In questa guida scopriamo come funzionano l’INAIL e il riconoscimento delle malattie professionali e quali sono le malattie professionali riconosciute. Scopriamo quali sono le malattie tabellate INAIL e vediamo in particolare quali sono le malattie tabellate correlate all’esposizione ad amianto. Vediamo anche come ottenere l’indennizzo INAIL e tutti i benefici economici e socio-sanitari erogabili.
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L’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) garantisce un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
La malattia professionale contratta sul posto di lavoro si distingue dall’infortunio per una serie di caratteristiche. Quest’ultimo avviene in seguito ad un evento traumatico, per una causa violenta sul posto di lavoro o anche semplicemente in occasione di lavoro e comporta l’impossibilità di svolgere l’attività lavorativa per più di tre giorni.
La malattia professionale è invece contratta nell’esercizio dell’attività lavorativa, protratta nel tempo e a causa delle lavorazioni esercitate. Non ha quindi un’origine violenta o traumatica. È causata (o concausata) dall’esposizione lavorativa a fattori di rischio specifici (ovvero presenti esclusivamente nell’ambiente di lavoro). Essi, agendo in maniera lenta e prolungata nel tempo, possono determinare effetti cronici che provocano un danno biologico.
Chi contrae una delle malattie professionali riconosciute ha una serie di diritti, primo fra tutti l’indennizzo a seguito del danno biologico o invalidità subita.
Secondo l’attuale sistema, le malattie professionali sono malattie elencate dalla legge in apposite tabelle che contengono un elenco delle tecnopatie. Esistono poi una serie di malattie che, pur non essendo espressamente elencate, sono considerate di dimostrata origine professionale. Si tratta delle cosiddette malattie professionali “non tabellate”. Sia per le malattie professionali tabellate che per quelle non tabellate è possibile ottenere il riconoscimento di malattia professionale che dà diritto agli indennizzi erogati dall’INAIL.
Per le malattie tabellate vale la presunzione legale d’origine professionale, purché la malattia e la lavorazione che ne è la causa siano presenti nella Lista numero I dell’INAIL. Ciò significa che basta dimostrare il danno riportato e la presenza della lavorazione o dell’agente eziologico per vedersi riconosciuta la malattia professionale.
Nelle malattie non tabellate e nelle malattie professionali riconosciute appartenenti alla Lista II e III invece il lavoratore deve provare l’origine professionale della malattia. Ai fini del riconoscimento in sede amministrativa è fondamentale il dato epidemiologico a cui accompagnare la letteratura scientifica di riferimento.
A partire dal 2008, con il decreto ministeriale del 9 aprile 2008 che conteneva le nuove tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura, il quadro normativo che regolamenta le prestazioni erogate dall’INAIL in caso di malattia professionale ha subito una continua evoluzione.
L’accordo approvato in data 2 febbraio 2012 ha definito le modalità di erogazione delle prestazioni di assistenza sanitaria da parte dell’INAIL, nell’ottica della piena integrazione tra i livelli di tutela a carico del servizio sanitario e quelli a carico dell’Istituto, con l’obiettivo di garantire la migliore sinergia tra l’Istituto stesso e il Servizio Sanitario Nazionale.
L’entrata in vigore dell’articolo 1, comma 166, della legge 23 dicembre 2014, n.190 (legge di stabilità 2015) ha attribuito all’INAIL competenze in materia di reinserimento e di integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro, da realizzare con progetti personalizzati mirati alla conservazione del posto di lavoro o alla ricerca di nuova occupazione.
Sul tema delle malattie professionali riconosciute è intervenuto l’articolo 10 del decreto legislativo 38/2000 che ha consentito non solo di adeguare tempestivamente le tabelle delle malattie professionali allegate al Testo Unico, ma anche di costituire un osservatorio delle patologie di probabile o possibile origine lavorativa, a disposizione del mondo della sanità, della prevenzione e della ricerca. Quindi esistono malattie professionale tabellate e l’articolo:
La malattia professionale decorre ai fini delle prestazioni INAIL:
Le malattie professionali riconosciute inserite nella lista I come già detto sono assistite dalla presunzione legale d’origine.
L’INAIL può superare la presunzione circa l’origine lavorativa dimostrando che:
Le malattie all’interno della Lista 1 sono divise in sei gruppi.
Nel gruppo 1 sono riportate le malattie professionali riconosciute provocate da agenti chimici, come quelle derivanti da piombo (anemia, encefalopatia), rame (congiuntivite, asma bronchiale), anidride solforosa (tracheobronchite), cloruro di vinile (fibrosi polmonare, epatopatia fibrotica).
