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Un film che affronta il tema del mesotelioma

Il mezzo cinematografico a volte è in grado di affrontare temi dolorosi con una delicatezza inedita. E’ il caso di “Un posto sicuro”, un film del 2015, diretto da Francesco Ghiaccio, che tratta della piaga dell’amianto nel Monferrato.

Il film d’esordio sull’Eternit di un regista piemontese

La pellicola nasce dall’omonimo racconto del regista Francesco Ghiaccio e dell’attore Marco D’Amore, che intrepreta anche il personaggio di Luca nel film. Il sodalizio tra i due artisti si è consolidato attraverso diverse collaborazioni, come il film “L’Immortale” e il libro per ragazzi “Vesuvio”, che tratta di un’altra piaga tutta italiana come la camorra. “Un posto sicuro” è il film di esordio di Francesco Ghiaccio, il quale, piemontese d’origine, conosce in prima persona la storia e le disastrose conseguenze dello stabilimento Eternit del Monferrato.

Il disastro Eternit

Lo stabilimento Eternit di Casale Monferrato nacque nel 1907, a seguito dell’affidamento della licenza del cemento-eternit (nato in Austria) all’industriale Adolfo Mazza. La fabbrica, divenuta il sito produttivo di cemento-eternit più grande d’Europa, produceva: tegole, lastre di copertura, tubi e le famose “lastre ondulate“, diffusissime tra le coperture dei tetti. Il materiale che alimentava la stabilimento proveniva dalla miniera di Balangero, in provincia di Torino. Le fibre di amianto venivano estratte dalle rocce e in seguito sminuzzate per poter essere mescolate al cemento. Gli operai lavoravano in ambienti saturi di polvere e la respiravano quotidianamente, inalando anche fibre di amianto. Negli anni Settanta cominciò ad essere evidente che l’asbesto causava gravi malattie polmonari, non solo in chi vi lavorava a stretto contatto, ma anche nei cittadini che respiravano le polveri ormai libere nell’aria.

Protagonista del film è il figlio di un malato di mesotelioma

Luca, intrepretato da Marco D’Amore, è un mancato attore, figlio di un ex dipendente Eternit, con cui non intrattiene rapporti da anni. A riavvicinarli è la scoperta agghiacciante della malattia del padre, un mesotelioma pleurico, frutto di una vita in fabbrica a respirare polveri di amianto. Le vicende del film si snodano tra le battaglie per combattere la patologia e quelle per ottenere in tribunale un adeguato risarcimento per l’ingiustizia subita. E’ la storia di numerosi lavoratori del Monferrato, molti dei quali trasferitisi dal Sud per trovare una vita migliore, andando incontro invece alla morte.

L’importanza della sensibilizzazione al tema dell’amianto

Fare informazione e sensibilizzare al tema dell’amianto dovrebbe essere uno degli imperativi del 2024. Spesso, soprattutto tra le nuove generazioni, le vicende risultano ancora poco note, mentre nei nostri comuni i rifiuti in amianto sono ancora diffusi in quantità preoccupanti. A tal proposito nelle scuole si stanno moltiplicando le iniziative di condivisione rivolte ai giovani. A Pordenone nel mese di febbraio si è svolto il seminario didattico per gli studenti degli istituti superiori, dal titolo “Amianto, i problemi medici, lavorativi ed ambientali”. L’auspicio è che i nostri ragazzi imparino a conoscere l’amianto e la sua pericolosità e portino una luce nel futuro della ricerca sulle malattie asbesto correlate.

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