Il mesotelioma pleurico è la neoplasia della sierosa che riveste i polmoni, costituita da due foglietti e che permette la respirazione.
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Quali sono le cause di questa grave malattia? L’unica causa del mesotelioma pleurico, salve rare eccezioni, è l’amianto, le cui fibre provocano prima infiammazione. L’Osservatorio Nazionale Amianto, con l’Avvocato Ezio Bonanni, ha tra le finalità la prevenzione e cura del mesotelioma e la tutela dei diritti delle vittime.
Il mesotelioma pleurico è il tumore della pleura. Tutte le fibre di amianto, termine che è sinonimo di asbesto, hanno capacità cancerogena e costituiscono per mesotelioma pleurico cause. Così sostiene anche lo IARC nella sua ultima monografia “Asbestos. Actinolite, amosite, anthophyllite, chrysotile, crocidolite, tremolite“:
“There is sufficient evidence in humans for the carcinogenicity of all forms of asbestos (chrysotile, crocidolite, amosite, tremolite, actinolite, and anthophyllite). Asbestos causes mesothelioma and cancer of the lung, larynx, and ovary”.
Infatti, in più occasioni, i produttori e i materiali in amianto hanno tentato di negare che anche il crisotilo fosse cancerogeno. Così non è, tant’è vero che, purtroppo, anche coloro che sono stati esposti al crisotilo, hanno ricevuto la diagnosi di mesotelioma pleurico.
Si sviluppa in varie fasi. La prima è quella displasica, e cioè l’infiammazione. Successivamente, in seguito all’azione delle fibre, si generano delle mutazioni, e quindi si assiste al processo di iniziazione. Le fibre permangono nella pleura per sviluppare mesotelioma, con la promozione e progressione fino alla diagnosi del mesotelioma.
La pleura è la sottile membrana che riveste e protegge i polmoni ed è costituita da due strati, o foglietti, definiti pleurici. Il primo avvolge polmone ed è la pleura viscerale. Il secondo riveste esternamente i polmoni e li divide dal torace (pleura parietale). Tra le due pleure c’è la cavità pleurica.
Questi due foglietti sono in contatto tra di loro e, con il liquido lubrificante, consentono ai polmoni di espandersi nella gabbia toracica, nel corso dei movimenti inspiratori ed espiratori.
Sia gli anfiboli, amosite e crocidolite, tremolite, antofillite, actinolite, che i serpentini (crisotilo), hanno, dunque, capacità di causare danni alla salute, che è il bene più prezioso. I primi effetti lesivi della salute, per coloro che sono stati esposti ad amianto, sono quelli infiammatori, sia nel polmone sia nella pleura. Le fibre giungono sia per contiguità con i polmoni che con il flusso sanguigno, e generano infiammazione. Solitamente, si determinano, prima di tutto, gli ispessimenti, e quindi la malattia detta ispessimento pleurico e poi, successivamente, le placche pleuriche. Siamo quindi nella prima fase del processo che può culminare nel tumore della pleura.
Infatti, il mesotelioma si sviluppa in fasi: la legge scientifica esplicativa della causalità generale è proprio la teoria multistadio della cancerogenesi. Questo, come tutti gli altri tumori da amianto, sono dose dipendenti, per cui è rilevante la dose cumulativa, anche se non esiste una soglia sotto la quale il rischio si annulla.
Il mesotelioma è molto aggressivo. Infatti, tutti coloro che ricevono la diagnosi hanno limitate aspettative di vita. Soltanto nel caso in cui ci siano delle formazioni benigne, vi sono speranze di sopravvivenza e la prognosi non è infausta.
Si tratta, infatti, di tumori adenomatoidi e mesotelioma cistico benigno, per i quali la prognosi è specifica di ogni singolo caso. Occorre evidenziare che i dati epidemiologici sono tali per i quali più del 90% delle dei casi determina l’esito mortale entro i 5 anni.