Il gruppo 2 ospita le malattie professionali riconosciute causate da agenti fisici tra cui vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano-braccio (sindrome del tunnel carpale), movimentazione manuale di carichi eseguita con continuità durante il turno lavorativo (ernia discale lombare), radiazioni ionizzanti (radiodermite, opacità del cristallino), laser (lesioni retiniche, lesioni della cornea).
Nel gruppo 3 sono presenti le malattie professionali riconosciute derivanti da agenti biologici come batteri (tetano, meningite), virus (epatite acuta A, epatite acuta B), virus HIV (sindrome da immunodeficienza acquisita o AIDS), parassiti (malaria), fibre minerali (tracheobronchite).
Il gruppo 4 ospita per INAIL malattie professionali riconosciute dell’apparato respiratorio come quelle provocate da silice libera cristallina (silicosi polmonare), asbesto (asbestosi polmonare e altre malattie che vedremo nel dettaglio in seguito), ossidi di ferro (siderosi), stagno (stannosi), alluminio (alluminosi), cotone (bissinosi), fibre minerali (tracheobronchite), fibre vetrose (tracheobronchite).
Il gruppo 5 contiene per malattie professionali elenco delle malattie della pelle come quelle provocate da olii minerali (dermatite follicolare), radiazioni ionizzanti (radiodermiti), radiazioni solari (cheratosi attiniche), radiazioni infrarosse (eritema permanente).
Nel gruppo 6 sono presenti i tumori professionali tra cui quelli provocati da arsenico (tumore della cute, tumore del polmone, tumore della vescica), cromo (tumore del polmone), composti del nichel (tumore del polmone, tumore delle cavità nasali, tumore dei seni paranasali), fuliggine (tumore della cute, tumore del polmone), pece di catrame e catrame di carbone (tumore della cute e tumore del polmone).
Sempre il gruppo 6 ospita i tumore professionali provocati da particolari lavorazioni come industria della gomma (tumore del polmone, tumore della vescica, tumore dello stomaco, leucemie, linfoma), produzione dell’alluminio (tumore del polmone, tumore della vescica), produzione del gas dal carbone (tumore del polmone), attività del verniciatore (tumore del polmone, tumore della vescica), attività di saldatura (melanoma oculare), emissioni di motori diesel (tumore del polmone).
La lista 2, come già detto, ospita le malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità. Anche la lista numero II è divisa in gruppi, in questo caso 7. Il gruppo 1 contiene le malattie da agenti chimici come anadride trimellitica (alveoliti allergiche estrinseche), cloruro di polivinile (granulosi polmonare).
Nel gruppo 2 sono presenti le patologie determinate da agenti fisici come microtraumi e posture incongrue a carico del piede e della caviglia per attività svolte durante il turno di lavoro (sindrome del tunnel tarsale, tendinite del tendine di achille), sforzi prolungati delle corde vocali (noduli alle corde vocali).
Il gruppo 6 riporta i tumori professionali ad esempio quelli provocati da asbesto (tumore della faringe, tumore dello stomaco, tumore del colon retto), formaldeide (tumore delle cavità nasali, tumore dei seni paranasali), benzene (leucemia linfoide, linfoma non hodgkin, mieloma multiplo).
Il gruppo 7 infine riporta le malattie psichiche e psicosomatiche provocate da disfunzioni nell’organizzazione del lavoro come disturbo dell’adattamento cronico (ansia, depressione, alterazione della condotta e/o dell’emotività), disturbo post-traumatico cronico da stress.
Nella lista 3 sono presenti le patologie la cui origine lavorativa è possibile. Il gruppo 1 riporta le malattie provocate da agenti chimici come la silice libera cristallina (poliangite microscopica), fibre ceramiche (fibrosi polmonare).
Il gruppo 2 raccoglie le malattie causate da agenti fisici come rumore (malattie dell’apparato cardiocircolatorio, digerente, endocrino), microtraumi e posture incongrue degli arti superiori per attività svolte con ritmi continui e ripetitivi per almeno la metà del turno lavorativo (sindrome dello stretto toracico, morbo di dupuytren).
Nel gruppo 6 sono presenti i tumori professionali ad esempio quelli derivanti da asbesto (tumore dell’esofago), cloruro di vinile (tumore del polmone, tumore cerebrale, tumori del sistema emolinfopoietico), cobalto e suoi Sali (tumore del polmone).
Quali sono le malattie riconosciute dall’INAIL come causate dall’esposizione all’asbesto? L’esposizione ad amianto causa le cosiddette malattie asbesto correlate di comprovata origine lavorativa anche secondo le monografie dello IARC sull’asbesto.
