La radioterapia mesotelioma rientra tra gli standard di cura maggiormente utilizzati per le vittime. Questa terapia è utilizzata per combattere diverse forme di tumore, tra cui il mesotelioma maligno. In Italia, ogni anno, si registrano circa 2.000 casi di mesotelioma, una patologia asbesto correlata molto aggressiva, che colpisce sia uomini sia donne.
L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto è l’associazione schierata in prima linea per la tutela dei lavoratori esposti all’amianto. Insieme al suo presidente, l’Avvocato Ezio Bonanni, ha istituito uno sportello a cui le vittime di amianto o i loro familiari possono rivolgersi per richiedere assistenza legale e assistenza medica.
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La radioterapia è un protocollo di cura utilizzato nella cura dei tumori, tra cui le malattie asbesto correlate. Le malattie asbesto correlate sono malattie che insorgono in seguito all’esposizione ad amianto, un minerale fibroso, altamente nocivo per la salute umana. Grazie alla radioterapia, la maggior parte delle persone affette da tumore ottengono un netto miglioramento della qualità di vita e la riduzione della massa tumorale.
Questa tecnica viene applicata singolarmente o in combinazione con altri trattamenti. Infatti sempre più pazienti si sottopongono a trattamenti combinati, poiché permettono di raggiungere ottimi risultati. Ciò è stato dimostrato in fase di sperimentazione per alcune neoplasie, come nel caso del tumore del polmone.
L’applicazione di protocolli di cura, come la chemioterapia e la chirurgia, sono spesso accompagnati da sedute di radioterapia. Allo stesso modo, anche l’immunoterapia antitumorale e la terapia ormonale, permettono di raggiungere risultati migliori rispetto al singolo trattamento quando associate alla radioterapia.
La radioterapia nasce grazie alla scoperta dei raggi x, avvenuta nel lontano 1895. Il protocollo di cura si serve del potere penetrante delle radiazioni, in grado di causare danni a livello dei tessuti e delle cellule dell’organismo umano. In un primo momento, la radioterapia è stata utilizzata per curare malattie di origine batterica e per malattie come la tubercolosi. Solo in seguito alle continue applicazioni, i ricercatori dell’epoca si resero conto del potere penetrante dei raggi: questi causavano la morte di tutte le cellule colpite.
Grazie a questa scoperta, il principio delle radiazioni ionizzanti è stato utilizzato anche per la cura dei tumori. In particolare, i medici ricercatori scoprirono l’azione penetrante dei raggi ionizzanti sulla massa tumorale di un paziente affetto da tumore allo stomaco. Le radiazioni a cui si era sottoposto il paziente avevano migliorato di molto il suo stato di salute. Infatti, i risultati furono incredibili: primo fra tutti la riduzione della massa tumorale e poi la scomparsa dei dolori della malattia.
Ma se, da una parte, il paziente aveva ottenuto miglioramenti a livello della progressione della malattia, dall’altra parte la terapia ha causato conseguenze dannose sull’area trattata. Infatti, l’applicazione di elevate dosi di radiazioni ionizzanti causa ustioni e ulcere nella zona del tumore. Solo in tempi più recenti è stato perfezionato il protocollo di applicazione della radioterapia.
Il mesotelioma è una neoplasia aggressiva che può colpire diversi organi e membrane, come la pleura del polmone nel caso di mesotelioma pleurico, il pericardio del cuore per il mesotelioma pericardico, il perineo degli organi addominali nel caso di mesotelioma peritoneale e la tunica vaginale del testicolo per il mesotelioma testicolare.
La caratteristica comune delle diverse forme di mesotelioma sono le cellule con elevato tasso di replicazione. Queste cellule in continua moltiplicazione si accumulano all’interno delle membrane degli organi e provocano danni di tipo irreversibile. Infatti, le membrane, quando sature del numero di nuove cellule formate, si lacerano, perdono la loro integrità e permettono alle cellule di raggiungere altri organi del corpo. In questo modo, la salute dell’individuo è altamente compromessa.
Con l’avvento della radioterapia, alla fine del XIX secolo, è stato possibile contenere o ridurre fortemente i danni provocati dai tumori e la riduzione della massa tumorale.