Il mesotelioma è un tumore delle sierose. Queste ultime avvolgono i diversi organi del corpo umano. Tra di essi la maggior parte dei mesoteliomi colpisce la pleura, cioè il 93% dei casi. Poi ci sono tutti gli altri tipi di mesotelioma. Il mesotelioma peritoneale colpisce il peritoneo e riguarda il 5% del totale dei mesoteliomi. Poi c’è il tumore pericardico, detto anche mesotelioma pericardico. Questa patologia cardiaca è al pari delle altre sierose asbesto correlate, altrettanto aggressiva e riguarda circa l’1% del totale dei mesoteliomi. In ultimo, occorre ricordare che l’amianto provoca anche il cancro del testicolo. Anche il mesotelioma della tunica vaginale del testicolo è un tumore raro e riguarda l’1% dei casi.
Nonostante il forte impegno dell’ONA e dei suoi medici volontari, e del Servizio Sanitario Nazionale, l’indice di mortalità rimane molto alto. Per questo è fondamentale evitare ogni forma di esposizione alla fibra killer, dato che ci sono molte altre malattie asbesto correlate, altrettanto gravi, come il tumore polmonare e della laringe.
Con il termine amianto e con il suo sinonimo asbesto, sono indicati quei minerali che hanno la capacità di dividersi in fibre. Si tratta, infatti, di fibre sempre più sottili per divisione longitudinale, che rimangono aerodisperse. In molti casi, sono nell’acqua, compresa quella potabile, e sono ingerite. Anche queste ultime sono cancerogene.
L’Italia è stato il secondo produttore e utilizzatore di asbesto, fino alla messa al bando con la L. 257/92. Purtroppo, le esposizioni sono proseguite. Quindi, tenendo conto che in Italia ci sono ancora 40.000.000 di tonnellate di materiali di asbesto, è necessario che si acceleri sul fronte delle bonifiche.
Purtroppo, il mesotelioma ha ancora un elevato indice di mortalità (il 92% entro i 5 anni). Poiché i numeri sono in continuo aumento in Europa e in Italia, come certifica il VII Rapporto RENAM sui Mesoteliomi, è necessario che siano adottati strumenti più efficaci. La prevenzione deve comprendere innanzitutto la prevenzione primaria, cioè tale da prevenire ogni forma di esposizione. Solo così è possibile battere il mesotelioma della pleura. Il cittadino può segnalare la presenza di siti contaminati grazie all’APP.
La stessa OMS auspica, ma non impone, la bonifica e la fine dell’utilizzo, per quei Paesi che ancora lo lavorano. Queste iniziative, così tiepide, sono state contestate dall’ONA e dall’Avv. Ezio Bonanni. Anche la posizioni dell’istituto superiore di sanità conferma che l’asbesto provoca migliaia di morti. L’Avv. Ezio Bonanni, nella sua pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed.2022”, traccia il quadro della situazione attuale, anche in ordine alle tutele legali.
Il risultato dell’epidemia in Italia è che ancora nel 2021 sono stati diagnosticati altri 2000 casi di mesotelioma. Questa epidemia è il segno del fallimento della politica pubblica di prevenzione. Infatti, la messa al bando dell’amianto con la L. 257/92 si è dimostrata tardiva, così come lo sono le bonifiche.
Il fatto stesso che in Italia ci siano ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto la dice lunga sui ritardi. Questi ritardi nella bonifica amianto sono tanto più rilevanti se si consideri che tutte le fibre sono dannose a prescindere dal limite di soglia. Proprio per questi motivi, anche alla luce della evoluzione della normativa comunitaria, è necessario accelerare sulle bonifiche.
L’asbesto è un minerale presente in natura in diverse tipologie. Ha la proprietà di dividersi in fibre longitudinali via via più sottili e, quindi, facilmente possono essere inalate. Una volta entrate in contatto e penetrate nel corpo umano, tali fibre innescano una serie di processi infiammatori che, anche dopo lungo tempo, possono evolversi in forme cancerose gravi, come i vari tipi di mesotelioma.
È stato utilizzato in oltre 3000 applicazioni, fino all’entrata in vigore dell’art. 1 della L. 257 del 1992, che ne ha vietato, a partire dall’aprile del 1993, l’estrazione, la lavorazione, la produzione e la commercializzazione.
