Il Consensus Report di Helsinki è il report scaturito dall’incontro di esperti sul tema dell’amianto convocato nel 1997 ad Helsinki. Hanno partecipato 19 partecipanti provenienti da 8 Paesi con l’obiettivo di “discutere sulle patologie associate all’amianto e raggiungere un consenso sui migliori criteri per diagnosi e attribuzione in rapporto all’amianto“.
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La prima edizione del Consensus viene periodicamente aggiornata in base ai nuovi dati e alle nuove frontiere diagnostiche. Continua così a rappresentare un valido protocollo riguardante la prevenzione e la diagnosi delle malattie asbesto correlate.
L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avv. Bonanni, condividono pienamente le proposte contenenti nel report e sono in prima linea per la prevenzione del rischio amianto e la difesa delle vittime.
Il consenso raggiunto nel 1997 e aggiornato più volte è stato intitolato “Asbestos, Asbestosis and Cancer: The Helsinki Criteria for diagnosis and attribution“. La più recente edizione è del 2014 ed è “Consensus Report Asbestos, Asbestosis and Cancer: Helsinki Criteria for Diagnosis and Attribution 2014: recommendation“. Infatti il Finnish Institute of Occupational Health ha voluto integrare i nuovi dati negli Helsinki Criteria. L’aggiornamento è stato svolto con l’aiuto di 35 esperti internazionali nel corso di due anni e un incontro finale a Espoo, in Finlandia, nei giorni dal 10 al 13 febbraio 2014. Il commento di Landrigan ne spiega i principi essenziali.
Il Consensus Report di Helsinki conferma l’importanza della prevenzione primaria. Nella sua revisione del 2014, ha stabilito che il mesotelioma e le altre patologie asbesto correlate possono essere debellate solo evitando l’esposizione ad amianto. È quindi necessario bloccare la produzione e bonificare i siti contaminati, rimuovendo l’amianto.
L’amianto o asbesto, leggero, resistente, durevole, resistente al fuoco e al colore ed economico, è stato a lungo considerato un minerale ideale. È stato ampiamente usato, soprattutto negli anni successivi alla seconda guerra mondiale e soprattutto in edilizia e nella produzione di macchinari, mezzi di trasporto e prodotti di consumo. Il divieto di uso, commercializzazione e lavorazione dei minerali di amianto riguarda oltre 50 Paesi, tra cui quelli dell’Unione Europea, Giappone, Australia e Sud Africa. Tuttavia è ancora utilizzato massivamente in molti Stati, tra cui il Brasile. Si stima un utilizzo a livello globale di circa due milioni di tonnellate all’anno.
Per quanto riguarda l’Italia, la messa al bando del cancerogeno, entrata in vigore nel 1992, è basata sul concetto del controllo dei materiali di amianto nella loro forma compatta. La legge impone infatti la bonifica dei siti in cui è presente amianto nella sua forma friabile e la rimozione delle cause di sfaldamento in quelli che presentano amianto compatto. Ma anche l’OMS conferma che questo approccio controllato al fenomeno non annulla il rischio di esposizione perché qualunque evento incontrollabile, tra cui eventi catastrofici o incidenti, sprigiona nell’ambiente le fibre killer.
Tutti i tipi di amianto sono cancerogeni per l’uomo. Le fibre sottili, che si sfaldano e disperdono nell’ambiente, vengono facilmente inalate o ingerite e danno avvio a processi infiammatori (asbestosi, placche ed ispessimenti pleurici) che possono evolvere in neoplasie, tra cui l’aggressivo mesotelioma. La dose di fibre a cui l’individuo è stato esposto e la durata dell’esposizione sono importanti, ma dosi basse a breve durata non escludono la malattia amianto. L’epidemia delle malattie da amianto è ben lungi dall’essere terminata. per quanto riguarda il mesotelioma si attende un picco proprio nel decennio 2020 – 2030. Inoltre il numero di casi di questo patologia continua a crescere, come testimonia il VII Rapporto ReNaM.
Infatti l’esposizione a fibre di amianto può ancora verificarsi nei Paesi che hanno vietato ogni nuovo uso di amianto a causa di attività di demolizione e rimozione di tale materiale. Anche in Italia la legge che ha messo la bando l’amianto non ha imposto la bonifica dei siti contaminati. Resta quindi ancora diffusa la presenza di materiali contenenti amianto, come denuncia l’Avv. Ezio Bonanni in “Il libro bianco delle mori di amianto in Italia – Ed.2022“. La presenza di amianto è diffusa anche in edifici pubblici, come le scuole. Ne tratta il primo episodio di ONA TV: “Amianto nelle scuole, un pericolo ancora presente“.
