In questa guida scopriamo cos’è il mesotelioma epitelioide, quali sono i sintomi, le cause, il trattamento, cura e le aspettative di vita. Scopriamo anche quali sono i diritti delle vittime di questa malattia, causata da un’esposizione lavorativa o ambientale e familiare.
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Il mesotelioma epitelioide è una tipologia di mesotelioma, un tumore aggressivo ad esito spesso infausto. Il mesotelioma pleurico è il più comune tra i vari tipi di mesotelioma. Tra le diverse tipologie di mesoteliomi pleurici i più diffusi sono i mesoteliomi pleurici epitelioidi.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto è l’associazione che si occupa della prevenzione e cura del mesotelioma e, insieme al suo presidente, l’Avvocato Ezio Bonanni, si occupa di tutelare le vittime dal punto di vista medico, psicologico e legale.
Il mesotelioma epitelioide, conosciuto anche come mesotelioma epiteliale o mesotelioma epiteliomorfo, è una forma maligna della patologia che colpisce specificamente le cellule epiteliali. Queste costituiscono il tessuto che riveste la parete esterna degli organi interni. Nel mesotelioma epitelioide o neoplasia epiteliomorfa le cellule epitelioidi iniziano a funzionare in modo non corretto e, successivamente, a riprodursi in maniera incontrollata, diventando così cellule tumorali.
Circa il 50-70% di tutti i casi diagnosticati sono di tipo mesotelioma pleurico epitelioide. Un tempo il mesotelioma maligno epitelioide era considerato molto più frequente poiché veniva confuso con un altro tipo di tumore: l’adenocarcinoma. La forma delle cellule al microscopio è infatti molto simile.
Il mesotelioma viene distinto in tre tipi principali, a seconda della morfologia delle cellule tumorali:
All’interno di questi tre principali tipi, esistono altre tipologie di mesotelioma, che si distinguono a seconda della localizzazione delle membrane colpite dal mesotelioma:
Come gli altri tipi di mesotelioma, anche il mesotelioma epitelioide è causato esclusivamente dall’esposizione alle fibre di asbesto, sinonimo di amianto. In particolare è dimostrata la relazione causale tra l’insorgenza della malattia e l’esposizione professionale, residenziale o domestica all’asbesto.
In seguito all’esposizione, la malattia si manifesta di solito dopo decenni. Il periodo di latenza può variare raggiungendo alle volte anche i 30-50 anni. I casi di mesotelioma nel nostro Paese sono riportati dal registro mesoteliomi, la cui ultima edizione è il VII rapporto RENAM. Questi dati attestano come continuino ad esserci vittime di questa malattia, nonostante la messa al bando dell’amianto in Italia sia avvenuta con la Legge 257 del 1992.
Tuttavia, la legge del 1992 non ha, purtroppo, imposto l’obbligo di bonifica dei siti contaminati, prediligendo un approccio controllato al rischio amianto. La legge impone infatti di rimuovere tutte le cause che portano allo sfaldarsi delle matrici in amianto, liberando fibre nell’ambiente. Ma ci sono fenomeni che non si possono controllare, come le catastrofi naturali (terremoti, uragani, tsunami e inondazioni).
L’amianto è un cancerogeno perfetto, come afferma anche la monografia dello IARC. La sua azione cancerogena agisce infatti in modo silenzioso. Le fibre dei minerali di amianto, lunghe e sottilissime, si disperdono nell’ambiente, rimanendo a lungo sospese. Posso essere così facilmente inalate o ingerite, penetrando nei bronchioli e in altre zone del corpo umano.
In seguito danno il via a processi infiammatori che possono progredire e dare origine a un processo di cancerogenosi. In altre parole le infiammazioni possono evolvere in neoplasie, causando il tumore al polmone, alla laringe, alle ovaie, allo stomaco, alla faringe, al colon retto e all’esofago, oltre ai mesoteliomi.
L’amianto provoca ogni anno più di 107.000 morti, di cui più di 6.000 solo in Italia. L’Avv. Ezio Bonanni ha denunciato questa strage silenziosa in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-Ed.2022“, utile approfondimento sul tema della pericolosità e dei rischi dei minerali di amianto per la salute umana.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità è chiara nell’affermare che l’amianto può non rappresentare un rischio per la salute solo se rimosso. Se anche i luoghi attuino misure in grado di ridurre al minimo il rischio di esposizione, utilizzando ferrei controlli, non si potrà impedire completamente l’esposizione, a meno che l’amianto non sia rimosso. I materiali da costruzione richiedono infatti manutenzione nel tempo, che include inevitabilmente il trattamento superficiale o la rimozione completa e la potenziale liberazione di fibre di amianto.
