La sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni, come l’amianto, è fondamentale per far fronte ai gravi effetti che comporta contrarre una patologia asbesto correlata. Infatti solo grazie a controlli medici periodici è possibile giungere a una diagnosi precoce e attuare terapie tempestive, fondamentali per la sopravvivenza di chi sviluppa per esempio il mesotelioma.
L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avvocato Bonanni, sono al fianco delle vittime. La loro azione è volta ad attuare ogni tipo di prevenzione per ridurre il rischio amianto.
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Il mesotelioma è il cancro del mesotelio, che colpisce le membrane sierose che avvolgono la pleura, il pericardio, il peritoneo e la tunica vaginale del testicolo. Per questo si distinguono vari tipi di mesotelioma, come il mesotelioma pleurico, quello peritoneale, il mesotelioma pericardico e quello della tunica vaginale del testicolo. Il mesotelioma più diffuso è quello pleurico, mentre gli altri sono più rari.
A causare il mesotelioma è l’esposizione alle fibre di amianto, anche detto asbesto. I minerali di amianto sono accomunati dalla capacità di suddividersi in fibre longitudinali via via più sottili. Perciò si disperdono facilmente nell’ambiente. Una volta inalate o ingerite danno avvio a gravi processi infiammatori, tra cui placche pleuriche, ispessimenti pleurici e asbestosi. Queste infiammazioni evolvono nel tempo in neoplasie, come il tumore del polmone o mesoteliomi. Le malattie asbesto correlate coinvolgono numerosi organi e distretti del corpo umano, non solo quello respiratorio, ma anche quello gastrointestinale, provocando per esempio il tumore allo stomaco.
Tutti i mesoteliomi sono molto aggressivi e, quasi sempre, hanno un esito infausto. Quindi, evitare le esposizioni alle fibre di amianto è l’unico modo per tutelare la propria salute ed eliminare totalmente ogni rischio.
I minerali di amianto si dividono in serpentini e in anfiboli. Del primo gruppo fa parte il crisotilo, mentre nel secondo ci sono:
L’OMS è chiara nell’affermare che tutte le fibre di amianto causano in egual misura il mesotelioma ed altre malattie amianto correlate. Inoltre la monografia dello IARC approfondisce la relazione tra amianto e malattie asbesto correlate.
Non esiste infatti una soglia di esposizione al di sotto della quale il rischio di ammalarsi si annulla, come dimostrato dal VII Rapporto Mesoteliomi ReNaM INAIL. La stessa Corte di Cassazione, IV Sez. Pen., sentenza n. 45935/2019, dimostra che la malattia inizia con le prime esposizioni, e che tutte le altre sono rilevanti.
Per questo l’ONA sostiene la necessità della bonifica dei siti contaminati. Le aree contaminate sono ancora molto diffuse sul territorio nazionale, come dimostra la pubblicazione dell’Avv. Bonanni: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia -Ed.2022“.
L’unico modo per azzerare il rischio di esposizione e, conseguentemente, di malattia, è quello di evitare l’esposizione a 360°. In questo caso si parla di prevenzione primaria al rischio amianto.
L’ONA, attraverso le sue strutture, favorisce la segnalazione dei siti per la bonifica, anche grazie all’App amianto. Questa applicazione è un valido strumento per far sì che tutti i cittadini possano contribuire alla mappatura.
Il decennio 2020 – 2030 segna il picco dei casi di mesotelioma in Italia. La malattia, causata dall’esposizione all’amianto, infatti ha una lunga latenza. Il registro mesoteliomi, in cui confluiscono tutte le diagnosi di mesotelioma, evidenzia però una presenza accertata di casi di esposizione avvenuti in periodi più recenti e successivi alla messa al bando dell’amianto del 1992 nel nostro Paese.
Dato che le esposizioni continuano è quanto mai importante portare avanti la prevenzione secondaria. Essa consiste nella sorveglianza sanitaria delle persone per le quali non si è riuscita ad evitare l’esposizione all’amianto. I controlli medici prevedono screening e esami adeguati a coloro che sono stati esposti alle fibre killer, allo scopo di ottenere una diagnosi precoce delle malattie amianto.
Purtroppo la sorveglianza sanitaria in favore di chi è stato esposto ad amianto, soprattutto dopo il pensionamento, è ancora sviluppata a macchia di leopardo in Italia, nonostante l’articolo 259 del D.L.vo 81/2008 che ne fa una imposizione a carico delle ASL.
Per le malattie amianto correlate, in particolare per il mesotelioma, la diagnosi precoce è di fondamentale importanza. Infatti le aspettative di vita in caso di mesotelioma sono ancora piuttosto basse e toccano percentuali del 10% di sopravvissuti a 5 anni dalla diagnosi. Ma a seconda dello stadio del tumore le probabilità di efficacia dei trattamenti a disposizione aumentano considerevolmente. Aumentano anche le possibilità di migliorare la qualità di vita del paziente.
Purtroppo l’Osservatorio Nazionale Amianto ha dovuto constatare dei ritardi diagnostici, specialmente per casi di mesotelioma, originariamente curati come se fossero delle fibrosi. Per questo l’ONA ha creato un protocollo riguardo trattamenti multimodali del mesotelioma. Oltre alle cure tradizionali esistono anche trattamenti innovativi, come la chemioterapia intrapleurica ad alta temperatura.
