In questa guida approfondiamo il tema della bonifica e della necessità di una prevenzione primaria, unica modalità per ridurre il rischio amianto a zero.
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La prevenzione primaria è il primo passo da compiere per la lotta all’amianto. Infatti l’unico modo per non contrarre danni alla propria salute è evitare ogni esposizione. L’amianto provoca ogni anno migliaia di morti solo in Italia. Si tratta di una vera e propria strage silenziosa, come illustrato in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia -Ed.2022“, dell’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto.
A oggi in Italia sono stati già individuati 34.148 siti contaminati di cui 50 derivanti da una contaminazione di origine naturale e 373 siti con classe di priorità 1. Sono più di un milione i siti e micrositi in Italia. Le bonifiche vanno a rilento e c’è ancora molto amianto nei luoghi di lavoro e negli edifici pubblici, tra cui scuole, ospedali e palestre. Con la L. 257/1992, avente a oggetto “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto“, l’obbligo di bonifica è privo di effettiva efficacia.
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Quando, invece, si è ormai stati esposti all’asbesto, è importante sottoporsi a sorveglianza sanitaria e tutelare i propri diritti. Per questo l’ONA offre anche l’assistenza medica e l’assistenza legale gratuita alle vittime e ai loro familiari.
Il mesotelioma è un tumore molto aggressivo che colpisce le cellule del mesotelio, un particolare tessuto che riveste con una membrana sierosa la parete interna del torace, dell’addome, del cuore e del testicolo. A seconda della membrana sierosa coinvolta esistono diversi tipi di mesotelioma:
Il mesotelioma si sviluppa attraverso i meccanismi della cancerogenesi in seguito all’esposizione alle fibre di amianto. Inoltre non esiste una dose al di sotto della quale il rischio di ammalarsi si annulla e, per svilupparsi, può impiegarci dai 20 ai 50 anni.
Data purtroppo la presenza di amianto ancora diffusa sul territorio, i casi di mesotelioma sono in costante aumento, come testimonia il VII rapporto RENAM. Infatti, se inalate o ingerite, le fibre di amianto provocano infiammazioni (placche pleuriche, asbestosi, ispessimenti pleurici), che possono dare origini a gravi patologie asbesto correlate e neoplasie, come dimostra l’ultima monografia IARC.
Le malattie amianto causano danni biologici con conseguenze invalidanti. Nel caso del mesotelioma l’esito della malattia è spesso infausto. Le aspettative di vita per le vittime di mesotelioma sono ancora piuttosto scarse. Solo il 10% dei pazienti sopravvivono a 5 anni dalla diagnosi.
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L’Italia è stata uno dei maggiori produttori e utilizzatori di amianto e materiali contenenti amianto. Infatti i minerali di amianto, che si dividono in serpentini (crisotilo) e anfiboli (actinolite, amosite, antofillite, crocidolite, tremolite), hanno eccellenti qualità tecniche.
Infatti, sono ignifughi, resistenti al calore e alla trazione, nonché agli attacchi degli agenti esogeni esterni. Per queste ragioni, unite all’economicità dei materiali, sono stati utilizzati in più di 3.000 applicazioni, di cui oltre un centinaio solo nell’edilizia. Sono stati usati in edifici pubblici e privati, ma anche in autoveicoli, treni, navi, aerei e uniformi dei Vigili del Fuoco, tessili vari e cosmetici.
Il mesotelioma, che è il tumore sentinella, un vero e proprio marcatore sociale della presenza di amianto, è ascrivibile a tutte le attività lavorative.
L’unico modo per sconfiggere il rischio amianto e vincere questa battaglia è la prevenzione primaria, ovvero la bonifica che permette di ridurre il rischio a zero. Non essendoci infatti una dose di esposizione al di sotto della quale il rischio si azzera l’unica possibilità è quella di evitare l’esposizione a 360°.
Attraverso il sistema di segnalazione della presenza di amianto anche i singoli cittadini possono contribuire alla mappatura completa dei siti contaminati dall’asbesto in Italia. L’App amianto è stata istituita dall’ONA, da decenni in prima linea in Italia nella lotta all’amianto. La mappatura, ottenuta grazie all’applicazione, è fondamentale per l’obbligo alla bonifica e per evitare le esposizioni, nonché per le azioni legali e la sorveglianza sanitaria degli esposti.
Il principio di precauzione permette di evitare situazioni di rischio legate a tutti i cancerogeni e tossico-nocivi. Alcuni fattori, come quelli fisici, non sono modificabili. Sono quelli legati all’età, al sesso e alla predisposizione genetica. Gli stessi virus possono favorire il cancro e altri danni, come dimostra il Covid-19. Invece, la prevenzione primaria agisce sui fattori modificabili.
Il continuo aumento di patologie asbesto correlate impone di adottare delle misure drastiche. Occorre rispettare tutte le norme dettate dal principio di precauzione e anche quelle di cui al Dlgs. 81/2008 per i luoghi di lavoro, come:
La L. 257/1992 non impone la bonifica, se non dell’amianto nella sua forma friabile. Per quanto riguarda l’amianto in forma compatta prevede il controllo e la rimozione di tutte le possibili cause di sfaldamento della superficie compatta nella quale sono inseriti i minerali di amianto.