I sintomi del mesotelioma dipendono dalla zona o dall’organo in cui si trova il tumore e da un’eventuale diffusione nell’organismo. Sebbene il mesotelioma maligno della pleura di tipo epiteliale sia il più frequente, ci sono anche altri tipi di mesotelioma epitelioide.
Negli stadi iniziali la malattia tende ad essere asintomatica oppure ad avere per mesotelioma sintomi iniziali aspecifici. Negli stadi successivi i sintomi diventano più evidenti. Nel caso di mesotelioma epitelioide pleurico avremo fiato corto (dispnea), versamento pleurico e tosse.
I sintomi del mesotelioma peritoneale di questo tipo non sono invece specifici e comprendono perdita di peso, cachessia, gonfiore e dolore addominale a causa dell’ascite. In più si può verificare l’ostruzione intestinale, anomalie della coagulazione del sangue, anemia e febbre. Anche nel caso del mesotelioma pericardico i sintomi iniziali sono aspecifici e questo può indurre a sottovalutarli. Tra i sintomi iniziali della malattia ci sono:
Invece il cancro della tunica vaginale del testicolo, cioè il mesotelioma testicolare, presenta negli stadi iniziali come unico sintomo un nodulo nei testicoli.
Se il tumore si estende oltre il mesotelio anche ad altri organi vuol dire che esistono delle metastasi. I sintomi di mesotelioma metastasi varieranno e dipenderanno dal livello di coinvolgimento dell’organo compromesso.
Come affermato nel Consensus di Helsinki (il commento è datato 2014), la diagnosi precoce è fondamentale nella lotta al mesotelioma. Quanto prima avviene la diagnosi, tanto più si avranno a disposizione trattamenti di cura efficaci.
Essendo il mesotelioma strettamente collegato a un’esposizione lavorativa alle fibre di amianto risulta di grande importanza la sorveglianza sanitaria (prevenzione secondaria). Gli esposti devono essere sottoposti a controlli mirati e regolari che permettano di diagnosticare la malattia, appena insorta. In particolar modo ciò vale per i pazienti ai quali è stata già diagnosticata asbestosi, placche pleuriche, ispessimento pleurico e pleurite.
Per la cura del mesotelioma l’ONA ha istituito un protocollo per la diagnosi e trattamento, a cura del Dott. Arturo Cianciosi. Inoltre l’Avvocato Bonanni chiarisce i problemi legati al trattamento di questa patologia in “Come curare il mesotelioma“.
I trattamenti curativi nel caso di mesotelioma epitelioide sono multimodali. Ciò significa che coinvolge diversi sistemi terapeutici, tra cui la chemioterapia, con la somministrazione di farmaci antitumorali, la radioterapia e, quando possibile, la chirurgia. In questo caso si procede con la resezione del mesotelioma epiteliale. Si rimuovono perciò le parti del mesotelio che sono state aggredite dalle fibre di asbesto e che hanno sviluppato cellule tumorali. In alcuni casi, l’asportazione riguarda l’intera pleura intorno al polmone.
Il medico definisce il trattamento specifico per il paziente valutando diversi fattori:
Un trattamento innovativo è l’applicazione della chirurgia con chemioterapia intratoracica ad alta temperatura. Si tratta di un approccio chirurgico che utilizza farmaci chemioterapici nella resezione del mesotelioma maligno pleurico. Il farmaco viene inserito nella cavità toracica, dopo avere imbevuto gli organi in soluzione fisiologica a 41°. In questo modo il farmaco penetra nei tessuti senza entrare in circolo, limitando quindi gli effetti collaterali e dimostrando grande efficacia.
Purtroppo per il mesotelioma pleurico maligno prognosi è spesso infausta. Per fortuna, però, negli ultimi anni, grazie alla ricerca e alla sperimentazione di nuovi trattamenti multimodali, le aspettative di vita dei pazienti malati di mesotelioma epitelioide stanno migliorando. Eppure solo il 10% dei pazienti ha chance di essere ancora in vita a 5 anni dalla diagnosi, garantendo perciò per mesotelioma epitelioide sopravvivenza.
La chemioterapia rallenta il progresso del tumore e migliora le aspettative di vita del paziente, anche per mesotelioma prognosi. I farmaci chemioterapici interferiscono con la sintesi di DNA e RNA. Le cellule tumorali si riproducono infatti in modo incontrollato: la chemioterapia blocca o rallenta questo processo. Quindi aumenta il periodo sopravvivenza di questi pazienti.
