Il Corpo di Polizia Penitenziaria è posto alle dipendenze del Ministero della Giustizia e fa capo al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
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Anche i membri della Polizia Penitenziaria, come gli altri appartenenti al Comparto Sicurezza, possono correre il rischio di esposizione a diversi agenti cancerogeni. Durante lo svolgimento dei propri compiti, si può incorrere in pericoli alla salute dovuti all’esposizione di materiale tossico o nocivo, come l’amianto. Infatti i minerali di asbesto sono pericolosi cancerogeni, come conferma la monografia IARC.
Per evitare ogni tipologia di rischio, l’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, lavorano per incentivare le persone alla bonifica e alla prevenzione primaria, cioè evitare qualsiasi esposizione. Per chi, invece, ha già subito danni alla propria salute è disponibile un servizio di assistenza medica e legale gratuita.
La Polizia Penitenziaria garantisce la sicurezza e le condizioni di legalità all’interno degli istituti penitenziari. Coadiuva e collabora nelle attività di reinserimento in società dei detenuti.
Oltre ai compiti di garanzia della legalità, dell’ordine e della sicurezza, prende parte anche al trattamento rieducativo dei condannati. Questo compito favorisce al Corpo di Polizia una netta distinzione dalle altre forze attive in Italia, sia ad ordinamento civile che militare.
Il suo compito è svolto in 260 istituti per adulti e in 19 per i minori, non tralasciando le altre strutture o servizi collegati.
L’ONA ha un dipartimento specializzato a tutela di tutti i componenti della Polizia Penitenziaria che sono esposti a sostanze cancerogene, tipo l’amianto. Tra le patologie legate all’amianto ci sono il mesotelioma, tumore al polmone, asbestosi, placche pleuriche.
Ai lavoratori vittime del dovere va riconosciuta la causa di servizio. Con il riconoscimento cause di servizio polizia penitenziaria è possibile poi ottenere l’equo indennizzo e la pensione privilegiata.
Nel caso in cui una patologia non si manifesta, il lavoratore può comunque aspirare ad una rivalutazione contributiva. Ma resta il fatto che, per i benefici contributivi, è necessario dimostrare l’esposizione per almeno 10 anni con una concentrazione superiore al 100 ff/l.
La vittima ha sempre diritto all’integrale risarcimento danni (patrimoniali e non patrimoniali). In caso di decesso, le somme sono erogate agli eredi e, in aggiunta agli altri diritti dei familiari, spetta loro anche un risarcimento per il danno subito.
È possibile richiedere una consulenza gratuita chiamando il numero verde o compilando il form.
L’ONA mette a disposizioni per i cittadini un servizio di assistenza medica per avere tutte le informazioni sui centri specializzati e le ultime novità nei trattamenti. In più il team dell’Avvocato Bonanni tutela i diritti dei lavoratori e degli eredi grazie all’assistenza legale gratuita.