In questa guida scopriremo tutto sul mesotelioma peritoneale: quali sono i sintomi tumore peritoneo e come ottenere una diagnosi precoce. Scopriamo anche quali sono i migliori trattamenti in caso di diagnosi di mesotelioma e quali sono i diritti delle vittime che hanno contratto tale neoplasia in ambiente lavorativo o domestico.
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Il mesotelioma peritoneale è un cancro maligno piuttosto raro che colpisce il peritoneo. È la membrana sierosa che riveste organi addominali e le pareti interne dell’addome. Per questo motivo comunemente viene anche definito mesotelioma addominale. Come altri tipi di mesotelioma, la causa è legata all’esposizione alle fibre di asbesto, sinonimo di amianto.
L’azione dell’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e dell’Avvocato Ezio Bonanni mira a tutelare le vittime di mesotelioma, sia dal punto di vista medico sia dal punto di vista legale.
Il mesotelioma peritoneale ha origine nel peritoneo. Questo consiste in una membrana sierosa mesoteliale, che riveste la cavità addominale e parte di quella pelvica (il cosiddetto peritoneo parietale). Inoltre, il peritoneo ricopre anche una importante porzione dei visceri contenuti al loro interno (peritoneo viscerale), fissandoli in questo modo alle pareti della cavità in cui si trovano (legamenti dei visceri).
Esattamente come gli altri tipi di tumori maligni, anche il mesotelioma peritoneale ha la capacità di formare metastasi e quindi di diffondersi in altre parti del corpo, a volte anche distanti dal punto in cui ha avuto origine.
Questa tipologia di mesotelioma, che rappresenta il 5% dei casi di mesotelioma, non è l’unico tumore generato dall’esposizione all’amianto che colpisce le membrane sierose di rivestimento all’interno del corpo umano. I diversi tipi di mesotelioma, oltre quello peritoneale, sono:
Ad esempio, il mesotelioma pericardico, che corrisponde all’1% dei casi, colpisce i foglietti che rivestono il cuore. Mentre il mesotelioma pleurico, il tipo più frequente di mesotelioma, che corrisponde al 93%, si genera a partire dalla pleura. Infine circa l’1% delle vittime di mesotelioma ha il mesotelioma della tunica vaginale del testicolo, detto anche semplicemente mesotelioma testicolare.
Al fine di velocizzare in caso di carcinosi peritoneale diagnosi e di limitare al massimo i danni, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha istituito un pool di medici oncologi volti all’individuazione di una diagnosi precoce del cancro del peritoneo, cioè della carcinosi peritoneale, oltreché di una terapia per la cura del mesotelioma peritoneale.
Il fattore di rischio principale che causa l’insorgere del mesotelioma peritoneale è senz’altro la prolungata esposizione ad amianto. Non ci sono, infatti, per il mesotelioma peritoneale cause diverse.
Con il termine amianto o asbesto si intende un gruppo di minerali di amianto che hanno caratteristiche asbestiformi. Quindi si possono frazionare in fibre longitudinali via via più sottili, fino al raggiungimento di dimensioni infinitesimali. Queste, se inalate o ingerite, danno origine a eventi infiammatori (asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici) che possono evolvere in neoplasie.
In Italia troppi lavoratori e cittadini si sono ammalati a causa dell’asbesto: basta guardare le cifre relative ai casi di mesotelioma nel nostro Paese, disponibili nel VII Rapporto RENAM sui Mesoteliomi. Anche l’Avv. Ezio Bonanni ha denunciato questa strage in una pubblicazione fondamentale sull’argomento: “Il libro Bianco delle morti di amianto in Italia (ed.2022)”.
Per lungo tempo l’amianto è stato utilizzato in numerosi e variegati ambiti. Si possono contare oltre 3000 applicazioni complessive, che vanno dalla costruzione e manutenzione di mezzi marini e terrestri, all’edilizia fino alle tute dei Vigili del Fuoco.
Di fatto, l’asbesto è stato abbondantemente sfruttato in tutti i campi dell’industria e della vita privata, soprattutto sotto forma di Eternit, nome che indica sia un marchio registrato di fibrocemento sia quello della principale azienda che utilizza prodotti contenenti amianto per la copertura e l’isolamento dei tetti.