L’ONA assiste legalmente le vittime di mesotelioma epitelioide (prevenzione terziaria). Aiuta chi ne fa richiesta nel riconoscimento della malattia professionale, se l’esposizione che ha causato la patologia è avvenuta sul luogo di lavoro.
Il mesotelioma è una patologia asbesto correlata, inserita nella Lista I dell’INAIL. Questo vuol dire che vi è la presunzione legale di origine. In altre parole la sola presenza della noxa patogena nell’ambiente lavorativo (Cassazione, sezione lavoro, 23653/2016), giustifica la domanda di indennizzo INAIL (artt. 3, 139 e 211 del D.P.R. 1124/65 e art. 10 n. 3 del D.L.vo 38/2000).
Ottenuto il riconoscimento, le prestazioni INAIL saranno assegnate in base al grado invalidante riconosciuto. Dal 6 al 15% si ha diritto all’indennizzo, mentre per un grado d’invalidità superiore al 15% si ha la rendita.
Alla rendita si aggiunge il Fondo Vittime Amianto, nel valore del 15%. Recentemente tale prestazione è stata riconosciuta anche a coloro che sono vittime di esposizioni ambientali, con un pagamento una tantum di 10.000 euro.
In caso di morte della vittima di malattia professionale, la rendita INAIL è reversibile agli eredi legittimi, dati i diritti dei familiari superstiti, così come tutti gli indennizzi maturati.
Coloro che fanno parte delle Forze Armate (Marina, Aeronautica, Esercito, Carabinieri) o del Comparto Sicurezza (Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria e Polizia Locale) possono richiedere il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere.
In questo caso, le prestazioni previdenziali e assistenziali consistono in:
Inoltre, in caso di decesso, le prestazioni di vittima del dovere sono erogate in favore dei familiari.
Attraverso la tutela legale si può ottenere il prepensionamento, grazie all’accredito dei benefici contributivi amianto.
L’art. 13, co. 7, L. 257/92, ha, infatti, stabilito il diritto alle maggiorazioni contributive, con il coefficiente 1,5, pari al 50%, per tutto il periodo di esposizione professionale. Questi contributi aggiuntivi permettono di accedere al prepensionamento e, nel caso in cui un lavoratore già in pensione, di avere un adeguamento dei ratei.
Nel caso in cui, pur con i contributi aggiuntivi, non si ha la maturazione del diritto a pensione, la vittima può chiedere la pensione inabilità amianto (art. 1 co. 250 L. 232/16).
Le vittime di mesotelioma e i loro familiari hanno diritto a ricevere l’integrale risarcimento dei danni. L’INAIL, infatti, ristora solo il danno biologico e quello da diminuite capacità lavorative. Invece il totale dei pregiudizi subiti a carico del datore di lavoro include sia i danni patrimoniali (danno emergente e lucro cessante) sia i danni non patrimoniali (biologico, morale ed esistenziale).
L’indennizzo INAIL deve essere scorporato per poste omogenee dal danno biologico e da quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro. Tutti gli altri pregiudizi, invece, devono essere integralmente risarciti. Il valore dei pregiudizi non patrimoniali è stabilito tenendo conto delle Tabelle del Tribunale di Milano. Il criterio è equitativo, con personalizzazione in base al caso specifico.
Il termine di prescrizione per presentare la richiesta di risarcimento è di 10 anni a partire dalla diagnosi, in caso di responsabilità contrattuale del datore di lavoro. Invece negli altri casi è quinquennale. Infine, se integra un reato, la prescrizione è quella del reato per quanto riguarda la responsabilità extracontrattuale. Tuttavia è possibile interrompe il decorso della prescrizione attraverso la messa in mora.
L’ONA è in prima linea in Italia nella lotta contro l’amianto e altri cancerogeni impiegati nei luoghi di lavoro. Il suo obiettivo principale è la prevenzione. In particolar modo vuole incentivare la bonifica e la prevenzione primaria. Infatti annullare il rischio di esposizione è l’unico modo per scongiurare il sopraggiungere di danni alla salute. Per questo ha istituito anche l’App Amianto. Attraverso questa applicazione i cittadini possono segnalare i siti contaminati e agevolare la bonifica del territorio.
In più l’ONA fornisce anche l’assistenza medica e l’assistenza legale gratuita, grazie ad un pool di avvocati professionisti, guidati dal presidente ONA, l’Avv. Ezio Bonanni. Per chiedere una consulenza gratuita è possibile compilare il form o chiamare il numero verde.