dai danni alla salute che provoca ma anche dal rischio di natura ambientale con inquinamento da Eternit.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e il suo Presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, raccomandano di evitare ogni forma di esposizione. La prevenzione primaria infatti è l’unica forma di prevenzione che riduce a zero il rischio di ammalarsi.
Approfondisci per amianto rischi su: Report Consensus di Helsinki
L’amianto cosa provoca? Una volta inalate le fibre di amianto provocano gravissime patologie. Tra le patologie asbesto correlate ci sono infiammazioni gravi del sistema respiratorio (asbestosi, placche pleuriche, ispessimenti pleurici) che possono evolvere in tumore del polmone e della laringe, ma anche della faringe e della trachea e altri tipi di tumore (cancro alle ovaie, cancro all’esofago e al colon retto).
Tra le malattie amianto la più aggressiva e ad esito spesso infausto è il mesotelioma. Ne esistono diversi tipi: peritoneale, pleurico, il più diffuso, della tunica vaginale del testicolo e pericardico).
Sui Quaderni del Ministero della Salute, in lo “Stato dell’arte e prospettive in materiali di contrasto alle patologie asbesto-correlate”, n. 15, maggio-giugno 2012, è esposta la conferma che il mesotelioma è dose dipendente. Sulle monografie dello IARC è possibile approfondire la relazione tra patologie asbesto correlate e minerali di amianto.
Per approfondimenti >> i risultati della Commissione d’Inchiesta uranio impoverito e amianto e altri rischi e “il libro bianco delle morti di amianto in Italia-Ed.2022”
Le malattie causate dall’esposizione all’Eternit ed in generale all’amianto possono essere risarcite se riconosciute come malattie professionali. Per agevolare il riconoscimento l’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazioni Infortuni sul Lavoro) ha stilato 3 liste di malattie lavorative collegate agli agenti eziologici. In queste liste è identificata la causa eternit di alcune neoplasie con assoluta certezza scientifica.
Le malattie contenute in questa prima lista (Lista I dell’INAIL) devono essere riconosciute come malattie professionali e indennizzate. Le altre, come i tumori della faringe, dello stomaco, del colon retto si trovano nella Lista II, mentre nella lista III c’è solo il tumore dell’esofago. Queste ultime possono essere riconosciute come malattie professionali causate dall’esposizione lavorativa all’amianto, ma l’onere della prova è a carico del lavoratore.
Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera, Napoli e Siracusa, sono città epicentro di amianto Eternit malattie. Nel corso degli anni sono stati celebrati molti processi. Il più importante è il c.d. Eternit I, definito processo Eternit, nel corso del quale l’avv. Ezio Bonanni ha svolto un ruolo da protagonista.
Purtroppo, il primo procedimento si è chiuso con la prescrizione. L’impegno dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto prosegue con gli altri processi a carico del magnate svizzero Stephan Ernest Schmidheiny. L’eternit, quindi il prodotto in amianto cemento, nonostante la messa al bando con la Legge 257/92, è ancora presente.
La presenza di materiali di eternit continua a provocare lutti e tragedie. Infatti, oltre all’esposizione lavorativa vi è anche esposizione ambientale. Sussistono quindi gravi danni all’ambiente oltre che alla salute.
La multinazionale Eternit Italia ha avuto 5 stabilimenti (Rubiera – Reggio Emilia, Cavagnolo – Torino, Napoli – Bagnoli e Siracusa). Nel corso degli anni 80 aveva già chiuso alcuni stabilimenti, tra cui quello di Bagnoli a Napoli.
Il primo processo Eternit è iniziato nel 2009. Il magnate svizzero Stephan Ernest Schmidheiny fu imputato dei reati previsti dagli artt. 434 e 437 del codice penale, per la morte di circa 3200 persone.
In realtà, il capo di imputazione era incentrato sul disastro ambientale sul presupposto del fenomeno epidemico di malattie asbesto correlate riscontrato in alcune comunità.
In quella circostanza, il Pubblico Ministero non ha contestato il reato di omicidio colposo. L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni avevano chiesto che fosse contestato anche il reato di omicidio colposo.
Il Tribunale di Torino, anche sulla base delle richieste dell’avv. Ezio Bonanni, ha condannato l’imputato Stephan Schmidheiny alla pena di 16 anni di reclusione.
Il Tribunale di Torino, I Sez. Penale, sentenza n. 565/2012, ha condannato Schmidheiny per il disastro ambientale e violazione delle norme di sicurezza sul lavoro.
In appello, anche in seguito alle richieste dell’avv. Ezio Bonanni, fu emessa la condanna anche per il disastro relativo allo stabilimento di Napoli – Bagnoli.
In primo grado, infatti, per questi decessi vi fu la dichiarazione di prescrizione. Invece, grazie all’appello di P.M., la sentenza fu riformata, e la pena è stata inasprita a 18 anni.
Invece, purtroppo, in Corte di Cassazione vi fu il colpo di scena. Le difese dell’imputato hanno insistito nell’eccezione di prescrizione, con decorrenza dalla chiusura dello stabilimento e non dai singoli decessi.