La radioterapia, differentemente dalla chemioterapia, rappresenta un protocollo di cura circoscritto. Infatti, la radioterapia si basa sull’emissione di radiazioni ionizzanti, indirizzate direttamente sulla massa tumorale, senza colpire gli organi sani dell’organismo. Questo protocollo utilizza delle radiazioni, raggi γ e raggi x, che sono radiazioni ad alta energia.
Il fascio delle particelle ionizzanti è costituito prevalentemente da protoni, neutroni ed elettroni, che interferiscono sia con le componenti cellulari sia con l’ambiente acquoso che circonda le cellule ed i tessuti. Più in particolare, le radiazioni ionizzanti penetrano nelle cellule tumorali e causano danni al patrimonio genetico.
Le radiazioni ionizzanti emesse durante le sedute di radioterapia sono convogliate in prossimità della massa tumorale. Una volta che le radiazioni giungono nei pressi del tumore, grazie alla loro elevata energia, attraversano i tessuti e poi le membrane delle cellule, fino a esaurire la loro energia a livello del patrimonio genetico: il DNA.
Queste radiazioni, a livello del DNA, generano danni di tipo irreversibile nelle cellule del tumore. Tale condizione si verifica in quanto, le cellule del tumore, a differenza delle cellule sane del corpo, perdono il meccanismo di riparazione del DNA. Di conseguenza, nelle cellule tumorali si innesca una cascata di segnali che suggeriscono alla cellula il “suicidio”. Ciò comporta una progressiva riduzione della massa del tumore.
La radioterapia causa anche danni indiretti a livello del sito del tumore. Le radiazioni ionizzanti emesse durante la seduta, causano la formazione di radicali liberi. Questi ultimi sono molecole o atomi che si trovano in uno stato instabile, con carica negativa in eccesso. Dal punto di vista chimico e biologico, i radicali liberi tendono a rubare atomi, dalle molecole e dalle strutture cellulari per compensare la loro carica.
Questo meccanismo terminerà solo quando la molecola raggiungerà la sua stabilità. Solitamente, ciò si verifica dopo molto tempo, quando cellule e tessuti avranno perso la loro integrità. Quindi, i danni indiretti causati dalle radiazioni ionizzanti si verificano poiché le radiazioni hanno lo scopo di distruggere l’integrità di tutte le cellule e i tessuti interessati dal tumore.
Per la tutela della salute dei malati esistono norme rigide anche per l’applicazione delle radiazioni ionizzanti, che non devono superare i limiti massimi consentiti.
I trattamenti radianti sono somministrati a piccole dosi, secondo una metodologia definita “frazionamento“. Il frazionamento permette alle cellule e ai tessuti sani di riparare i danni causati dalle radiazioni. Quindi, l’irradiazione della zona da trattare può essere effettuata anche giornalmente, per un massimo di cinque frazioni settimanali.
L’unità di misura delle radiazioni è il Gy, cioè il Gray. Questo valore, nel frazionamento settimanale, non deve mai superare il valore totale di 9-10 Gy. La dose varia in base allo scopo della terapia. Infatti, nel caso in cui la terapia ha come scopo quello palliativo, le radiazioni saranno a più basso dosaggio e prolungate nel tempo.
L’intensità di dose è definita come la dose di radiazione ricevuta nell’unità di tempo. Questa prende in considerazione le caratteristiche del tumore, lo scopo della terapia e l’eventuale applicazione di altre terapie, quali la chirurgia o la chemioterapia.
Lo scopo principale della radioterapia è la riduzione, cioè l’eliminazione della massa tumorale. In base alle caratteristiche del tumore e delle condizioni generali di salute del malato, si possono distinguere differenti tipologie di radioterapia:
Quando la radioterapia viene integrata con altri standard di cura, come la chirurgia, la chemioterapia e l’immunoterapia, il trattamento è di tipo adiuvante. Poi questo protocollo di cura può essere distinto in diversi trattamenti:
Anche se il protocollo di cura prevede di colpire solamente le cellule del tumore, questa circostanza non sempre si verifica. Infatti, è piuttosto comune che alcune cellule, che si trovano nell’area circostante la massa tumorale, possano essere raggiunte dalle radiazioni ionizzanti. Tale circostanza è causa di differenti effetti collaterali, la cui gravità dipende dalla malattia, dallo stato di salute del paziente e dalla terapia seguita dal malato.