Poiché l’Italia era il secondo produttore e utilizzatore in Europa, ancora oggi siamo in piena emergenza: dopo circa 20 anni sul territorio nazionale vi sono ancora 40.000.000 tonnellate di materiali che contengono tale materiale, incluse 2.400 scuole e possono essere presenti in più 250 ospedali.
La Legge 257/1992 ha introdotto in Italia il divieto di utilizzo di lavorazione e commercializzazione, ma senza un obbligo di bonifica cogente.
Si debbono superare le normative preesistenti, così come l’art. 20 della Legge 93/2021 e i successivi interventi. Le più recenti misure, tra cui l’istituzione del Fondo per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica di beni contaminati da amianto non è sufficiente.
Il 14.01.2020 il Ministro dell’Ambiente, Gen. Sergio Costa, ha stanziato 385.000.000 di euro, per la bonifica dell’amianto negli edifici pubblici. Si tratta in particolare delle scuole e degli ospedali. Tuttavia, tale stanziamento è relativo alla sola progettazione.
Questo intervento si somma al “Piano di bonifica da amianto” nel Secondo Addendum al Piano operativo “Ambiente“, approvato dal Cipe nel 2016 e adottato con un provvedimento della Direzione generale competente del Ministero dell’Ambiente.
La tutela dell’ambiente è stata contemplata nell’art. 9 , e richiamata ancora dall’art. 41, 2 co., della Costituzione. Infatti, come la tragica vicenda del Covid-19 ha dimostrato, l’ambiente e la salute debbono essere contemplati tra i fattori di produzione.
Lo sviluppo economico deve essere ancorato alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La vicenda dell’amianto, con il suo carico di malattia e morte, lo dimostra. I numerosi casi di mesotelioma polmonare sono in continuo aumento nel nostro Paese.
Coloro che purtroppo sono stati già esposti devono essere tutelati attraverso la prevenzione secondaria, per la diagnosi precoce e terapia medica.
Per il 2020 l’ONA ha registrato quasi 2.000 nuovi casi di mesotelioma. Colpisce più frequentemente gli uomini, piuttosto che essere diagnosticati nelle donne. Il picco è atteso, in Europa e in Italia, proprio nel decennio 2020-2030. Perciò il mesotelioma rimane un grave problema sanitario.
Alcune categorie di lavoratori sono particolarmente a rischio di tale patologia. Tra questi, si segnalano in particolare gli operai delle piastre metalliche, i costruttori di veicoli e di navi, gli idraulici, gli installatori di impianti a gas, gli elettricisti, gli operai del settore edile. Inoltre, è doveroso ricordare che sono altamente esposte a tale rischio anche tutte le persone che vivono a stretto contatto con i lavoratori sopraccitati.
Il grande utilizzo dei materiali a base di asbesto, dovuto tanto alle sue peculiari caratteristiche, quanto al suo prezzo contenuto, tocca quasi ogni settore. Tuttavia, i due settori in cui è stato fatto uso più massiccio di tali fibre sono senz’altro quello edilizio, grazie soprattutto all’eternit, un impasto di cemento ed amianto, e quello dei trasporti. Riguardo quest’ultimo ambito, merita particolare menzione il settore delle Ferrovie dello Stato, ma soprattutto quello delle unità navali della Marina Militare Italiana e di tutte le Forze Armate.
Per le categorie più a rischio sono previste misure di sorveglianza sanitaria. In molte regioni italiane, sono stati istituiti i registri degli esposti amianto.
Uno dei settori a più alto rischio è proprio quello che riguarda il Comparto della difesa. Quest’ultimo è quello relativo alla Marina Militare, Esercito, Aviazione e Carabinieri. Vanno aggiunti poi i componenti della Guardia di Finanza e il resto del Comparto sicurezza. Quest’ultimo riguarda anche la Polizia e le altre forze di sicurezza.
I militari, impiegati anche in missioni all’estero, sono persone che sono entrate a contatto con l’asbesto, ma anche radiazioni ionizzanti e non ionizzanti. Specialmente coloro che hanno svolto servizio nella Marina Militare Italiana sono a rischio, come dimostrano le cronache giudiziarie. Così nella relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta della Camera dei Deputati, si fa riferimento a 570 casi di mesotelioma fino al 2015. Il caso più emblematico è stato registrato sulla nave Vittorio Veneto.
