In questo articolo scopriamo tutto sulle aspettative di vita e i tassi di sopravvivenza in caso di mesotelioma pleurico, le pubblicazioni internazionali più recenti sui tassi di sopravvivenza e le cure più efficaci e le possibilità per tumore alla pleura guarigione.
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Dal tumore alla pleura si può guarire? Le aspettative di vita in caso di mesotelioma sono spesso sfavorevoli. Il mesotelioma pleurico è un tumore raro che colpisce la pleura e che è causato esclusivamente dall’esposizione all’amianto.
Tra i mesoteliomi è il più diffuso e colpisce il 93% dei malati di mesotelioma. L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto nel 2020 ha ricevuto segnalazione di circa 2000 casi di mesotelioma.
Come dicevamo più su il mesotelioma pleurico è il più diffuso tra i mesoteliomi. Solo il 5% dei mesoteliomi coinvolge il peritoneo (mesotelioma peritoneale) e in misura ancora minore la tunica vaginale del testicolo e il pericardio (mesotelioma pericardico). In lo “Stato dell’arte e prospettive in materiali di contrasto alle patologie asbesto-correlate”, n. 15, maggio-giugno 2012 – Quaderni del Ministero della Salute, il Ministero della Salute ha confermato che il mesotelioma è dose dipendente e legato all’esposizione a dosi massicce di asbesto (come conferma anche l’ultima monografia dello IARC).
Il mesotelioma è la più aggressiva tra le malattie causate dall’amianto e il suo esito è il più delle volte infausto. L’approccio a questa patologia è infatti difficoltoso e complesso, in ogni fase del suo percorso, diagnostico e terapeutico. Le possibilità per mesotelioma pleurico sopravvivenza variano in base alla precocità della diagnosi e in base all’età e allo stato di salute del paziente. Data la lunga latenza in seguito all’esposizione all’amianto, la diagnosi di mesotelioma pleurico viene spesso fatta in età anziana. Questo fattore ha delle conseguenze rispetto al mesotelioma prognosi. Infatti l’età influisce sugli esiti della terapia e in molti casi preclude la partecipazione a trattamenti di cura sperimentali.
La buona notizia è che è possibile guarire dal mesotelioma pleurico. Tuttavia per mesotelioma pleurico speranza di vita e i tassi di sopravvivenza sono ancora bassi e inferiori a quelli di altre neoplasie toraciche.
Il tasso di sopravvivenza è una stima che si basa su statistiche generali e riguarda le aspettative di vita determinate da una patologia. In quanto tale non è in grado di predire cosa avverrà in un caso specifico. Il tasso di sopravvivenza si calcola confrontando tumore alla pleura sopravvivenza, di solito a 5 anni, in un gruppo sano di controllo e in un gruppo di pazienti con la stessa patologia e allo stesso stadio.
Se il tasso di sopravvivenza relativa a 5 anni è del 10%, significa che le persone con quel cancro ad un certo stadio, hanno in media circa il 10% di probabilità delle persone sane di vivere per almeno 5 anni dopo la diagnosi. Nel caso di mesotelioma pleurico il tasso di sopravvivenza è inferiore al 10%. Significa che meno dei 10% dei malati di mesotelioma della pleura ha una possibilità di sopravvivenza a 5 anni dopo la diagnosi della malattia. Le aspettative di vita e possibilità di tumore pleura guarigione sono dunque ancora basse.
Secondo l’Office for National Statistic britannico (Cancer Survival in England: patients diagnosed between 2010 and 2014 and followed up to 2015), per la malattia localizzata il 35% dei pazienti sopravvivono oltre un anno dalla diagnosi e il 5% oltre cinque anni. In caso di mesotelioma pleurico non localizzato il 15% dei pazienti sopravvive almeno un anno e solo nell’1% dei pazienti per mesotelioma sopravvivenza raggiunge cinque anni.
Invece qual è l’aspettativa di vita per i malati di mesotelioma secondo l’American Cancer Society? L’American Cancer Society calcola i valori medi di sopravvivenza (sulla base di casistiche internazionali comprendenti pazienti affetti da mesotelioma trattati chirurgicamente nel periodo 1995-2009). Sono distinti in base allo stadio: 21 mesi se il mesotelioma è al primo stadio e tumore pleura sopravvivenza media pari a 12 mesi se il tumore è al IV stadio.
Vari studi scientifici hanno cercato a rispondere ad alcune domande per quanto riguarda la sopravvivenza al mesotelioma: quali sono le prospettive di sopravvivenza per i pazienti con mesotelioma e quali fattori possono influire su essa.
In diverse pubblicazioni più recenti, come “Advances in the diagnosis, treatment and prognosis of malignant pleural mesothelioma“, si registra un aumento di sopravvivenza e mesotelioma guarigione in proporzione alla precocità della diagnosi.
Nello studio di J. Faig (Changing Pattern in Malignant Mesothelioma Survival), sono analizzati 380 casi di mesotelioma, diagnosticati dal 1992 al 2012. La percentuale di sopravvivenza a 1, 3, 5 e 10 anni è risultata pari rispettivamente al 73,1%, 22,9%, 12% e 4,7%, con per tumore pleura aspettativa di vita decisamente migliore.