Purtroppo, il Pubblico Ministero non aveva contestato il reato di omicidio colposo. La Corte di Cassazione ha accolto le tesi dell’imputato e lo ha assolto per prescrizione. Così, Cass. I Sez. Pen. Sent. n. 7941/2015.
Subito dopo la dichiarazione di prescrizione del reato di disastro ambientale (art. 434 c.p.), la Procura della Repubblica di Torino ha agito per omicidio. Così ha avuto inizio il Processo Eternit Bis.
Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, il GUP di Torino ha spacchettato in quattro tronconi il processo. Inoltre, per quello di Torino ha derubricato l’imputazione da omicidio volontario a omicidio colposo.
Questa decisione è stata impugnata in Cassazione, ma anche questa volta la Suprema Corte si è pronunciata a favore dell’imputato. Il troncone torinese è stato definito con condanna a carico dell’imputato. L’avv. Ezio Bonanni ha difeso la famiglia Testore. La sentenza di condanna è stata confermata anche in appello, e l’imputato ha proposto ricorso in cassazione.
Nell’altro procedimento, presso il Tribunale di Napoli, lo stesso imputato è stato condannato in primo grado, per cui la sentenza è in appello.
Ci sono state ulteriori condanne per gli altri tronconi del procedimento.
Ora la fabbrica Eternit ha cambiato ragione sociale in Etex. Ma si continua a morire di mesotelioma e di altre malattie asbesto correlate nelle città di Casale Monferrato, a Napoli, Rubiera, Cavagnolo e Siracusa.
In realtà, al di là del c.d. processo Eternit, e della multinazionale, il tema è quello del ritardo nella bonifica. Purtroppo, il cemento amianto si utilizzò anche nelle scuole e negli ospedali. Purtroppo, con l’entrata in vigore dell’art. 1 della L. 257/92, che ha vietato l’estrazione, lavorazione e produzione dell’amianto, il problema non è stato risolto. Infatti, sarebbe stato doveroso bonificare, prima di tutto con lo smaltimento, e con il confinamento. In ultimo, almeno con l’incapsulamento.
Tuttavia, proprio il ritardo nelle bonifiche, dovuto anche alla scarsità delle discariche (nel 2021 ne erano operative 17), ha acuito la lentezza e il ritardo. Quindi il dato epidemiologico, in Italia, come in Europa, con il continuo aumento di casi di malattie amianto, ha indotto a modifiche della direttiva comunitaria.
In sede comunitaria, la direttiva 2009/148/CEE, come da risoluzione del Parlamento Europeo del 03.10.2023, è intervenuta sui limiti di soglia. Infatti, agli Stati Membri, è stata imposta la riduzione dei livelli di cui a 0,002 cm3 escluse le fibre sottili, e 0,01 di fibre amainto per cm3 comprese le fibre sottili.
Purtroppo, essendoci ancora in Italia molti siti contaminati per via dell’uso di fibrocemento/eternit, continuano le esposizioni alle fibre di asbesto. Poichè i tempi di latenza sono molto lunghi, e per il mesotelioma possono arrivare anche a 60 anni, si pone il problema della bonifica.
L’ONA, dal punto di vista legale, sollecita le bonifiche, e ciò anche con un’azione legale preventiva dei danni. Sui luoghi di lavoro vi è il divieto di esposizione ad amianto, a prescindere dalla dose e soglia.
Si deve osservare che la tutela sui luoghi di lavoro è assicurata con l’art. 2087 c.c., e con il D.L.vo 81/2008. Tuttavia, anche in precedenza, vi erano tutta una serie di norme che sono state, purtroppo, violate.
Si richamano gli articoli 4, 19, 20 e 21 del d.p.r. 303/1956 (norme di prevenzione tecnica). In più anche quelli sulla protezione individuale, per effetto degli artt. 377 e 387 del DPR 547/55. Inoltre, con il D.L.vo 277/91 sono stati introdotti ulteriori strumenti di tutela. Successivamente, con l’art. 1 della L. 257/92 si mise al bando l’amianto. Tuttavia, come abbiamo già spiegato, il tema centrale è quello del ritardo delle bonifiche. Con il D.L.vo 626/94, sono state codificate le regole già sussistenti in ordine all’igiene industriale.
La vera prevenzione primaria è quella di evitare l’esposizione. Purtroppo per chi è stato esposto e ha subito un danno è invece fondamentale la tutela dei diritti. Infatti, come conferma Cassazione, Sezione Lavoro, 2393/2023, qualora sia accertato che il danno è stato causato dalla nocività dell’attività lavorativa per esposizione all’amianto, è onere del datore di lavoro provare di avere adottato le misure generiche di prudenza necessarie alla tutela della salute.
Quindi, chi ha subito una esposizione ad amianto, ovvero alle fibre del cemento amianto, con un danno alla salute, ha diritto alle tutele. Perciò può contattare l’Osservatorio Nazionale Amianto per il riconoscimento dell’indennizzo INAIL e per il risarcimento del danno.