Per quanto esistano altri fattori di rischio del mesotelioma della pleura, questi sono però infinitesimali in termini di incidenza epidemiologica, rispetto all’esposizione alle fibre. Tra questi ricordiamo:
Quali sono i sintomi? I primi sintomi del mesotelioma sono di natura generica, quindi uguali a quelli causati da altre malattie che colpiscono, ad esempio, l’apparato cardio-respiratorio. La aspecificità della sintomatologia può facilmente comportare un ritardo nella diagnosi.
In generale, fiato corto (dispnea), dolore al petto o al dorso, dolore nella parte bassa della schiena, tosse persistente, debolezza muscolare e perdita di peso ingiustificata sono sintomi comuni. Gli altri sintomi più frequenti sono:
Il mesotelioma necessariamente deve essere preceduto dall’insorgenza dell’ispessimento pleurico e delle placche pleuriche. Questi ultimi sono i segni patognomici della elevata esposizione alle fibre e, successivamente, della riconducibilità del mesotelioma a queste esposizioni.
Nella maggior parte dei casi i sintomi respiratori sono causati da un eccessivo accumulo di liquido nello spazio compreso tra i due foglietti pleurici (versamento pleurico) oppure dall’eccessivo ispessimento dei foglietti stessi. Ciò comporta una compressione dei polmoni, impedendogli così una corretta espansione durante la respirazione.
Tuttavia, alcuni pazienti affetti da mesotelioma pleurico possono anche non manifestare alcun disturbo, pur presentando la malattia. In tali casi, questa può essere scoperta occasionalmente, eseguendo esami radiologici per altre motivazioni. Inoltre alcuni sintomi possono variare in caso siano presenti metastasi.
In caso di sintomi di tumore della pleura, bisogna subito verificare se vi è stata esposizione ad amianto. Per esposizione amianto si intende sia l’inalazione che l’ingestione. Per questa forma di carcinoma è evidente che la forma di esposizione è quella della inalazione.
Quindi, queste categorie di lavoratori, quelle a maggior rischio, debbono essere sottoposte a continui controlli. È chiaro che con l’insorgenza di questi sintomi, si accende il campanello d’allarme e quindi debbono essere eseguiti ulteriori controlli. Oltre alla visita di medicina del lavoro è fondamentale la visita pneumologica. Successivamente debbono essere eseguiti precisi esami tecnico strumentali.
La diagnosi del tumore del mesotelio inizia con la storia clinica del paziente, proseguendo quindi con esami specifici, tra cui:
Nel caso in cui l’anamnesi lavorativa di esposizione e le risultanze tecnico strumentali e cliniche dovessero confermare i sospetti, dovrà essere eseguito l’esame immunoistochimico. Solo con quest’ultimo esame e con la biopsia sarà possibile ottenere la conferma della diagnosi.
Inoltre, con questo tipo di esami e la biopsia è possibile, oltre che confermare la diagnosi e lo stadio, ottenere la caratterizzazione istologica delle cellule mesoteliali. Quest’ultima è molto importante per determinare l’opzione terapeutica che richiede, necessariamente, un approccio multimodale.
Una rapida diagnosi del mesotelioma pleurico è fondamentale per un intervento tempestivo. Il migliore trattamento al momento disponibile consiste nella terapia multimodale. L’ONA, attraverso il Dipartimento di cura del mesotelioma, ha creato un protocollo per l’applicazione di una terapia multimodale. L’Osservatorio è in prima fila nella ricerca e nella lotta al mesotelioma volta sia alla guarigione sia al prolungamento del periodo di sopravvivenza del paziente.
Grazie allo sviluppo di nuovi protocolli e all’incessante ricerca, le aspettative di vita per il mesotelioma si sono allungate. Infatti è sempre importante la diagnosi precoce del mesotelioma, in modo tale da poter verificare la possibilità anche dell’intervento chirurgico. Naturalmente l’approccio non può che essere interdisciplinare, con la terapia multimodale.
