Perché nasce l’App amianto? Come segnalare la presenza di asbesto? In questa guida scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulla nuova applicazione.
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L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e il presidente dell’associazione, l’Avvocato Bonanni, hanno istituito l’App Amianto per identificare più facilmente i siti contaminati da amianto ed evitare così l’esposizione ed eventuali danni alla salute.
L’App amianto è una applicazione per Android mobile che permette di segnalare la presenza di siti contaminati dall’amianto. Inserendo le foto dell’area, l’App permette di geolocalizzare il presunto sito contaminato. In seguito alle verifiche da parte di ONA, verrà inserito nella mappatura ufficiale dei luoghi con presenza di amianto in Italia. Tutti i cittadini possono partecipare alla mappatura in modo da diffondere le informazioni sui siti contaminati e migliorare l’efficacia della prevenzione primaria.
La segnalazione della presenza di asbesto è utile anche ai fini della prevenzione terziaria, cioè la tutela legale degli esposti. Grazie alla mappatura dei siti contaminati infatti è possibile dimostrare l’avvenuta esposizione all’amianto. I lavoratori esposti sui luoghi di lavoro hanno diritto a una serie di prestazioni assistenziali e risarcitorie. Nel caso in cui la malattia contratta sia il mesotelioma anche gli esposti per ragioni ambientali e familiari hanno diritto a un indennizzo una tantum.
L’app amianto è scaricabile gratuitamente su Google Play. Una volta scaricata, occorre registrarsi e inserire foto e geolocalizzazione dei presunti siti contaminati dall’amianto. Inoltre l’applicazione contiene anche aggiornamenti sull’operato dell’ONA e le principali news riguardo il rischio amianto in Italia.
In questo modo continua la mappatura. Inoltre i cittadini possono tenersi informati sui siti contaminati, evitare l’esposizione e incentivare la bonifica (smaltimento, confinamento, incapsulamento).
L’applicazione pubblicata dall’ONA offre un valido strumento per una mappatura completa e costante dell’amianto in Italia. Perché è necessaria una mappatura? La legge 257 del 1992 che ha messo al bando l’uso, l’estrazione e la commercializzazione dell’amianto in Italia, non ha purtroppo reso obbligatoria la bonifica.
La legge distingue infatti tra amianto nella sua forma friabile e compatta. Il primo include i materiali di amianto che possono essere sfaldati con il solo utilizzo delle dita. L’amianto compatto è invece inserito all’interno di una matrice compatta che non ne permette lo sfaldamento. Anche questi materiali però, in seguito all’erosione da parte degli agenti atmosferici ed eventuali traumi, possono sfaldarsi e rilasciare fibre nell’ambiente.
La legge ha imposto però la bonifica solo dei materiali di amianto friabili, imponendo invece un approccio controllato a quelli compatti. Qualsiasi approccio controllato però risulta inadeguato, così come sottolineato dall’OMS, a ridurre a zero il rischio amianto. Impossibile è infatti prevenire eventi traumatici e rimuovere tutte le possibili cause di sfaldamento dei materiali di asbesto. In molti casi, mancando una mappatura completa, i siti contaminati non sono neanche soggetti a controllo. Risulta quindi essenziale una mappatura efficace e completa per garantire la prevenzione dell’esposizione.
L’asbesto è un insieme di minerali di amianto, tutti accomunati dalla capacità di suddividersi in fibre via via più sottili. Queste si disperdono nell’ambiente rimanendo a lungo sospese. Per questo motivo sono facilmente inalabili o ingeribili. Una volta inalate o ingerite, danno il via a gravi processi infiammatori (asbestosi, placche pleuriche, ispessimenti pleurici). In seguito possono evolvere in cancro e altre gravi malattie amianto correlate, tra cui il mesotelioma. Ciò è confermato anche dalla monografia IARC.
L’amianto è un killer silenzioso che fa ogni anno centinaia e centinaia di morti, come denuncia l’Avv. Bonanni in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-Ed.2022“. In particolare i dati aggiornati dei casi di mesotelioma in Italia sono raccolti nel VII rapporto RENAM.
Perciò mappare e bonificare è di fondamentale importanza, insieme alla sorveglianza sanitaria (prevenzione secondaria) di chi è stato già esposto. Questa attività è a carico del datore di lavoro e, per coloro che sono in pensione, della ASL. Il tutto è disciplinato dall’art. 259 del D.L.vo 81/2008.
Questa permette il monitoraggio sanitario per garantire una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo. Soprattutto nel caso del mesotelioma, infatti, la diagnosi precoce è di fondamentale importanza e permette di sopravvivere o di migliorare la qualità della vita delle vittime dell’amianto.
Il Consensus Report di Helsinki fornisce le linee guida per la sorveglianza sanitaria e per la diagnosi di mesotelioma (aggiornamento del 2014). Inoltre l’ONA ha delineato un protocollo per la cura del mesotelioma, in cui si consiglia il trattamento multimodale e terapie innovative, come chirurgia associata a chemioterapia intratoracia ad alta temperatura.
L’Osservatorio Nazionale Amianto è un’associazione di promozione sociale di categoria delle vittime dell’amianto. Agisce a tutto campo nella tutela delle vittime, in particolare di malattie professionali. Approfondisce l’argomento la sedicesima puntata di ONA TV: “Mesotelioma, amianto e malattie del lavoro“.
L’ONA si occupa dell’assistenza medica e dell’assistenza psicologico. Il tutto in collaborazione con il Sistema Sanitario Nazionale. Inoltre garantisce anche l’assistenza legale, che permette di ottenere dei servizi fondamentali per il riconoscimento di malattia professionale per asbesto e altri cancerogeni. Il riconoscimento della malattia professionale dà diritto alle prestazioni INAIL, al Fondo Vittime Amianto, ai benefici contributivi, al prepensionamento e all’integrale risarcimento dei danni.
Invece, chi fa parte delle Forze Armate o del Comparto Sicurezza, può richiedere il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere, con le prestazioni aggiuntive. In molti casi, infatti, i nostri militari, anche all’estero, sono stati esposti ad amianto, uranio impoverito e altri cancerogeni. Per questo motivo anche loro non vanno lasciati soli.
Lo sportello amianto è uno strumento sempre operativo per tutti i cittadini. Per richiedere l’assistenza dell’ONA è possibile chiamare il numero verde 800 034 294 o compilare il form. In questo modo si possono avere maggiori informazioni e ricevere la consulenza medica e legale gratuita.