In questo contesto la necessità di disporre e sviluppare procedure diagnostiche per le malattie da amianto e di rafforzare le conoscenze per l’attribuzione all’esposizione ad amianto è rilevante. Il Consensus di Helsinki sintetizza gli aggiornamenti sui criteri di diagnosi e attribuzione delle malattie correlate all’amianto.
Il Consensus Report di Helsinki prevede anche una prevenzione secondaria. Consiglia che ai lavoratori esposti ad amianto venga offerta una sorveglianza sanitaria medico-legale che segua le normative o i criteri di indennizzo nazionali. Queste attività dovrebbero, quando possibile, essere organizzate in programmi nazionali e rese utilizzabili per la ricerca.
Lo schema generale di follow-up dei lavoratori esposti ad amianto dovrebbe essere stratificato in funzione di intensità, latenza e durata dell’esposizione. Forte priorità dovrebbe essere data ai gruppi ad alto rischio, comprendendo i lavoratori in pensione. Il follow-up dei lavoratori fortemente esposti all’amianto dovrebbe proseguire fino a 30 anni dopo la cessazione dell’esposizione.
A fini clinici e medico-legali, è utile un regolare follow-up con spirometria a intervalli di 3-5 anni, a seconda dellivello pregresso di esposizione e del tempo trascorso dalla cessazione dell’esposizione e dell’età dell’individuo. Si consiglia vaccinazione antinfluenzale e pneumococcica dei pazienti con asbestosi.
Ai test raccomandati si associano questionari atti a documentare la storia lavorativa del paziente e specifici test e trattamenti a seconda della malattia amianto diagnosticata. Una ricostruzione approfondita della storia di lavoro fornisce la misura più pratica e utile dell’avvenuta esposizione all’amianto determinata dal lavoro. Secondo il Consensus si utilizzano questionari strutturati, controlli incrociati e intervistatori.
“La dose cumulativa a fibre espressa come fibre per centimetro cubico per anno rappresenta un parametro importante per la stima dell’esposizione ad amianto. L’analisi nel tessuto polmonare delle fibre di amianto e dei corpuscoli di amianto può fornire informazioni in grado di integrare la storia lavorativa“.
La diagnosi precoce è fondamentale per l’efficacia dei risultati del trattamento medico. Tutte le neoplasie, se identificate nelle fasi precoci e senza interessamento dei linfonodi, hanno fatto registrare un tasso di guarigione dal 75 al 100% dei casi.
Lo stesso vale anche per i mesoteliomi, nonostante si stima che la sopravvivenza dei pazienti è circa del 10% a 10 anni. Questa probabilità aumenta al 12% negli uomini e al 17% per le donne, se vi è una diagnosi allo stadio iniziale. L’ONA ha inoltre messo a punto un protocollo per il trattamento multimodale del mesotelioma, perché solo attraverso questo approccio è possibile avere più chance di sconfiggere questo tipo di neoplasia.
Secondo il Consensus Report di Helsinki per la diagnosi precoce è utile la TC. I casi in cui questo esame è da prediligere sono:
La TC dovrebbe essere effettuata impiegando la migliore tecnologia scanner multi slice e algoritmi di ricostruzione ad alta risoluzione. L’esposizione a radiazioni ionizzanti deve essere mantenuta al più basso livello possibile.
Un approccio multidisciplinare nella diagnosi delle malattie correlate all’amianto (ARDS-Asbestos related diseases) è fondamentale. L’identificazione di una fibrosi polmonare diffusa, di ispessimento pleurico o tumore polmonare nonporta di per sé informazioni sufficienti per l’eziologia della condizione patologica. Nella diagnosi di ARDS vi è bisogno, come nel caso di tutte le malattie professionali, di informazioni su:
Da qui, l’esigenza di multidisciplinarietà che comprende radiologi, anatomopatologi, medici del lavoroe pneumologi.
L’ONA è in prima linea nella lotta all’amianto in Italia. Le posizioni dell’ONA, in sintonia con il Consensus Report di Helsinki, sono a favore di una prevenzione a 360°. Questa include anche la prevenzione terziaria, cioè la tutela dei diritti delle vittime. Infatti il team dell’Avv. Bonanni assiste le vittime e i familiari nel richiedere le prestazioni assistenziali, previdenziali e risarcitorie a cui hanno diritto.
Inoltre l’associazione ha creato l’App Amianto per far sì che i cittadini possano segnalare facilmente i siti contaminati, rendendo possibile evitare l’esposizione e contribuire a una completa mappatura. Permette anche di creare un database aggiornato della presenza di amianto in Italia e di rendere più agevole la tutela legale dimostrando l’esposizione.
Per informazioni e per richiedere l’assistenza medica e l’assistenza legale da parte dell’ONA è possibile chiamare il numero verde 800 034 294 o compilare il form.