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni raccomandano di rivolgersi al sistema sanitario pubblico, a Cancer center e a centri altamente specializzati per la cura del mesotelioma. L’ONA ha dato vita ad un proprio dipartimento specifico, cioè una struttura dotata di un pool di medici, volta a fornire assistenza medica, completamente gratuita, a tutti coloro che ne fanno richiesta.
Il trattamento multimodale del mesotelioma, elaborato dall’ONA e dal Prof. Marcello Migliore, ha permesso di ottenere significativi risultati in termini di cura del mesotelioma della pleura. Come dichiarato dallo stesso Prof. Migliore nel corso della trasmissione ONA TV “Mesotelioma, amianto e malattie del lavoro“, è fondamentale la diagnosi precoce e l’approccio chirurgico, ove possibile. In modo particolare l’utilizzo della chemioterapia intrapleurica, nel corso dell’intervento, che deve essere il meno invasivo possibile.
Sono diversi gli approcci e per ogni caso i trattamenti sono molteplici. In base alla singola situazione di ogni paziente, dovuta a una molteplicità di situazioni, è indispensabile verificare se, per il tipo e la presenza di cellule tumorali e la stadiazione, è necessario un approccio multidisciplinare al mesotelioma.
L’approccio chirurgico al cancro del mesotelio della pleura è l’unico strumento che può permettere la guarigione mesotelioma. In alcuni casi, dove si è potuto intervenire nello stadio iniziale, in modo multimodale con la chirurgia, è stato possibile far sopravvivere il paziente.
Ne sa qualcosa il Prof. Marcello Migliore, ordinario di chirurgia toracica presso l’Università di Catania e componente del CTS dell’ONA. Grazie a una sofisticata tecnica chirurgica è possibile eradicare il cancro dalla pleura ed eseguire la chemioterapia intrapleurica.
Si distinguono diverse modalità di intervento. C’è l’asportazione totale della pleura parietale e viscerale, divise dal cavo pleurico. Poi vi è l’intervento più invasivo, la pneumectomia extrapleurica, cioè l’asportazione della pleura in blocco con il polmone, il pericardio e il diaframma. Quest’ultimo tipo di intervento è sconsigliato dal Prof. Marcello Migliore perché è eccessivamente invasivo. Asportare il diaframma rende difficoltosa la respirazione.
L’operazione è di difficile attuazione e va sempre valutato con attenzione ed esperienza. Il cancro viene considerato resecabile chirurgicamente solo negli stadi I, II, III. Di norma, ove possibile la resezione, in relazione alla diffusione di malattia ed allo stato di salute generale del paziente, si ricorre alla Pleuro e Pneumonectomia Extrapleurica. Tale operazione è molto invalidante ed è gravata da alti tassi di mortalità, oltreché da complicanze postoperatorie.
Inoltre l’intervento non garantisce la sicura guarigione dei pazienti dal mesotelioma. Quindi, anche con l’intervento di eradicazione, non è assicurata la guarigione. L’intervento è poi del tutto sconsigliato in caso di mesotelioma sarcomatoide. Maggiori prospettive si registrano nel caso in cui il mesotelioma della pleura sia epitelioide.
Non coi sono, invece, dati sufficienti sui vantaggi della pleurodesi, procedura chirurgica che consiste nell’obliterazione artificiale dello spazio pleurico e permette l’adesione dei due foglietti pleurici.
La radioterapia consiste in fasci esterni e tecnica volumetrica a modulazione di intensità (IMRT), da effettuare in trattamento trimodale, dopo l’operazione e la chemioterapia. Nelle forme avanzate la radioterapia ha solo scopo palliativo per le aree nelle quali il paziente avverte dolore.
Invece la chemioterapia consiste in farmaci sommministrati per via endovenosa, volti a ridurre, danneggiare le cellule maligne o ad arrestare la progressione del cancro. Quando si verifica la riduzione della massa tumorale, favorisce l’approccio dell’intervento. Altrimenti si limita soltanto a bloccare la crescita della malattia e a favorire il miglioramento dei sintomi del mesotelioma pleurico.