Tra le malattie che l’INAIL ha inserito nella lista I, per cui vale la presunzione legale d’origine troviamo:
Tra le malattie della lista II (limitata origine lavorativa) troviamo il tumore alla faringe, il tumore del colon-retto e dello stomaco. Nella lista III (possibile origine lavorativa) c’è solo il tumore dell’esofago.
Se siamo di fronte ad una malattia della lista I quindi, si presume l’origine professionale, mentre per le malattie delle altre liste, la prova deve essere data dalla vittima.
Qui trovate i Quaderni del Ministero della Salute “Stato dell’arte e prospettive in materiali di contrasto alle patologie asbesto-correlate”, n. 15, maggio-giugno 2012 e qui i risultati della Commissione d’inchiesta sui rischi di amianto e altri cancerogeni.
L’app amianto è un valido strumento per segnalare la presenza di amianto e capire quali e dove si trovano i siti contaminati. Inoltre è uno strumento utile alla prevenzione primaria e per ottenere la tutela dei diritti degli esposti. Permette infatti di raggiungere la prova di esposizione.
Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-Ed.2022 dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere e di ONA, Aps gemella, denuncia la strage provocata dalle fibre di amianto in Italia e fa il punto sulla situazione corrente.
L’ONA e il suo Presidente l’Avv. Ezio Bonanni si occupano da decenni di patologie asbesto. Grazie all’assistenza legale e al lavoro del pool di avvocati dell’ONA è stato possibile l’adeguamento della tutela legale al dato epidemiologico. In merito alle malattie riconosicute portiamo l’esempio del cancro alle ovaie, dapprima non riconosciuto come malattia causata dall’amianto e oggi inserito nella lista I dell’INAIL.
Sia nel caso di malattia tabellata che nel caso di malattia non tabellata, l’esistenza della malattia deve essere supportata da dettagliata documentazione sanitaria. Essa deve essere accompagnata da certificazione medica, redatta su specifico modello attestante la presunta origine professionale della malattia. L’iter da seguire è:
Da questo momento il lavoratore ha 15 giorni di tempo per informare il datore di lavoro e consegnargli il certificato di malattia professionale. Nei 5 giorni successivi corre l’obbligo per il datore di lavoro di inoltrare il certificato all’INAIL. Qualora non lo facesse è il lavoratore stesso a doversene occupare. Nel caso in cui il lavoratore sia pensionato sarà egli stesso ad inviare all’INAIL la documentazione.
Per ottenere l’indennizzo INAIL in base al grado invalidante della malattia professionale il lavoratore verrà sottoposto a visita. Qualora la domanda venga rigettata, è possibile procedere con il ricorso ex art. 104 DPR 1124/65. Verrà fissata a questo punto una visita collegiale a cui il lavoratore può farsi accompagnare da un medico.
L’ONA assiste il lavoratore nell’ottenimento del certificato di malattia professionale e in tutto l’iter per l’otteneimento dell’indennizzo e degli altri benefici erogati dall’INAIL.
Quali sono le prestazioni economiche erogate dall’INAIL ai lavoratori infortunati o affetti da malattia professionale?
La rendita o indennizzo INAIL ha funzione indennitaria. L’indennizzo malattia professionale erogato dall’INAIL non può infatti superare l’importo del danno sofferto dall’assicurato.
L’INAIL eroga anche una serie di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie che garantiscono il diritto del malato a ricevere cure sanitarie e il necessario per il miglior recupero possibile dell’integrità psico-fisica. Facciamo un elenco delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie a favore di chi ha contratto una malattia professionale:
L’assicurazione INAIL è indirizzata a tutti i lavoratori del pubblico impiego e di quello privato. Sono esclusi soltanto i lavoratori delle Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica, e Arma dei Carabinieri), delle Forze di Polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato, Corpo forestale dello Stato e Polizia Penitenziaria) e militare (Guardia di finanza) e il comparto Vigili del Fuoco e soccorso pubblico. Per questi lavoratori elencati si applica la causa di servizio per l’ottenimento dell’equo indennizzo.
L’ONA offre assistenza legale gratuita anche ai superstiti delle vittime di malattie professionali causate dall’amianto e da altri cancerogeni a cui spetta la rendita di reversibilità e altri benefici previsti dalla legge. Offre anche assistenza medica e psicologica.
L’Osservatorio Nazionale Amianto assiste tutte le vittime. Grazie all’azione dell’Avvocato Bonanni e del suo team è possibile ottenere l’assistenza legale, assistenza medica e psicologica.
Per ottenere una prima consulenza gratuita basta chiamare il numero verde 800 034 294 o compilare il form.