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Una nuova strategia nel trattamento del mesotelioma

Uno studio pubblicato su Jama Oncology, rivista specialistica di medicina, ha evidenziato la scoperta di una nuova strategia nel trattamento del mesotelioma non epiteloide. E’ possibile incrementare l’aspettativa di vita dei malati attraverso l’affiancamento alla chemioterapia della deplezione di arginina. Che cosa si intende per “deplezione”? Il termine “deplezione” in medicina indica la diminuzione di un componente nell’organismo umano.

Una scoperta frutto di un lungo lavoro di ricerca

Il Professore di Oncologia Medica del Barts Cancer Institute, nell’Università Queen Mary di Londra, Peter W. Szlosarek, circa 20 anni fa ha scoperto che le cellule del mesotelioma non sono in grado di produrre arginina. Il cancro pertanto si ciba dell’arginina che trova nell’organismo per crescere. Alla luce di questa evidenza scientifica, Szlosarek negli ultimi anni ha sviluppato un farmaco che, riducendo i livelli di questo amminoacido nel sangue, non alimenta le cellule cancerose. Si tratta di un composto dal nome ADI-PEG20 o pegargiminasi, testato in bene cinque paesi dal 2017 al 2021.

Lo studio ATOMIC-Meso

Lo studio ATOMIC- Meso è stato condotto da Peter W. Szlosarek e dai colleghi del Center for Cancer Biomarkers and Biotherapeutics del Barts Cancer Institute. E’ stata analizzata la reazione alla somministrazione del nuovo farmaco associato alla chemioterpia di 249 pazienti affetti da mesotelioma non epiteloide. L’83% era costituito da individui di sesso maschile, con un’età media di 69 anni. Condizioni necessarie inoltre dovevano essere un’aspettativa di vita superiore ai tre mesi e il non essere mai stati sottoposti al medesimo trattamento in precedenza.

I sorprendenti risultati

Lo studio ha dimostrato che i pazienti che hanno assunto il farmaco (insieme alla chemioterapia) hanno avuto una sopravvivenza media di 9,3 mesi. In linea generale, un numero quattro volte superiore (rispetto ai tempi passati) di pazienti trattati con pegargiminasi e chemioterapia è sopravvissuto fino a ben 3 anni.

Come avere la consulenza di specialisti

Una nuova speranza si accende grazie alla ricerca, ma è necessario sin dalle primissime fasi della malattia essere adeguatamente seguiti. Una diagnosi precoce può incidere significativamente sul decorso della patologia. Attraverso gli specialisti dell’Osservatorio Nazionale Amianto, composto da un’equipe di professionisti attivi in ambito giuridico e medico, è possibile avere una consulenza gratuita e fare del bene a sé stessi e ai propri familiari.

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