Il trattamento di scelta di “prima linea” si esegue con l’associazione di Pemetrexed con sali di platino (Cisplatino o Carboplatino). L’utilizzo del Carboplatino permette una migliore tollerabilità ed è particolarmente indicato nei pazienti più anziani. Questo trattamento consente nella maggioranza dei pazienti una regressione o la stabilizzazione della malattia per un periodo che mediamente è di poco superiore ai 6 mesi, ma che, in alcuni casi, può essere più prolungato (nel 15-20% dei casi supera l’anno).
Tuttavia la malattia tende a ripresentarsi nella quasi totalità dei casi, richiedendo un trattamento di “seconda linea”. Per questa fase della malattia non vi sono opzioni terapeutiche standard. Nei pazienti che hanno avuto una risposta prolungata alla terapia di prima linea con Pemetrexed/Platino si consiglia un trattamento ulteriore con Pemetrexed. Gli altri pazienti possono essere sottoposti a chemio, con un farmaco quale Vinorelbina o Gemcitabina. In questa fase della malattia esistono inoltre alcuni trattamenti sperimentali, che sono in corso di valutazione.
Grazie all’impegno dell’ONA e del prof. Marcello Migliore, ci sono nuove prospettive di terapia e cura del mesotelioma della pleura. Infatti, un nuovo approccio, con interventi chirurgici mini invasivi, ha allungato il periodo di sopravvivenza media, a migliori condizioni di salute.
Questa metodologia prevede interventi mini invasivi, con la somministrazione della chemioterapia intrapleurica ad alta temperatura, nel corso dell’intervento. Il prof. Migliore ha ribadito l’importanza dell’utilizzo della chemioterapia intratoracica ipertermica nel corso dell’intervento, nel torace e non in tutto il corpo. Così si ottengono ottimi risultati, come dimostrato dal fatto che circa il 30% dei pazienti operati dal Prof. Marcello Migliore è ancora in vita dopo 5 anni dopo l’intervento. Anche nei casi in cui purtroppo il paziente è venuto a mancare, le aspettative di vita sono state più elevate e, soprattutto, a migliori condizioni.
Questa malattia ha un tempo di latenza che giunge fino a 50 anni e, sfortunatamente, è quasi sempre mortale. Infatti è difficile da trattare. Tale condizione è rara prima dei 50 anni di vita, ma presenta un picco massimo attorno ai 70 anni. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi si ferma poco al di sotto del 20% nella fascia di età compresa tra i 45 e i 54 anni e diminuisce progressivamente con l’aumentare dell’età.
Il numero dei casi di cancro pleurico è leggermente in crescita tra le donne, forse in quanto negli ultimi anni è aumentata la quantità di lavoratrici impiegate nella produzione industriale di materiali contenenti asbesto.
Essendo associato principalmente all’esposizione all’amianto, si può osservare una grande differenza nel numero di casi di mesotelioma nelle diverse regioni italiane. Le regioni del Nord, più industrializzate e più attive dal punto di vista della costruzione edile, risultano più colpite.
Il mesotelioma pleurico maligno è inserito nella Lista I dell’INAIL (I.6.03) tra le patologie causate con elevata probabilità dall’esposizione lavorativa. Tutte le malattie inserite nelle tabelle dell’INAIL della Lista I si avvalgono del criterio di presunzione legale d’origine. Significa che il lavoratore vittima di una di queste patologie tabellate dovrà unicamente dimostrare la propria infermità, oltreché la presenza di asbesto sul luogo di lavoro.
In seguito al riconoscimento da parte dell’INAIL di malattia professionale si ottengono:
In seguito al decesso della vittima di mesotelioma pericardico, le prestazioni sono reversibili ai familiari superstiti.