Nonostante ciò, per limitare danni a cellule e tessuti sani che si trovano in prossimità della massa del tumore, le radiazioni ionizzanti vengono fatte penetrare da diverse angolazioni rispetto al centro della zona da trattare. In questo modo, solamente il centro della massa del tumore assorbirà una dose maggiore di radiazioni. Inoltre, la natura degli effetti collaterali dipende dall’organo trattato, dal frazionamento, dalla dose della radiazione e dal volume irradiato.
Le reazioni gravi registrate in seguito alle sedute di radioterapia sono diverse e si manifestano, quasi sempre, a livello della zona trattata. Possono manifestarsi dopo mesi dalla sospensione del trattamento o dopo anni. Tra questi, vi sono:
Gli effetti collaterali lievi riferiti dai pazienti sottoposti al trattamento della radioterapia sono tutti modulabili. Questi effetti possono essere facilmente gestiti, modificando sia la frequenza delle sedute sia l’intensità delle radiazioni. I pazienti spesso riferiscono: stanchezza, arrossamenti dell’area trattata, nausea, vomito, capogiri, disturbi intestinali, gonfiore delle membrane, perdita di capelli, secchezza delle fauci.
La radioterapia è un protocollo di cura utilizzato per un gran numero di tumori, tra cui il mesotelioma e altre patologie asbesto correlate. Lo standard di cura può essere prescritto come trattamento unico o come trattamento in combinazione con altre terapie e cure.
Molte patologie prevedono trattamenti con la radioterapia e la chemioterapia oppure la radioterapia e la chirurgia. La scelta del protocollo di cura “combinato” permette ai malati di tumore di raggiungere benefici maggiori, anche quando sono affetti da patologie particolarmente aggressive, come il mesotelioma.
A tal proposito l’ONA ha delineato un protocollo con alcune linee guida per la diagnosi e il trattamento più idoneo per le vittime di mesotelioma. Inoltre l’Avvocato Bonanni ha approfondito l’argomento nel libro: “Come curare e sconfiggere il mesotelioma ed ottenere le tutele previdenziali ed il risarcimento danni“.
Sono definite patologie asbesto correlate tutte quelle neoplasie che insorgono in seguito ad esposizione all’amianto. Questi minerali di asbesto, banditi in Italia con la legge n. 257 del 1992, sono responsabili della morte di quasi 2.000 persone l’anno.
La cancerogenicità delle fibre di amianto è dovuta al fatto che le sottilissime fibre, che compongono il minerale, se aerodisperse e inalate, causano infiammazioni multiple e ripetute (asbestosi, ispessimento pleurico e placche pleuriche). Queste, nel tempo, si trasformano in tumori. Dal momento dell’inalazione o ingestione accidentale delle fibre all’insorgenza della neoplasia possono trascorrere anche 30 – 40 anni. Questo meccanismo è confermato anche dall’ultima monografia IARC.
L’amianto è stato impiegato in molti settori (edile industriale, navale, domestico), fino a quando non è stata accertata la sua cancerogenicità. Ma ancora molti sono i siti contaminati in Italia, come testimonia l’Avv. Ezio Bonanni in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-ed.2022”.
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha istituito il servizio di assistenza medica e legale gratuita per tutte le vittime di amianto. Infatti, sia le vittime di amianto che i loro familiari possono richiedere assistenza per vedersi riconoscere i propri diritti alle prestazioni assistenziali e previdenziali.
Tra le mission dell’associazione vi è quella di sensibilizzare il maggior numero di persone possibili sulla pericolosità dell’esposizione ad agenti cancerogeni, incentivando la prevenzione primaria, secondaria e terziaria, nonché la gestione e lo smaltimento dei materiali contenenti amianto. Grazie all’APP Amianto, tutti i cittadini possono segnalare in tutta Italia la presenza di siti contaminati dall’amianto. In questo modo si permette agli enti competenti di aggiornare la mappatura e provvedere alle bonifiche.
Per richiedere la consulenza gratuita occorre chiamare il numero verde o compilare il form.