Tuttavia l’Organizzazione Mondiale della Sanità scoraggia qualsiasi approccio controllato all’amianto. È sufficiente infatti un qualsiasi trauma imprevedibile, tra i quali quelli causati da terremoti e fenomeni atmosferici estremi, per sfaldare la matrice di amianto e liberarne le fibre nell’ambiente.
La bonifica amianto permette, attraverso lo smaltimento, il confinamento e l’incapsulamento di ridurre il rischio amianto a zero.
Le bonifiche vanno però a rilento, nonostante l’impegno profuso dall’ONA e dell’Avv. Ezio Bonanni. Per tali ragioni, allo Stato non rimane che applicare la normativa esistente.
Anche durante il convegno “Amianto e geotermia. Prevenzione primaria, epidemiologia e tutela”, l’ONA ha presentato i dati epidemiologici sull’impatto dell’amianto e degli altri agenti cancerogeni tra cittadini e lavoratori, soprattutto riguardanti la Regione Toscana. Il fine era quello di incentivare la predisposizione di strumenti idonei alla prevenzione primaria e alla tutela giuridico-risarcitoria.
Prevenzione tecnica e protezione sono indispensabili nei posti di lavoro (Dlgs. 81/2008). Ma ciò non è sufficiente, perché anche le minime esposizioni sono dannose per la salute. Perciò è importante salvaguardare anche i diritti delle vittime di esposizione ambientale, cioè le esposizioni avvenute nell’ambiente domestico, per l’uso di oggetti contenenti amianto o per la contaminazione di indumenti di lavoro utilizzati da lavoratori esposti o anche per la contaminazione prodotta da aziende dell’amianto.
Le esposizioni professionali ad amianto sono oggetto di provvedimenti legislativi specifici sin dal 1965. In particolare, grazie alla Legge 257/1992 di bando dell’amianto, queste si sono ridotte consistentemente. Nel periodo 1990 – 1993 si contavano circa 680.000 esposti ad amianto in Italia. Nei primi anni dopo il bando il numero di lavoratori esposti è sceso a 70.000. Si stima che nei 20 anni trascorsi dal bando abbiano operato nel campo delle bonifiche circa 100.000 lavoratori. Questa normativa, però, non è bastata a fermare la strage.
L’Osservatorio Nazionale Amianto agisce per la promozione della prevenzione. La prevenzione primaria costituisce la tutela della salute in via preventiva ed è di fondamentale importanza per vincere la battaglia contro l’asbesto. Poi vanno considerati gli altri tipi di prevenzione (secondaria e terziaria).
In quest’ottica l’ONA ha elaborato un codice di prevenzione primaria, con lo scopo non solo di evitare l’esposizione a cancerogeni, ma anche di adottare tutta una serie di importanti misure che migliorano la prevenzione:
La prevenzione secondaria entra in campo quando la prevenzione primaria non è stata sufficiente o è stata inadeguata a evitare che i lavoratori e i cittadini si ammalassero. Nel caso di esposizione ad amianto è importante mettere in pratica una serie di azioni per favorire la diagnosi precoce delle malattie amianto. Per questo è importante sottoporre i lavoratori esposti a sorveglianza sanitaria e controlli periodici.
Il Consensus Report di Helsinki è un report consensuale aggiornato che comprende tutte le indicazioni sulla prevenzione del mesotelioma negli esposti. Il report raccomanda lo screening associato a questionari predisposti da personale formato per individuare i pazienti a rischio.
Per quanto riguarda l’Italia, però, l’ONA denuncia come la sorveglianza sanitaria sia attuata ancora con programmi a macchia di leopardo, insufficienti per diagnosticare precocemente le malattie amianto e in particolare il mesotelioma. Per questo l’associazione ha creato un protocollo per la cura del mesotelioma, al fine di informare e consigliare riguardo i trattamenti più adatti.
La prevenzione terziaria è l’ultimo stadio del percorso preventivo. Essa si fonda prima di tutto sull’epidemiologia, necessaria per individuare gli agenti causali delle patologie asbesto correlate. L’accertamento delle cause di una malattia, infatti, è fondamentale perché soltanto in questo modo si può investigare sulla legge generale di copertura. Grazie all’epidemiologia, si arriva al riconoscimento del nesso causale tra malattia ed esposizione ad amianto sul posto di lavoro.
Si accerta così la malattia professionale. A questo punto la vittima ha una serie di diritti:
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni combattono quotidianamente contro l’amianto. Offrono assistenza legale ai lavoratori cui è stata riconosciuta una malattia professionale. Le vittime di malattia professionale hanno infatti diritto a una serie di risarcimenti, indennizzi e benefici. In caso di decesso saranno tutelati i diritti dei familiari superstiti. ONA mette a disposizione anche l’assistenza medica e psicologica.
È possibile richiedere maggiori informazioni e la consulenza gratuita chiamando il numero verde o compilando il form.