Molte ricerche scientifiche sono state dedicate allo studio del mesotelioma e a cercare terapie efficaci per le vittime. Per esempio, secondo lo studio “Cancer Survival in England: patients diagnosed between 2010 and 2014 and followed up to 2015“, in caso di malattia localizzata, il 35% dei pazienti sopravvive oltre un anno dalla diagnosi e il 5% oltre cinque anni. Mentre, in caso di mesotelioma pleurico non localizzato, il 15% dei pazienti sopravvive almeno un anno e solo nell’1% dei pazienti la sopravvivenza raggiunge cinque anni.
Invece l’American Cancer Society sostiene che la sopravvivenza media è di 21 mesi se il mesotelioma è al primo stadio. Questa diventa di 12 mesi se il tumore è al IV stadio.
Tuttavia studi più recenti hanno evidenziato un aumento della sopravvivenza:
Il Consensus Report di Helsinki è il report scaturito dall’incontro di esperti sul tema dell’amianto convocato ad Helsinki nel 1997. Hanno partecipato 19 partecipanti provenienti da 8 Paesi con l’obiettivo di “discutere le patologie associate all’amianto e raggiungere un consenso sui migliori criteri per diagnosi e attribuzione in rapporto all’amianto“. Esso viene periodicamente aggiornato in base ai nuovi dati e alle nuove frontiere diagnostiche. Di particolare rilevanza è il commento del 2014 al Consensus, che rappresenta una linea guida nella prevenzione e nella diagnosi delle malattie correlate all’amianto.
Il Consensus di Helsinki conferma l’importanza della prevenzione primaria. Infatti ha stabilito che il mesotelioma e le altre patologie asbesto correlate possono essere debellate solo evitando l’esposizione ad amianto attraverso la bonifica. Inoltre consiglia che ai lavoratori esposti venga offerta una sorveglianza medico-legale che segua le normative o i criteri di indennizzo nazionali.
Lo schema generale di follow-up dei lavoratori esposti ad amianto dovrebbe essere stratificato in funzione di intensità, latenza e durata dell’esposizione. Forte priorità dovrebbe essere data ai gruppi ad alto rischio, tra cui i lavoratori in pensione. Il follow-up dei lavoratori fortemente esposti all’amianto dovrebbe proseguire fino a 30 anni dopo la cessazione dell’esposizione.
Secondo il Consensus Report di Helsinki, ai fini clinici e medico-legali, è utile un regolare follow-up con spirometria a intervalli di 3-5 anni, a seconda del livello pregresso di esposizionee del tempo trascorso dalla cessazione dell’esposizione e dell’età dell’individuo. Si consiglia inoltre vaccinazione antinfluenzale e pneumococcica dei pazienti con asbestosi.
Ai test raccomandati si associano questionari atti a documentare la storia lavorativa del paziente e specifici test e trattamenti a seconda della malattia amianto diagnosticata.
L’ONA si batte da anni per la prevenzione primaria dei siti contaminati e per la sorveglianza sanitaria e prevenzione secondaria dei lavoratori esposti a questo potente cancerogeno. L’associazione ha ottenuto importanti conquiste in ambito di prevenzione, grazie al lavoro dell’Avv. Ezio Bonanni e ai volontari coinvolti nel lavoro dell’ONA.
Tra questi c’è Antonio Dal Cin, eroe civile che, come finanziere, si è battuto per la prevenzione primaria e la bonifica dei siti della Guardia di Finanza, evitando le esposizioni per gli altri colleghi. Antonella Franchi è la coordinatrice del gruppo ONA per la bonifica delle scuole che ha già ottenuto la messa in sicurezza di centinaia di scuole.
Infine l’Avv. Ezio Bonanni ha ottenuto significativi risultati in difesa di coloro che sono stati esposti ad amianto in servizio nelle Forze Armate. Per esempio nella Marina Militare l’incidenza dei casi di mesotelioma è molto elevata.
Lì dove la prevenzione primaria non è stata possibile, l’ONA si batte per ottenere la tutela dei diritti delle vittime tramite la prevenzione terziaria.
Il primo passo è ottenere il riconoscimento della malattia professionale. In questo modo i lavoratori possono ottenere l’indennizzo o la rendita INAIL, in base al grado invalidante, e tutte le prestazioni previste dall’ente previdenziale. Le vittime dell’esposizione ad amianto hanno anche diritto al Fondo Vittime Amianto. Per questa prestazione possono fare richiesta anche le vittime di mesotelioma di esposizione ambientale.
Oltre alle prestazioni INAIL, si possono ottenere i benefici contributivi. Attraverso questi si può accedere al prepensionamento o alla rivalutazione della propria pensione, se si è già pensionati. In caso queste maggiorazioni non dessero accesso alla pensione si può fare richiesta per la pensione d’invalidità amianto.
Nel caso il lavoratore faccia parte delle Forze Armate o Comparto Sicurezza, deve fare richiesta per il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere. In questo modo è possibile ottenere prestazioni aggiuntive, come l’equo indennizzo e la pensione privilegiata.
Infine la vittima ha diritto all’integrale risarcimento danni, sia di natura patrimoniale sia di natura non patrimoniale, a carico del datore di lavoro. I familiari superstiti delle vittime hanno diritto alla reversibilità di tutti i benefici e le prestazioni previste in vita per la vittima e al risarcimento anche dei danni iure proprio.
Rivolgendosi all’ONA è possibile ottenere gratuitamente l’assistenza medica e psicologica, nonché l’assistenza legale gratuita per gli esposti e per i loro familiari. Per richiedere la consulenza gratuita basta chiamare il numero verde o compilare il form.