Pubblicazioni ancora più recenti indicano percentuali del 15% per una sopravvivenza a 5 anni (Epidemiology of diffuse mesothelial tumors: Evidence of an association from studies in South Africa and the United Kingdom).
Per tumore alla pleura aspettativa di vita varia a seconda di:
Inoltre anche in base al fatto che sia un mesotelioma epitelioide aspettative di vita e tipologie di trattamenti variano.
Il trattamento sperimentale combinato di chirurgia e chemioterapia ipertermica intratoracica (HITHOC, Hyperthermic intrathoracic chemotherapy) è stato eseguito in Sicilia nel 2012 dal Prof. Marcello Migliore, che al momento opera presso lo University Hospital di Cardiff, avendo l’Azienda Ospedaliera bloccato questo tipo di trattamento. Con 10 anni di ritardo, questa procedura è stata adottata nel 2021 dal Policlinico Gemelli come una delle mesotelioma cure sperimentali.
In seguito alla resezione chirurgica della pleura (pleurectomia e decorticazione, per la rimozione della massa tumorale visibile) si riempie il torace del paziente con la soluzione fisiologica, riscaldandola lentamente, fino a raggiungere i 41°. In questo modo, spiega il Prof. Marcello Migliore, le cellule del tumore si indeboliscono e si evita di danneggiare quelle sane. Ed è a quel punto che si somministra il farmaco chemioterapico nella cavità toracica del paziente (41°C). Solitamente si utilizza il Cisplatino eventualmente con aggiunta di Doxorubicina, con dose elevata, proprio perché non incide oltre che pochi millimetri nella cavità toracica, per 45-90 minuti. Poi si drena e i liquidi vengono rimossi.
Nella conferenza “Cura Mesotelioma e Libro Bianco delle morti di amianto in Italia” è intervenuto il prof. Migliore, spiegando nel dettaglio questa tecnica e i risultati che permette di ottenere in termini di efficacia, sicurezza e da mesotelioma pleurico guarigione.
Non tutti i mesoteliomi pleurici sono candidati alla chirurgia. Questo perché il trattamento non migliora sempre per tumore pleura amianto. L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto è in prima linea in Italia nella lotta al rischio amianto. Oltre alle attività di prevenzione si occupa della tutela legale delle vittime delle patologie asbesto-correlate, attraverso l’operato del suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni e il suo pool di avvocati.
L’ONA ha istituito il Dipartimento di terapia e cura del mesotelioma, che ha creato un vero e proprio protocollo per il trattamento e cura del mesotelioma. Il ruolo chiave nel dipartimento è stato assunto dal Prof. Marcello Migliore, ordinario di chirurgia toracica presso l’Università di Catania. Il trattamento multimodale del mesotelioma è pensato per essere un compendio di raccomandazioni aggiornate per la cura del mesotelioma, a seconda che sia possibile l’intervento chirurgico o meno. Inoltre l’Avvocato Bonanni ha sintetizzato tutti gli aggiornamenti medici e legali utili alle vittime di mesotelioma in: “Come curare il mesotelioma“.
L’ONA si batte perché il Sud non sia discriminato, essendo Roma l’ultima sede geografica in cui è possibile accedere alle migliori cure per il mesotelioma. Ha rivolto inoltre un appello al Ministro della Salute, Speranza, perché siano potenziate anche le strutture del Nord, che sono comunque insufficienti per far fronte a questa emergenza.
Per il decennio 2020-2030 è previsto il picco dei casi di mesotelioma, che purtroppo però non esauriranno questa gravissima emergenza. Il VII rapporto RENAM e il registro mesoteliomi dimostrano la presenza di malattie amianto correlate legate ad esposizioni recenti. La legge che ha messo al bando l’amianto in Italia non ha infatti imposto una bonifica, le cui conseguenze possono essere approfondite nell’undicesima puntata di ONA News: “Smaltimento amianto, le responsabilità della mancata bonifica“.
L’ONA si batte per la prevenzione primaria, che consiste nell’evitare l’esposizione all’amianto tout court. A questo proposito il Consensus Report di Helsinki, nella sua revisione del 2014, ha stabilito che il mesotelioma e le altre patologie asbesto correlate possono essere debellate solo evitando l’esposizione ad amianto. È quindi necessario bloccare la produzione in tutti i Paesi del mondo e bonificare i siti contaminati, rimuovendo l’amianto.
In coloro che sono stati esposti è fondamentale la prevenzione secondaria, ossia la diagnosi precoce che gioca un ruolo fondamentale nelle possibilità di sopravvivenza ed efficacia dei trattamenti. I trattamenti più efficaci devono essere a disposizione di tutti i cittadini in tutta Italia, compreso il Sud.
L’ONA si occupa di tutelare gratuitamente i diritti degli esposti che si sono ammalati di mesotelioma pleurico e di altre patologie correlate all’esposizione all’amianto (prevenzione terziaria), per l’ottenimento di tutti i risarcimenti e i benefici previsti dalla legge attraverso l’assistenza legale gratuita.
Ai fini della prevenzione è molto importante l’App amianto creata dall’ONA. L’applicazione permette ai cittadini di segnalare la presenza di amianto ed è utile, inoltre, per ottenere la prova di esposizione per la tutela legale.
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