Per quanto riguarda i lavoratori pubblici, che non sono stati accorpati dalla normativa di riferimento con gli assicurati INAIL, devono richiedere il riconoscimento della causa di servizio. In tali circostanze, le prestazioni dovute sono:
Tra coloro che sono stati dipendenti del Ministero della Difesa e di altri Ministeri del Comparto Sicurezza, è in corso una vera e propria epidemia di malattie asbesto correlate. In seguito all’entrata in vigore dell’art. 20 della L. 183/2010, queste vittime debbono essere riconosciute con lo status di equiparate a vittime del dovere. I diritti delle vittime del dovere, oggetto di tutela, sono così sintetizzabili:
In caso di invalidità superiore al 25% e in seguito al decesso della vittima del dovere, ai familiari superstiti spettano anche due annualità di tale trattamento, comprensive anche della 13^ mensilità.
La vittima di mesotelioma pleurico ha diritto a ricevere un risarcimento dei danni. Nel caso in cui ci sia l’indennizzo INAIL, queste voci debbono essere scorporate dal risarcimento del danno della vittima primaria. I danni risarcibili sono quelli patrimoniali e non patrimoniali, come:
Seguendo il principio di integrale risarcibilità del danno, la conseguente domanda deve essere sottoposta al datore di lavoro, che ne risponderà ex art. 2087 c.c.. Successive somme dovute saranno poi sottoposte allo scomputo per poste omogenee dell’indennizzo.
In caso di decesso della vittima, tutte le somme spettanti dovranno essere indirizzate a favore dei familiari, eredi legittimi o testamentari. Inoltre, anche gli stretti congiunti di coloro che si ammalano di mesotelioma subiscono dei danni ingiusti.
Purtroppo, questa malattia pleurica causa la morte del paziente, spesso dopo lunghe sofferenze. Quindi gli stretti congiunti hanno diritto ad ottenere la liquidazione degli importi maturati dal loro dante causa, e allo stesso tempo, i danni subiti iure proprio.
Infatti si possono definire vittime non solo coloro che sono stati direttamente colpiti dal mesotelioma, ma anche tutti i loro congiunti. Ai sensi di legge, i diritti dei familiari superstiti comprendono il risarcimento completo sia dei danni sofferti direttamente dalla vittima (iure hereditatis), sia di quelli da loro sofferti in seguito alla perdita del proprio congiunto (iure proprio).
In caso di insorgenza di questa patologia, e soprattutto in caso di decesso, occorre agire, oltre che nei confronti degli enti pubblici, anche presso il datore di lavoro. È quindi fondamentale inoltrare, oltre a tutte le domande amministrative, anche la messa in mora.
La messa in mora per chiedere il risarcimento del danno è molto importante perché interrompe il decorso della prescrizione. I termini di prescrizione, infatti, decorrono o dalla malattia o dalla morte. Per il risarcimento il termine è decennale in caso di responsabilità contrattuale del datore di lavoro, negli altri casi è quinquennale. Se poi integra un reato, la prescrizione è quella del reato per quanto riguarda la responsabilità extracontrattuale.
L’ONA ha istituito un vero e proprio pool di avvocati per l’assistenza legale di tutte le vittime, in particolare per le vittime amianto. L’azione di tutela, anche in chiave preventiva, presuppone sempre un supporto legale. In molti casi, per ottenere la prevenzione primaria, e cioè la bonifica, è necessaria la diffida legale. Quindi, il supporto legale è fondamentale in tutte le fasi, non solo dopo la diagnosi del mesotelioma pleurico per le tutele previdenziali e risarcitorie.
Con questo servizio di assistenza legale gratuita, tutte le vittime di mesotelioma pleurico e i loro familiari possono ottenere la tutela dei loro diritti. Accompagna le vittime in tutte le fasi dell’iter legale al fine da fargli ottenere il completo risarcimento dei danni, oltreché il riconoscimento di tutti i benefici previsti dalla legge. Inoltre, per tutte quelle vittime di mesotelioma che hanno precedentemente svolto servizio in particolari condizioni ambientali e operative, c’è la possibilità di ottenere anche il riconoscimento di vittima del dovere.
Inoltre si occupa anche di fornire assistenza psicologica e assistenza medica gratuita a ciascun paziente che ne faccia richiesta, al fine da assicurargli una diagnosi precoce, tramite una sorveglianza sanitaria continuata. Si può contattare il numero verde 800 034 294 o compilare il form per ricevere tutte le informazioni necessarie per una prima consulenza gratuita.