Il motivo per cui si è fatto in passato un così largo utilizzo dell’amianto è dovuto alle caratteristiche del materiale. Per esempio possiede tra le caratteristiche tecniche la grande resistenza al calore, alla deformazione e all’usura, oltreché alla trazione.
Tuttavia, l’utilizzo e la manipolazione di asbesto ne determinano la riduzione allo stato polverulento. In tal modo le fibre possono essere facilmente inalate o ingerite, depositandosi così all’interno dell’organismo umano e causando gravi problemi di salute.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), nella sua monografia dedicata all’amianto, ha specificato che: “There is sufficient evidence in humans for the carcinogenicity of all forms of asbestos (chrysotile, crocidolite, amosite, tremolite, actinolite and anthophyllite). Asbestos causes mesothelioma and cancer of the lung, larynx, and ovary”.
Sui Quaderni del Ministero della Salute è possibile trovare tutte le informazioni inerenti allo stato dei lavori in Italia nel contrasto delle malattie causate dall’amianto. Alla correlazione tra amianto e tumori del mesotelio è dedicata la sedicesima puntata di ONA TV: “Mesotelioma, amianto e malattie del lavoro“.
Il mesotelioma peritoneale si può manifestare tramite svariati sintomi. In genere per mesotelioma peritoneale sintomi iniziali sono:
Poiché svariati di questi possono essere riconducibili ad altre patologie, spesso meno gravi, capita di frequente che i primi sintomi causati dal tumore al peritoneo vengano sottovalutati. Per evitare tale circostanza, è opportuno rivolgersi al proprio medico curante ogni qualvolta alcuni dei sintomi mesotelioma dovessero manifestarsi, senza segni di miglioramento, per un periodo superiore alle due settimane.
Per quanto riguarda mesotelioma sintomi che compaiono nelle fasi più avanzate della malattia, possiamo citare:
Il cancro del mesotelio del peritoneo è una malattia causata dall’amianto che comporta una diagnosi molto complessa. Ciò dipende dal fatto che per tumore al peritoneo sintomi più evidenti si manifestano chiaramente soltanto in fase di diffusa invasione metastatica dell’addome, del bacino e di compressione del tratto gastrointestinale. Diventano quindi per mesotelioma sintomi finali.
La diagnosi del mesotelioma peritoneale si basa su:
A tal fine, l’esame istologico si può attuare attraverso una biopsia svolta durante l’intervento chirurgico o durante la laparoscopia diagnostica/stadiativa. Inoltre si può fare anche una biopsia radiologica peritoneale percutanea con ago tranciante.
La biopsia è l’unico strumento realmente efficace per la diagnosi sicura del mesotelioma peritoneale. Inoltre l’anamnesi è fondamentale in quanto consente di porre la prognosi in riferimento alla pregressa esposizione alle fibre di amianto in contesti lavorativi, permettendo quindi l’esclusione di patologie differenti.
In caso di neoplasia peritoneale, una guarigione totale è molto rara. Perciò l’obiettivo principale della terapia sarà soprattutto il controllo del tumore peritoneale sintomi peggiori, al fine di permettere al paziente una qualità della vita accettabile. Infatti, in molti casi, tale tumore si diffonde nei tessuti limitrofi, infiltrando la pleura, cioè l’organo membranoso che riveste i polmoni, e permettendo così alle sue metastasi di svilupparsi in tutti gli altri organi.
Tuttavia, è importante specificare che l’approccio terapeutico varierà sulla base di:
È importante ricordare che ogni paziente è un caso a sé, ragione per cui il consulto con uno specialista resta sempre il primo passo fondamentale. La scelta terapeutica sarà fondamentale per stabilire per tumore al peritoneo aspettative di vita.
Inoltre, quanto più precoce sarà la diagnosi del cancro del peritoneo, tanto migliore sarà la sua prognosi. La terapia per il mesotelioma del peritoneo prevede svariati approcci e una combinazione di essi, al fine di riuscire ad aumentare l’efficacia della cura. Il trattamento di tale malattia si basa sulle tre metodologie tradizionali, usate spesso in combinazione tra loro: radioterapia, chirurgia e chemioterapia.
I sanitari, per ogni singolo caso, devono decidere qual è il trattamento più adatto. A tal proposito l’ONA, grazie al Dott. Cianciosi, ha creato protocollo al trattamento multimodale del mesotelioma. Questo è uno strumento di divulgazione di raccomandazioni e indirizzi, che deve essere coniugato e adeguato nella pratica clinica alle caratteristiche bio-psico-mediche individuali del caso. Inoltre l’Avvocato Bonanni approfondisce l’argomento in “Come curare il mesotelioma“.
In caso di mesotelioma peritoneale, l’approccio chirurgico non è particolarmente consigliato. Le possibilità di successo della chirurgia aumentano quando praticata in combinazione con gli altri due approcci. Il trattamento chirurgico che ha mostrato i risultati più promettenti in termini di mesotelioma peritoneale sopravvivenza, e per questo il più comunemente usato, è quello citoriduttivo associato ad HIPEC (Hiperthermic IntraPEritoneal Chemotherapy). La letteratura disponibile su questo tipo di tumore, anche se scarsa, riporta risultati rassicuranti in termini di sopravvivenza tramite il trattamento con citoriduzione associato a chemioipertermia, con un intervallo sopravvivenza media tra 34 e 92 mesi e un tasso di sopravvivenza di 5 anni nel 29-59% dei casi.
La radioterapia è utilizzata successivamente all’intervento chirurgico, da sola o in combinazione con la chemioterapia. Chirurgia e radio sono possibili in caso di mesotelioma localizzato e se le condizioni del paziente lo consente. Lo scopo del trattamento combinato radioterapia-chemioterapia dopo l’intervento è quello di consolidare gli effetti della chirurgia. Si prolunga così l’aspettativa di vita, che, in alcuni casi, può superare anche i 5 anni. La radioterapia può avere anche un fine palliativo: per evitare la crescita del cancro, l’ostruzione di un vaso sanguigno e per ridurre il dolore generato dall’infiltrazione della parete toracica.
Infine, la chemioterapia è il trattamento principale per il prolungamento e il miglioramento della vita del paziente. I farmaci generalmente utilizzati, sia singolarmente che in combinazione tra loro, sono il Pemetrexed e il Cisplatino, oltre a Carboplatino, Raltitrexed, Mitomicina, Vinorelbina e Gemcitabina.
In particolare la chemioterapia intraoperatoria intraperitoneale ad alta temperatura è una procedura in via di sperimentazione. Consiste nella somministrazione di una soluzione di farmaci chemioterapici, riscaldati a una temperatura compresa tra i 40° C ed i 48° C. Tale somministrazione viene effettuata direttamente nella cavità peritoneale, in seguito alla rimozione chirurgica quanto più ampia possibile della massa tumorale.
L’elevata temperatura non solo consente una maggiore concentrazione del farmaco, garantendone una migliore diffusione nei tessuti, ma garantisce anche un’azione dannosa sulle cellule neoplastiche, più suscettibili delle cellule normali al calore.
L’Osservatorio Nazionale Amianto offre una completa assistenza medica e legale alle vittime di esposizioni a sostanze nocive o cancerogene, come le fibre di asbesto, l’uranio impoverito e le radiazioni ionizzanti. L’ONA si batte da decenni per le vittime di mesotelioma, facendo sì che possano ottenere tutti gli indennizzi e le prestazioni assistenziali previsti dalla legge.
Inoltre, per avere conferma circa l’avvenuta esposizione a sostanze contaminanti sul proprio luogo di lavoro ed ottenere la completa tutela dei propri diritti, l’APP amianto istituita dall’associazione costituisce uno strumento fondamentale per il censimento della presenza di amianto in tutto il nostro Paese e permette a ogni cittadino di segnalare le aree a rischio, permettendo di evitare le esposizioni. Questo è l’unico modo per scongiurare qualsiasi effetto sulla propria salute causato dall’amianto, come ha ribadito il Consensus di Helsinki.
Nei casi in cui un paziente abbia contratto il mesotelioma peritoneale a causa dell’esposizione sul luogo di lavoro, deve richiedere il riconoscimento della malattia professionale. Il mesotelioma peritoneale è una patologia asbesto correlata, inserita nella Lista I dell’INAIL. Questo vuol dire che vi è la presunzione legale di origine. In altre parole la sola presenza della noxa patogena nell’ambiente lavorativo (Cassazione, sezione lavoro, 23653/2016), giustifica la domanda di indennizzo INAIL (artt. 3, 139 e 211 del D.P.R. 1124/65 e art. 10 n. 3 del D.L.vo 38/2000).
L’ente deve riconoscere il diritto alla vittima. Una volta ottenuto tale riconoscimento, in base al grado invalidante, si ha diritto a determinate prestazioni INAIL:
In più, si aggiunge alla rendita nel valore del 15% il Fondo Vittime Amianto. Recentemente tale prestazione è stata riconosciuta anche a coloro che sono vittime di esposizioni ambientali, con un pagamento una tantum di 10.000 euro.
Poiché il mesotelioma del peritoneo è originato dall’amianto, con il riconoscimento INAIL, si matura anche il diritto ai benefici contributivi amianto.
Quindi, l’art. 13, co. 7, L. 257/92, ha stabilito il diritto alle maggiorazioni contributive, con il coefficiente 1,5, pari al 50%, per tutto il periodo di esposizione professionale. Questi contributi aggiuntivi permettono di accedere al prepensionamento e, nel caso in cui un lavoratore già in pensione, di ricostituire la sua posizione previdenziale, con l’adeguamento dei ratei e la liquidazione delle differenze su quelli medio tempore maturati.
Nel caso in cui, pur con i contributi aggiuntivi, non si ha la maturazione del diritto a pensione, la vittima può chiedere la pensione inabilità amianto (art. 1 co. 250 L. 232/16).
Nel caso in cui l’ambiente lavorativo corrispondesse a quello delle Forze Armate (Marina, Aeronautica, Esercito, Carabinieri) o a quello del Comparto Sicurezza (Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria e Polizia Locale), allora i lavoratori che contraggono un’infermità durante l’esercizio delle proprie funzioni possono richiedere il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere.
In questo caso le prestazioni previdenziali e assistenziali consistono in:
Inoltre, in caso di decesso, le prestazioni di vittima del dovere sono erogate in favore dei familiari.
Il mesotelioma peritoneale ha un’incidenza particolarmente elevata nel personale civile e militare delle Forze Armate, e del Comparto Sicurezza. Questa è dovuta all’ampio uso dell’amianto nei mezzi di trasporto in dotazione alle Forze dell’Ordine o nelle divise dei Vigili del Fuoco.
In particolare, la più alta incidenza di tumori dovuti all’asbesto si registra tra coloro che sono stati imbarcati nelle unità navali della Marina Militare. Particolarmente eclatante rimane il caso della nave Vittorio Veneto, venuto fuori dalla relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta della Camera dei Deputati del 07.02.2018.
Le vittime di mesotelioma peritoneale e i loro familiari hanno diritto a ricevere l’integrale risarcimento dei danni. Il risarcimento danni prevede, prima di tutto, una responsabilità contrattuale e, poi, quella extracontrattuale. L’INAIL, infatti, ristora solo il danno biologico e quello da diminuite capacità lavorative. Invece il totale dei pregiudizi subiti include sia i danni patrimoniali sia i danni non patrimoniali.
La categoria dei danni patrimoniali racchiude al suo interno il danno emergente e il lucro cessante, invece quella dei danni non patrimoniali include quello biologico, morale ed esistenziale. Per stabilire l’entità del danno non patrimoniale, si deve tener conto della Tabella del Tribunale di Milano. Il criterio si fonda sul principio dell’integrale ristoro, con personalizzazione, utile a considerare il caso specifico.
Infine l’indennizzo INAIL deve essere scorporato per poste omogenee dal danno biologico e da quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro. Tutti gli altri pregiudizi, invece, devono essere integralmente risarciti.
Il termine di prescrizione per presentare la richiesta di risarcimento è di 10 anni a partire dalla diagnosi, in caso di responsabilità contrattuale del datore di lavoro. Negli altri casi è quinquennale. Tuttavia è possibile interrompe il decorso della prescrizione attraverso la messa in mora.
L’ONA accompagna le vittime dell’amianto attraverso tutte le fasi dell’iter legale volto alla tutela dei loro diritti. Attraverso l’assistenza legale, garantita grazie al pool di avvocati dell’Avvocato Bonanni, è possibile raggiungere l’ottenimento del risarcimento dei danni e il riconoscimento di tutti i benefici previsti dalla legge italiana.
Inoltre, offre l’assistenza psicologica e l’assistenza medica, utile per ottenere una diagnosi precoce e una sorveglianza sanitaria completa. Per ottenere tutte le informazioni necessarie per ricevere una prima consulenza gratuita, basta chiamare il numero verde 800 034 294 o compilare il form.